I TRE FRATELLI

231 33 3
                                    

Mi svegliai ancora intontita, la testa che girava. Mi alzai, qualcosa non andava, qualcuno mi aveva spostato. Non ero caduta di fianco ma di schiena, gli alberi erano diversi, questi sono più tetri e sembrano quasi bruciati, morti. Il terreno è diverso, prima umido e spugnoso per il muschio, ora duro e freddo, quasi grigio. Mi guardo attorno, non c'è nessuno nei paraggi.
Camminai per arrivare chi sa dove, almeno provai ad uscirne di lì, non mi sarei arresa facilmente. Non sono una che si butta giù dopo un po' di sforzi. Andavo avanti, non mi interessava la stanchezza, dovevo andarmene.

Mi bloccai, ritrovandomi davanti un muro enorme di rovi, neri come la pece con spini grandi più del mio busto. Mi avvicinai per guardare cosa si nascondeva dall'altra parte. Questi si allargarono, formando un apertura, lasciando un passaggio su cui avrei potuto camminare senza rischiare di tagliarmi.
Arrivai dall'altra parte, tranquilla. Ancora alberi mi attendevano, c'era ancora foresta al di là di quel muro.
Un sibilo di frustrazione uscì  dalle mie labbra.

Andai avanti, ormai i piedi avanzavano da soli come guidati da una tiritera di sottofondo, invisibile al mio udito.
Qualcosa cadde dall'alto passandomi davanti agli occhi. Guardai in basso, c'erano due rose, una rossa e una blu legate da un nastro nero. Bastava guardare il senso di disgusto che mi era apparso in faccia, per capire che avevo già intuito tutto.
Era probabile che alle mie spalle ci fosse l'uomo che non avrei mai voluto incontrare...Offenderman.
Un pervertito che si diverte ad inseguire le ragazzine e...farli cose orribili per poi ucciderle. Pochi sono i sopravvissuti, perché si sa, se riesci a scappare prima o poi ci ritornerai da lui, come attratta. Un essere disgustoso, fratello dello Slender. Purtroppo anche lui, come il primo, non aveva avuto una bella vita...qualcuno l'aveva portato a ridursi a un essere sadico.

Quindi, se lui mi ha lanciato le sue rose, non aspetta altro che la mia scelta. In base alla rosa che sceglierò lui mi dovrà uccidere o...non oso immaginare le conseguenze di un'altra scelta.
Però, a dir la verità, non gradisco nessuna delle due rose.

Le prendo fra le dita e qualcosa dalla mia mano si sprigiona, passando al gambo delle rose. Le due si fondono in una, sotto le mie dita, diventando nere fino ai petali.
In mano mi ritrovo una rosa nera, la adoro di già.
-come hai fatto?!- una voce alle mie spalle, bassa e provocante per sedurre le donne.
Mi voltai aspettandomi di incontrare un uomo alto con indosso un impermeabile nero, il volto coperto per metà da un cappello, jeans e scarpe del medesimo colore, con un sorriso malizioso pieno di denti affilati.
Invece non ritrovo altro che alberi.
Ignoro l'accaduto e proseguo.

Un profumino di zucchero filato tratta col mio naso. Mi è venuta l'acquolina in bocca, devo assolutamente scoprirne la provenienza, ormai sono giorni che non mangio un pasto decente e un po' di zucchero non dovrebbe farmi male. Potrebbe darmi abbastanza energie per ritrovare l'uscita di questa foresta.
Seguo la scia zuccherosa e arrivo davanti a un'enorme albero, una quercia dai rami bitorzoluti e contorti, anneriti, forse bruciati. Il fusto è così spesso che non riuscirei ad avvolgerlo con le mie braccia da quanto è largo, le radici scavano nel terreno e lo riempiono di rigonfiamenti qua e là. Ci giro attorno e dietro vi trovo una bella sorpresa.

Il fratello minore dello Slender, pochi riescono a sopportarlo, diciamo che è tonto ma anche lui, non fatevi ingannare dal l'apparenza dolciosa, può diventare un assassino. Gli piace stare fra i bambini. Il suo completo è un frak a pus colorati e ha un gonfio papion rosso, in testa porta un cilindro nero con una piuma colorata, il suo volto è attraversato da un grande sorriso nero come i suoi profondi occhi.

Lui si è reso conto della mia presenz, si alza e mia abbraccia velocemente con le sue lunghe braccia, per paura che io possa scappare.
-oh ma guarda un po' chi c'è qui! Una bella bambina!- mi dice felice e saltellando.
Non sopporto quando mi danno della bambina.
-scusa ma io ho 27 anni- gli faccio io calma in modo da non farlo arrabbiare, meglio evitare.
-ti va di giocare?! Certo che ti va, vero?!- non credo mi abbia dato retta.
-eh... ecco io...- cerco invano di protestare.
-presa! Tocca a te!!! Ahahah!- e scappa via.
Perché proprio acchiapparella!
Lo inseguo, tanto non so che altro fare.
Sembra si sia volatilizzato, non lo trovo più. Spero non voglia giocare a nascondino perché non saprei come fare visto che loro si possono telefrasportare, per non parlare della vastità di questa foresta.
Dopo un po' lascio perdere e ritorno sui miei passi, peccato almeno avevo trovato qualcosa per deprimere la noia.

Qualcosa mi afferra la caviglia, mi congelo sul posto dall'improvvisa inquietudine che sia lui. Guardo in basso, il mio presentimento è infondato, per fortuna. Un metro da sarto si è aggrovigliato al mio piede. Subito capisco chi può esserci in giro, magari l'ha perso.

TRENDERMAN.
Un altro dei suoi fratelli, anche lui smisuratamente alto e senza volto.
Sempre vestito alla moda, e guai a te se dici che si veste male!
Rischieresti la vita. Porta gli occhiali ed è molto bravo a sfornare vestiti e a disegnare. Quasi, se lo incontro, gli chiedo se mi può fare qualche lezione di perfezionamento dei miei elaborati.
-scusa, potresti darmi il mio metro? Sai mi serve per una mia nuova collezione!-
Mi giro ed è lui. Appena mi vede fa come un'espressione esterrefatta, avrà notato il mio abbigliamento, sicuro. È quella la prima cosa che guarda mica la faccia.
-wow! Finalmente qualcuno che sa come vestirsi! Oltre che a me ovvio!- fa lui, agitando le mani in aria.
-grazie!- gli dico "contenta", lui aspetta immobile e silenzioso.
-ah, il metro! Scusa- gli dò il metro.
-grazie- è immobile, mi fissa, aspetta ancora qualcosa, ma cosa?
-eh ecco... mi piace il tuo modo di vestire.- come ho fatto a dimenticarmene?!
-oh grazie mille! Finalmente qualcuno che lo nota!- ecco il solito vanitoso.
-di nient...- cerco di dire ma lui si gira e se ne va.
-ci vediamo Blum!- mi urla da lontano ormai fra gli alberi, agitando la mano in un saluto.
-ci vedia...aspetta! Come sai il mio nome?!- se n'era già andato.
Come faceva a sapere il mio nome?
Gliel'avrà detto lui?

Riprendo a camminare, immersa da dubbi e punti interrogativi.

Don't forget my eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora