ROSA...

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Ho aspettato con ansia questo momento. Per tutto il giorno non ho fatto altro che andarmene in giro in attesa che arrivasse la notte.

Ora le tenebre sono calate nuovamente su di me, sulla cittadina e sul mondo.
Mi incammino tranquilla ascoltando la musica del bosco. Il crepitio del legno che mi circonda, che vive intorno a me. I respiri degli animali, nascosti nelle loro casette, nei buchi del terreno.
C'è la luna piena che per qualcuno potrebbe sembrare romantica.
Io la trovo meravigliosamente fredda, come vorrei essere lei.
Poter guardarvi tutti dall'alto, illuminare le vostre facce e il vostro mondo, mettere luce sulle vostre vite notturne o togliervi il mio bagliore per permettere a qualcuno di spaventarvi...o di uccidervi.
Così dolce ai vostri occhi e così crudele ai miei.
La adoro.

Cerco di contenermi ma, devo ammetterlo, non sto nella pelle.
Non so se lei potrebbe spaventarsi al vedermi, magari scapperà via o peggio non verrà.
Devo sempre immaginarmi il peggio per non esserne sopraffatta.
Preferisco dirmi "te l'avevo detto" piuttosto che spaventarmi o sentirne il rimorso, per poi star male.
Come se mi armassi per incassare il colpo.

Intravedo da lontano le giostre che di giorno girano e si animano sotto le risate dei bambini, mentre di notte si ammutoliscono.
Ricevo un tuffo al cuore per l'emozione.
La strada è umida e i miei passi crepitano sul cemento che divide la foresta dal parco.
Lei non c'è, non ancora.

Avanzo un po' esitante.
Ora, se qualcuno uscisse di casa o si affacciasse dalla finestra potrebbe vedermi.
Dovrò correre questo rischio.
Mi accomodo sulla solita altalena fredda, in attesa del suo arrivo.

Il vento si insinua tra i miei capelli facendoli ondeggiare. I vestiti si comprimono contro la mia pelle.
Il mio volto rabbrividisce al gelo.
Le fronde bagnate degli alberi ondeggiano facendo schizzare via piccole gocce d'acqua.
Le giostre cigolano e seguono il suo tragitto.
Un velo bianco spicca ai miei occhi, sul marciapiede cammina a piedi nudi.
Sembra una visione tra il sogno e l'incubo.
I suoi capelli sembrano fluttuare contro il suo volto coprendolo. Riesco a intravedere quelle sue gemme che oggi sono di un blu bundi.
Un leggero e sincero sorriso spicca sulle sue labbra rosee rigate da linee cremisi.

-ciao- saluta lei acuta.
Saltella fino all'altalena affianco alla mia e si siede dolcemente.
Lei guarda attentamente i pini del bosco mentre io la osservo con il timore di sciuparla.
Mi chiedo se quella piccola bambina sia la mia anima gemella reincarnata.
È così perfettamente identica a me quando ero ancora piccola e felice, quando ancora scorrazzavo sul prato in mezzo al bosco. Quando potevo ancora scorgere tutti i colori dolci del mondo, prima che io iniziassi a vedere quelli tristi e deprimenti.

-hai amici?- chiedo incerta.
Sono curiosa, vorrei sapere tutto di lei: quando è nata e se ha pianto, chi è sua madre, cosa sogna e cosa pensa, se disegna e legge; voglio sapere tutto quanto.
-a scuola mi considerano strana...- mi risponde lei con voce infelice, abbassa lo sguardo.
Mi sento morire dentro per averla ferita, gli ho chiesto così poco e già inizio a capire quanto io e lei siamo simili ma lontane.
I suoi occhi sono spenti, non sento ne tristezza ne felicità.
Vedo ciò che mi ha pervaso qualche mese fa, l'indifferenza.
Non riesco a capire i suoi pensieri e ciò aumenta la mia sete di sapere.

Lei si volta verso di me, mi guarda dritto dove dovrebbero esserci i miei occhi. I suoi occhi.
-V...vorresti essere mia...amica?- chiede titubante.
Crede forse che sia una domanda stupida, dopo avermi detto di non avere amici?
Crede di mostrarsi sola?
"Oh piccola mia", la mia coscienza si addolcisce alla vista di un faccino leggermente implorante e quasi sul punto delle lacrime.

-sarebbe un onore- le rispondo io di seguito.
Come vorrei prenderle la mano, darle un buffetto sulla guancia e dirle "il mondo è crudele con chi non se lo merita, ed è per questo che ci sarò io al tuo fianco."
Perché io ci sarò sempre per chi se lo merita e proteggerò sotto le mie ali chi voglio bene.
Il suo viso si illumina di una luce calda e allegra.
Scommetto che vorrebbe correre per il prato e urlare di gioia.
-ti ringrazio! Prometto solennemente di averti sempre far i miei pensieri Blum!- le sue parole mi abbagliano insieme al suo sorriso a trentadue denti.
Chissà se sarà vero, se mi terrà sempre in mente, perché è quello che farò io nei momenti di solitudine.
Penserò a lui e poi mi schiarirò la mente con il suo sorriso e il suo volto felice da bambina.

