WAR FOR FREEDOM

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La stanza di controllo era illuminata dagli schermi dei televisori, che occupavano due pareti. Trasmettevano piccoli quadratini di stanze, a prima vista vuote, occupate da un singolo essere o persona...o esattamente dal nulla, ciò lo incuriosiva. Altre riflettevano l'immagine di corridoi o uffici...ma uno schermo, rimaneva costantemente spento, anzi no, era acceso. Si vedeva soltanto il rosso scorrere del tempo, ma nessun nome che rimandasse alla sua identificazione, come c'era sulle altre trasmissioni.
Lasciando da parte la sua curiosità, si mise subito sull'attenti, ricordandosi di dover ancora prendere la sua posizione d'attacco. Aveva un compito altrettanto importante da svolgere lì dentro.
Si sedette sull'imbottitura indurita della sedia a rotelle, stiracchiò le sue mani facendo scricchiolare le falangi delle dita e si protese in avanti, sopra il tavolo di controllo.
Aveva le mani su tutto l'edificio.
Sapeva già come fare, in fondo si era ritrovato davanti un semplicissimo e banale piano di controllo.
'Scemi', aveva pensato, 'credevano che non ce l'avremmo mai fatta, beh...una barriera non basta a fermarci!'
Premette in quell'istante il pulsante per lo spegnimento di tutte le luci del Sito, e si accesero le luci rosse ad intermittenza. Ogni corridoio si tinse di rosso, dei sorrisi luccicanti si allargarono agli angoli bui, per poi uscire allo scoperto.
Ben si guardò un po' attorno, prima di adocchiare il bottone per l'apertura del portone.
Un sorriso appuntito si fa largo a sua volta sulle sue labbra.

Si udì un cigolio, uno spiraglio iniziò ad allargarsi nel mezzo delle due porte in metallo. Sembrava vuoto all'interno, ma un momento dopo spuntarono le prime divise bianche sbucare agli angoli dell'apertura.
Con velocità, il ragazzo mascherato di blu sfreccia davanti al gruppo. Entrando per primo si lancia sopra le prime vittime. Dietro di lui, l'enorme creatura dal lungo pelo nero e dal muso allungato, si para davanti al cancello eliminando quei pochi piccoli puntini bianchi che tentarono di uscire. Lanciandoli dentro le sue enormi fauci e scaraventandoli, a larghe zampate, lontani dall'uscita. Il gruppo si lancia sul resto dei soldati presenti nel cortile. Il ragazzo dalla pelle grigia aggroviglia nei suoi lunghi e dorati fili le sentinelle, dalle torri e dal camminamento delle mura. Facendoli poi cadere e sfracellandoli a terra, il sangue si allarga ad enormi schizzi sul terreno, colorando le pareti grigie e le loro divise immacolate.
Il clown in bianco e nero si fa strada fra i busti e le gambe delle sue vittime, cerca di avanzare dalla massa di corpi morti che si è creato attorno. Mentre Rake affila i suoi lunghi artigli fra le ossa ruvide e nelle carni dei rimanenti. Inutilmente, quei soldati cercarono di attaccarli, all'oscuro dell'aura protettiva che si era estesa sul loro corpo. Un'energia oscura anche per gli attaccanti.

L'entrata era già pitturata di rosso, fogli ed armi erano a terra come i corpi senza vita. Le porte erano controllate a vista da Nina, mentre Sally sedeva sul bancone dondolando le gambe magre.
Il cane dal folto pelo nero e rossastro del sangue, assieme al gatto, azzannando i corpi morti e trascinandoli poi verso le uscite dei vari corridoi, bloccarono in parte lo spazio di fuga.
-Ninaaa- chiama con voce lamentosa la piccola.
-seee?- risponde a tono, tenendo d'occhio le scale che portano al primo piano, con il coltello incollato al palmo della mano destra.
-mi annoio qui, quando andiamo dagli altri?- chiede, osservando il cortile attraverso il vetro della porta tingersi di rosso.
-Sally tu dovrai rimanere qui, attieniti al piano-
-ma come faccio ad aiutarvi se rimango qui?! Non è divertente così...-
-porterai fuori di qui gli SCP che arriveranno...magari trovi qualche amichetto...-
-siii!- urla entusiasta, agitando con foga le gambe.

Si sentono dei tonfi alla porta in legno dell'ufficio, gli uomini all'interno si stringono fra se nell'angolo. Attendono un qualche segnale o spiegazione dall'altoparlante, che in realtà rimane silenzioso.
Un caricare, si sente lo scorrere di una cinghia e l'azionarsi di una motosega. Una risata isterica trapassa la porta, come il ferro dalle punte affilate che sfonda la porta in un fragoroso spargersi di trucioli. Compare un occhio grigio dalla fessura e più in alto un sorriso tinto di lilla.
-vai così Jill! Sfondalaaaa!!!- urla euforico Candy, spingendo a pugni la porta. Si sentono sempre più risate malsane e i presenti nella stanza urlano disperati e disarmati, mentre cercano un'altra via di uscita.
-ma guarda un po' chi c'è qui!- sogghigna sotto il sorriso da cannibale, disegnato sulla sua bandana. Lo sfregare delle lame delle due accette fa tremare ancor più la donna dai capelli turchesi. Retrocede velocemente, pur sapendo che dietro di lei non l'aspetta altro che il muro del suo ufficio. Il lampeggiare delle luci rosse rende ancor più inquietante ed innaturale la figura del ragazzo incappucciato, il luccicare dei suoi enormi occhiali arancio abbaglia gli occhi della donna.
Sta per caricare sulle spalle l'accetta, ma prima di scaraventarla sulla sua fronte si odono dei rumori metallici avvicinarsi. Una scia giallo senape e arancione gira fra i piedi del proxy. Lo sguardo della donna si tramuta nello sguardo di un vincente, mentre vede i suoi due amici Pod Eye distrarre e quasi far ribaltare a terra l'assassino. Agilmente si rialza dall'angolo, lanciandosi sul cassetto della sua scrivania ed afferrando la pistola al suo interno. Si precipita verso la porta scavalcando i registri cartacei riversatisi a terra.
-maledetti! Toglietevi dai piedi!!!- urla nervoso il ragazzo, mentre da terra vede la donna uscire dalla stanza.
Mentalmente, ringrazia quei due robot che l'hanno salvata...ma sa che dovrà tornare indietro ad affrontarlo...non può lasciarli lì.
L'alto giocattolaio si aggira per i lunghi corridoi, con qualche sua bambola al seguito, mentre invia qualche sua creazione nelle stanze accanto. Un sorrisetto luccica ai bagliori rossi delle luci. Passando un'altra intermittente, la sua figura si scurisce calando nel buio lampeggiante, mentre i suoi occhi si accendono di un bagliore smeraldo...assetati di sangue e di urla strazianti.

Don't forget my eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora