SCP IV

15 6 1
                                    

La dottoressa Rights stava osservando i raggi x dell'SCP-469 quando scoprì un'anomalia insolita.
Il contorno grigio della pila di piume bianche era normale, come sempre. Le ossa cave delle ali aviarie, particolarmente morbide e flessibili, si erano spostate di qualche centimetro dalla foto a raggi X del mese prima. Questo sta ad indicare che le ali arrotolate su se stesse si sono nuovamente spostate, senza essere nottate dalle telecamere.
Ma la cosa ancor più sconvolgente agli occhi della dottoressa è la posizione che ha assunto la grande creatura umanoide, che accovacciata in posizione fetale risiede al centro della massa di ali.
Il suo corpo, sbilanciato in avanti, sembrerebbe quasi schiudersi per slanciarsi. Come se, da un momento all'altro, le ali si srotolassero e quella creatura prendesse il volo.
Mai si era verificato un cambiamento simile, in tutti gli anni che l'essere ha trascorso all'interno della sua cella.
Un'anomalia che non può di certo essere presa alla leggera.
La donna allunga il braccio in avanti, scavalcando la pila di documenti che dividono la sua postazione di lavoro con quella del suo partner. Afferra con la mano la cornetta del telefono per poi digitare il numero di emergenza per l'ufficio superiore, mentre i suoi occhi continuano ad analizzare l'immagine in bianco e nero.

-signore, è arrivata la scorta che aveva richiesto- informa un addetto al controllo, facendo spuntare il suo viso da dietro la porta.
-quanti sono?- chiede l'uomo, in piedi davanti al vetro illuminato.
-circa una decina di cadaveri, signore- risponde, osservando le spalle appuntite dell'uomo.
-bene, puoi andare- lo congeda con voce severa e fredda, come se fosse assente e concentrato al massimo ad osservare oltre quel vetro.
Una figura umanoide composta da trucioli di legno di Frassino, se ne sta nell'angolo della cella. Si volta all'improvviso quando sente aprirsi la porta. Sbuca, per meno di dieci secondi, la figura di un uomo indossante una tuta Hazmat. Pronto a retrocedere per poi richiudere la porta dietro di se, lancia a terra la carcassa di un animale morto. Con andatura calma, come abituato a quel tipo di routine, si alza ed inizia ad avvicinarsi al corpo in decomposizione. Un'ampia fessura viene a crearsi sul suo petto. Arrivando sempre più vicino al corpo, si mette in contatto per poi secernere grandi quantità di acido cloridrico. Mentre i legamenti organici del cadavere si sciolgono con fragore, il legno del suo corpo rimane intatto.

Pochi secondi dopo, il dottore vede sbucare l'uomo anziano dal muro con un hamburger in mano.
La barba bianca segue il movimento della bocca, mentre divora il panino.
-perdonatemi, ma avevo un certo languorino- si scusa il soprannominato 'Dio', prendendo nuovamente posto sulla sedia.
-oh si figuri, piuttosto, mi congedo- l'uomo in camice si alza tenendo stretta sotto il braccio la cartella dell'SCP. Dopo un velocissimo saluto, questo si gira una volta aperta la porta -tornerò un'altra volta- proferisce per poi richiudere la cella alle sue spalle.
-lo spero tanto...-

Il braccio destro si riempie nuovamente di tumori.
Dopo aver guarito il cancro terminale del giovane disteso sul lettino, il Dr. Bright afferra per il braccio sinistro il ragazzo sedicenne, per poi trascinarlo fuori dalla camera ospedaliera.
-si fermi, la prego!- urla all'uomo vestito di bianco, con tono supplichevole mentre cerca invano di liberarsi dalla sua stretta.
Il dottore si volta con sguardo truce e fulmineo, come sapendo come mettere a tacere i suoi lamenti da bambino.
-fa male...- continua con gli occhi umidi, cercando d'addolcire l'uomo.
-sopporta- dice in tutta risposta per poi strattonarlo più forte. Trascinandolo per il corridoio, verso un'altra stanza in cui un'altro uomo con qualche ferita ha bisogno del suo potere di guarigione.
-non voglio!- urla il ragazzino, afferrando con l'altra mano il manico di una sedia d'attesa.
-che tu lo voglia o meno, il tuo potere potrà guarire molte persone!- gli urla di rimando, cercando di staccarlo dalla sedia.
-non mi importa! Mi fa male!- si lamenta, aggrappandosi con tutte le forze al manico della sedia.
-590 come puoi non sfruttare le tue capacità, sarebbe uno spreco!- il Dr. Bright prende il ragazzo per la vita cercando di tirarlo dalla parte opposta.
-il tuo comportamento è da egoisti, come puoi pensare a te stesso quando sai che puoi guarire la gente!-
-voglio solo starmene in pace! Anche per un solo giorno! Mi avete obbligato a recarmi dolore e ad assimilare i mali delle persone, lasciatemi almeno questo...!- urla con le lacrime che gli rigano le guance lentigginose. Appoggia la fronte sulle nocche delle mani che non smettono di lasciare la presa, solo la allentano...quando sente che l'uomo lo sta abbracciando. Tenendo le mani sul suo petto, appoggiando la sua testa sulla spalla del giovane, accasciandosi a terra insieme a lui.
-non avrei dovuto obbligarti a farlo...- sente sussurrargli all'orecchio. Entrambi sperano di non essere visti e di non essere sentiti. L'SCP sa che a tutti è proibito relazionarsi con lui, non deve essere chiamato in modo diverso da 590. Sa di essere un attrezzo da usare...non un amico, nipote o figlio. Sa molto bene che se il Dr. Bright venisse scoperto sarebbe subito mosso ad un compito diverso.
-una settimana può bastare?-

Don't forget my eyesKde žijí příběhy. Začni objevovat