REGOLE

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Due ragazze che si rincontrano dopo una parziale morte...che seguono i passi di questa. La loro amicizia batte ancora forte...una dolce visione per i miei occhi. Qualcosa...che mi manca, ormai.
Le due si guardano negli occhi sorridendo, inconsce della situazione in cui si trovano...no, credo proprio che lo sappiano.
Il cielo stellato è diviso dai rami sottili e scuri degli alberi, spaccato, come vetri di uno specchio che riflette le anime. Tutto sembra silenzioso, i suoni sono attutiti dal mio passaggio e gli animali si ritraggono nelle loro tane, lontani da qui. Il vento ha smesso di sbuffare come gli ho comandato. Voglio mostrare a tutte e due il lato buono di questo luogo.
-vedrai...ti piacerà, starai bene qui- una voce dolce e dal tono leggero, come un sussurro uscito dai petali di un fiore bianco. Con la coda dell'occhio, vedo l'espressione perplessa della compagna.
-...come fai a dirlo?- risponde, senza distogliere gli occhi dalla sagoma fluttuante del piccolo fantasma.
-...perché ci sarò io- sussurra, con tono dolce e dal suono triste.
Mi chiedo cosa stia ricordando. I suoi occhi sembrano penetrare quelli dell'amica, rimembrando un passato amato.

In questo bosco non ci sono vie segnate, o sentieri. Ormai sento questo posto come il palmo della mia mano, anche se diventassi totalmente ceca, saprei di riuscire a rifare gli stessi passi.
I pini davanti ai miei occhi si separano, creando un varco ci mostrano l'abitazione accogliente in cui io e lui viviamo.
Aprendo la porta, senza voltarmi dò il benvenuto ai miei nuovi seguaci, richiudendo poi dietro di me l'ingresso. Procedo con passo svelto fino al fondo del corridoio, dove il muro nasconde la parte più incredibile di questa casa. Appoggiando il palmo della mia mano fredda, la barriera si frammenta e davanti a noi procede un corridoio del tutto nuovo e differente. Le pareti sono decorate da piccoli arazzi di gusto gotico e antico, da quadri dalle ambientazioni magiche, stravaganti e cupe. Alti mobili, dal legno lucido, scuro e dalle venature luminose, sostengono vasi decorati con bisce sottilissime e dalle fantasie orientali, altri reggono il peso di pile di libri spessi e coperti dalla polvere. Tutto addossato al muro.
I nostri piedi calpestano il soffice tappeto, rosso e dalle fantasie vegetali verde scuro. Le accompagno con calma alle loro rispettive stanze, anche se rimarranno qui per poco ho voluto affidarli le migliori e le più confortevoli.
Strano da parte mia, dopo ciò che le ho fatto...già.
Non mi riconosco più, mi sento totalmente cambiata, plasmata in modo diverso rispetto al passato e alla donna che ero prima. Sarà forse per l'ambiente che il mio carattere muta? Per le situazioni o i desideri? Anche per me sono divenuta ormai un mistero. Passo da un pensiero, da un comportamento all'altro. Gentile e malvagia, premurosa e avida, come un essere che si esprime in ogni modo, reagendo in mille modi diversi e naturali...fino a quanto potrò mai cambiare?
Dannazione, queste due ragazze saranno ancor più confuse di me...che situazione imbarazzante.
Volto appena il viso per assicurarmi che le due non si stiano incuriosendo, o impaurendosi per il mio atteggiamento. Constato che i loro pensieri sono totalmente altrove...strano, insolito. Sembrano comportarsi come se nulla fosse accaduto, come se avessero già letto la parte riguardante il loro destino.

Mi fermo davanti alla parete su cui sono chiuse le due porte, scure e dall'ombra bordò.
-queste sono le vostre stanze- informo, prima di aprire una delle due porte. Le faccio accomodare nella camera a destra.
Mentre loro si guardando attorno con occhi curiosi, mi avvicino alla finestra osservando il buio che si estende al di fuori. Mi lascio sfiorare dalla leggera luce della luna notturna.
-troverete un libro rosso scuro sul comodino affianco al vostro letto, ce n'è uno per entrambe- inizio a dire, con voce decisa e seria, con le braccia dietro la schiena.
-potrete leggerlo quando volete, sarà di vostra proprietà. La settimana prossima, esigo vedervi decise e consapevoli di ciò che affronterete d'ora in avanti. Dovrete imparare a memoria, o semplicemente sapere e conoscere, il significato di ogni singola parola che vi è scritta su ogni pagina- vedo la ragazza dai capelli ramati prendere in mano l'oggetto in questione, entrambe osservano la sua copertina per poi voltarsi verso di me.
-al suo interno vi sono scritte le regole che dovrete seguire e rispettare- concludo osservando i loro volti seri ed attenti.
-per te, avrai dei vestiti di ricambio finché non troverai e creerai una tua divisa- spiego alla ragazza, notando il suo pigiama macchiato di sangue e ricordando la ferita del marchio, ancora fresca.
-ti brucerà all'inizio, ma fra qualche giorno non ne sentirai più la presenza- accenno, vedendo una smorfia di leggero fastidio sulle sue labbra quando si era porta la mano alla spalla.
-...ma questo non vuol dire che guarirà...- proferisco a voce bassa, quasi velenosa per tener sull'attenti la nuova arrivata. In lei...c'è qualcosa che non mi garba.
Mi guardo attorno, radunando nella mente il discorso che dovevo fare e che ora mi sfugge. Sento lo sguardo freddo e scottante della nuova proxy sulle mie spalle.
Voltando lo sguardo sulla figura bianca e lattiginosa della ragazza fantasma, noto la sua mano alzata. Attende silenziosa un mio consenso alla parola, che le dò con un accenno del capo.
-cos'è di preciso un proxy?- mi domanda seria, i suoi occhi sembrano cercare dell'altro sapere...curiosa. Con un leggero sorriso le rispondo, uscendo dal velo di luce che illuminava il mio volto, lasciando il resto del corpo alla luce argentea.
-Proxy è il termine assegnato a coloro che servono un Operatore. I Proxy sono entità o persone sotto l'influenza o il controllo di questo, o della stessa forza che influenza quest'ultimo. Agiscono in base ai suoi desideri e bisogni quindi, i Proxy servono come mezzo per l'Operatore. Questi fanno anche il lavoro fisico reale per questo, come creare e manipolare oggetti, distruggere e lasciare prove...influenzare le vittime secondo la sua necessità- concludo, incrociando le braccia al petto ed osservando le loro espressioni.
-quindi...tu sei la nostra Operatrice?- un brivido amaro mi percorre la schiena a quella sua domanda.
-il tuo nome, d'ora in avanti sarà Red Blood...- iniziai, corrugando leggermente la fronte -...io sono la vostra Operatrice, il vostro capo e siete tenute a darmi del lei o del voi- conclusi con voce ghiacciata e severa.
Mi voltai per raggiungere la porta, sentivo i loro sguardi sulla mia schiena. Percepivo la loro rabbia, frustrazione, il loro nervosismo ma soprattutto...la loro paura.
Ciò mi appaga, ma allo stesso tempo...detesto questa sensazione.
Che cosa strana...che diavolo mi sarà mai venuto addosso ora?

Don't forget my eyesWhere stories live. Discover now