Dietro la mia schiena allungo una mano al suolo.
Sento il leggero crepitio dell'erba e della terra, che si schiude per far emergere lo stelo verde scuro della mia rosa.
Lei sarà la seconda persona a cui donerò il simbolo della mia anima con tutto il cuore.
Dopo averla donata al mio amato lui.

La pianta si fa alta fino a raggiungere il mio braccio.
La rosa deve ancora sbocciare, dovrò attendere qualche secondo.
Lei continua a guardarmi.
Ha già notato il mio vuoto volto, la mia statura eppure non noto nessun segno di stupore in lei.
Non si spaventa minimamente.
Mi chiedo se il mondo esterno, se tutti quanti abbiano cambiato idea e parere su di noi.
No impossibile, continueranno a temerci, a cacciarci e a tremare la notte.
Che illusa, un mondo di umani come questo non è e non sarà mai pronto ad accettarci per ciò che siamo. Come potrebbero?

Dei petali lisci e morbidi accarezzano e si adagiano sul palmo della mia mano.
La rosa è pronta, allungo la mano e spezzo il sottile stelo.
Lei ormai si è voltata verso il confine del bosco, sembra sognare ad occhi aperti.
-vorrei tanto venire con te nel bosco Blum- sussurra senza distogliere lo sguardo dagli alberi.
Io vorrei portarla via con me, lo ammetto ma...lì dentro è troppo pericoloso per lei.
Nascondo ancora la rosa dietro la schiena aspettando il momento giusto.
-è troppo pericoloso per te Sonora. Ma ti prometto che un giorno ti ci porterò- le dico io avvicinandomi al suo piccolo faccino per farle intendere che è una vera promessa.
-davvero?!- mi fa lei voltandosi di scatto.
Le mie parole l'hanno richiamata da quello sguardo incantato che volgeva al bosco.
Ed ora guarda me, illuminandomi con quei suoi occhi abbaglianti.

-certamente- le rispondo dolcemente. Lei mi ringrazia regalandomi un'altro dei suoi sorrisi puri e sinceri.
Ma d'improvviso quella luce celestiale si spegne.
-scusa ma, credo sia ora che io vada...non vorrei far preoccupare mia mamma- si scusa lei malinconica.
Incredibile, è triste perché non vuole andar via, vorrebbe rimanere qui con me.
Un groviglio di emozioni pervade il mio petto facendomi sentire in un alone di calore, credo mi stia venendo un capogiro per la troppa dolcezza.
Come vorrei che tutti fossero così, come lei.

-sta tranquilla, io sarò sempre qua. Ma, prima che tu vada, vorrei darti una cosa- la blocco io mentre lei era intenta ad alzarsi.
-che cosa?- chiede curiosa, i suoi occhi cercano qualcosa nelle miei mani e accorgendosi del mio braccio nascosto, un sorriso eccitato si fa strada sulle sue labbra.
-voglio che tu la conserva, se la terrai con te io sarò sempre lì, dovunque tu sia...promettimi di prendertene cura al posto mio- le dico io.
Sembra che io stia parlando a mia figlia o a mia nipote, e la cosa mi piace.
Tiro fuori la rosa ancora fresca e gliela porgo, lei rimane stupita e, prima di prenderla fra le sue piccole manine, la osserva attentamente.
-è, è nera?- domanda lei senza parole.
Sento spiccare un sorriso sul mio volto, peccato che lei non lo possa vedere.
-si, spero ti piaccia...-
-se, se mi piace? È...è bellissima!- le sue parole mi scaldano.
Non vedo l'ora che lei cresca per sentire i suoi pensieri e le sue parole maturare.
Chissà come la potrà definire da grande.
Inclino leggermente la testa verso sinistra, osservandola e pensando al suo futuro non ancora scritto.

I suoi occhi non si staccano più dalla rosa che accarezza dolcemente, come fosse un cucciolo di cane oppure un gattino.
-va a casa ora, si sta facendo tardi- le sussurro.
Lei rivolge lo sguardo per un'ultima volta verso quel mio viso spento.
Come vorrei poterle mostrare i miei occhi e il mio sorriso che si accende vedendola.
-domani sarai ancora qui?- mi chiede preoccupata.
-dove potrei andare se no?- le faccio io sperando che capisca.
Io non me ne vado, non me ne andrò prima di portarla via con me nel bosco.
La voglio con me.

Voltandosi corre verso la via di casa stringendo il mio dono. Qualcosa la fa rallentare fino a fermare, per poi farla voltare.
Mi guarda e mi rivela un'altro dei suoi sorrisi paradisiaci.
Alzo la mano nella sua direzione in segno di saluto e lei riprende a corre verso casa.

Sarai mia...un giorno.

Don't forget my eyesWhere stories live. Discover now