COSA SCEGLI?

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Restano muti, sembrano essere a bocca aperta. Sento qualche bicchiere cadere a terra.
Faccio un leggero inchino al pubblico.
Girandomi un'onda di applausi esplode alle mie spalle, dò uno sguardo al di sotto del palco.
Non era una mia impressione, tutti stanno applaudendo, chi fischia o saltella.
Lo vedo applaudire normalmente, sento che è fiero di me. Scorgo un sorriso nel suo volto e ricambio.
Scendo sentendo qualcuno dire -e diceva di non saper cantare!- ci scommetterei che fosse quel piccoletto tutto blu a pronunciare quelle parole.

Cerco di farmi largo nella folla che si era andata a formare.
Qualcosa balza ai miei occhi.
Due corna alte e nere dalle venature rosso fuoco.
Le riconoscerei ovunque.
Vedo mio padre senza maschera...Zalgo.
Sembra che io stia guardando un allucinazione.
La gente si sposta o cammina, senza rendersene conto della sua presenza. Gli vedo rallentare, la sua figura scompare dietro la schiena di una ragazza dalla chioma rosso sangue.

Vado avanti, quasi inciampando sui piedi altrui.
Ho un gran bisogno di parlargli, sento che vuole tenermi nascosto qualcosa.
Raggiungo la fine della scalinata mentre lo vedo uscire dalla porta e varcarne l'ombra.
Salgo velocemente sentendo qualcuno dietro seguirmi. Non mi volto per assicurarmi chi sia.
Devo parlare con mio padre.

Corro per il corridoio buio, davanti a me la giacca nera.
Lui cammina eppure non riesco a raggiungerlo, non vuole che lo raggiunga.
Ma sono furba, quindi mi teletrasporto direttamente davanti ai suoi occhi.
Lui sobbalza per la mia azione sbrigativa.
-NON OGGI BLUM- mi zittisce serio e fermo.
Prima che io aggiunga qualcosa lui si trasporta altrove, così lontano che perdo la sua posizione...non è più nei dintorni, se n'è andato.

Vedo arrivare qualcuno dal fondo del corridoio, ha la mia stessa altezza.
Già sento un groviglio formarsi nel mio stomaco...so chi possa essere. Impermeabile nero, cappello in stile mafioso, odore rivoltante di sigaretta e vino rosso del '69, scarponi neri con alta allacciatura. Stavolta, per mia fortuna, porta dei pantaloni neri attillati.
Mi si para davanti. Il suo sorriso dentato mi rabbrividisce di disgusto.
Tiene una mano dietro la schiena...mio dio ti prego, fa che non sia come penso.
-che vuoi?- gli domando acida,
innervosita per il comportamento di mio padre.
-sai, devi ancora scegliere...- svela il contenuto della sua mano, che gran segreto poi.
-...rosa rossa o rosa blu?- tutto accompagnato da uno dei suoi soliti sorrisetti magnanimi.

Mi viene il volta stomaco.
In pratica, costui mi vuol dare l'ultimatum tra vita(stupro) e morte. Anche se alla fine tutte le sue vittime fanno la stessa fine...muoiono.
-senti Offender...- gli faccio io, prendendo di scatto, dalla sua mano, entrambe le rose in modo brusco.
-...per l'ultima volta.
Io scelgo la mia di rosa!
Vale a dire quella nera!!- sbraito tutto, davanti alla sua faccia, con i nervi a fior di pelle.

Le rose si uniscono, andando in fiamme, si fondono in un'unica sola rosa nera senza spini.
Lui rimane di sasso con una smorfia di dispiacere in volto, mentre io gli sventolo il fiore, tanto adorato da me, in faccia.
Prende la rosa e mette su il broncio, o forse è arrabbiato.
Appunto quando mette su i tacchi per andarsene, mi accorgo che Slender ha ascoltato e assistito.
Offender si dirige verso di lui, puntando pesantemente i piedi al suolo, prendendolo per il colletto bianco.
L'uomo alto rimane impassibile, davanti alla rabbia del fratello minore, con le braccia incrociate al petto in posa di sfida.
Faccio un sobbalzo per la scenata che mi si presenta davanti. Spero non si azzardi a picchiarlo, tutto per una sua stupida cotta o qualsiasi cosa sia.
-possibile che la prima slenders donna, in tutti questi secoli, si innamori di uno come te e non di me! Tu stupido-sfigato-genio senza cuore!! Cosa ci trovi lei in te non lo capirà mai nessuno!!!- Offender sbraita sulla sua bocca, lui rimane zitto e immobile.
Lo stupratore da di matto prima di calmarsi e lasciar andare la giacca del mio uomo.

-VATTI A FARE UN'ALTRA DONNA, CHE NON SIA LA MIA, OFFENDER- la sua voce mi scuote nelle membra. Il tono è contorto e metallico, ti entra nelle orecchie incidendo la frase.
Il suo volto si scurisce facendosi duro e accigliato, le spalle sembrano alzarsi come per fronteggiare l'altro, che in tanto inizia a tremare leggermente
per poi andarsene con la coda fra le strette gambe.

Il mio petto inizia a tremare, le sue interferenze vibrano vivide nella mia mente.
Mi sembra di essere più bassa, lui mi si avvicina con passo lento e deciso. Mi inquieta.
Di nuovo, temo che impazzisca come quella lontana sera.
-ti prego...fammi il piacere di non avvicinarti mai più a lui- mi dice serio guardandomi dall'alto.
-scusa ma, me lo sono trovata dietro...- non riesco a dire nient'altro che lui mi ferma, appoggiando il suo indice sul mio volto, dove dovrebbero esserci le mie sottili labbra.
Il gesto mi scioglie il cuore, dolce ma allo stesso tempo freddo.
-non importa, non vorrei ti accadesse qualcosa- le ultime parole le pronuncia con sussurro.
Ritrae la mano e mi fa segno di uscire.
Ce ne stiamo andando.

Un po' mi spiace, in fondo mi stavo divertendo.
Senza neanche salutare ci immergiamo nel fitto bosco.
Non ci teletrasportiamo direttamente a casa, entrambe vogliamo assaporare questa fredda notte d'inverno, sotto le chiome dei pini che puntano al cielo costellato.

NON TUTTE LE COSE BRUTTE TI FANNO SOFFRIRE...NON TUTTO IL MALE VIENE PER NUOCERE.

Lui mi cinge da dietro la vita, appoggiando la mano sulla mia schiena liscia e scoperta.
Il delicato sfioro mi fa fremere.
Se ne accorge e subito mi trascina a se. Io appoggio dolcemente la testa alla sua spalla.
E in questa posizione andiamo avanti per la via di casa.
Un leggero venticello gelido ci colpisce, ma non ci scalfisce.
Non tremiamo, ardiamo dentro per lo stesso fuoco.
Un amore nero e blu.
Questo calore non si spegnerà mai e continuerà a tenerci legati...sempre.

...cosa accadrà domani?...
...cosa voleva nascondermi mio padre?...

Don't forget my eyesWhere stories live. Discover now