CROSS WALLS

33 8 3
                                    

-trovato Sally! Sei curiosa di leggere insieme a me il contenuto?- dico entusiasta, ancora con gli occhi fissi sull'interessato, non accorgendomi dello strano silenzio.
Alzo lo sguardo e rimango immobile. Osservo un punto vuoto, non c'è nulla. Guardo nella direzione in cui, un attimo prima, vi era la mia accompagnatrice.
Ma di lei non c'è alcuna traccia, scruto nel vuoto in cerca della sua presenza.
Nulla, è sparita nel nulla.
Non ricordo di aver sentito rumori o spostamenti, quindi mi chiedo come abbia fatto ad andarsene così silenziosamente.
Tutto ciò mi inquieta.

Mi dirigo vicino al pilastro, in cui se ne stava immobile ad osservare a terra. Curiosa guardo ai miei piedi e subito capisco a chi si rivolgesse, con quella frase sussurrata.
Un buco nel terreno fa intravedere un corpo.
Una buca scura che continente al suo interno un corpo umano morto, da chissà quanto tempo. È difficile stabilirne la morte, la sua pelle sembra ceramica impolverata, bianca e rigata da crepature. Si possono ancora vedere le ciglia, degli occhi socchiusi, legate da ragnatele e granelli di polvere misti a terra.
Non si sente alcun odore di morte.
Sembra stia dormendo.  

Allontanandomi, riguardo i vari pilastri disposti in due file da tre colonne. Ed ora comprendo che cosa intendesse con "Un luogo elegante per un infinito riposo...se usi l'immaginazione."
I pilastri potrebbero essere delle colonne greche, di un qualche tempio antico, se le si guarda dal lato giusto. Un posto affascinante da questo punto di vista, per un riposo infinito come la morte.
Apro il nuovo biglietto, sperando in me che si ormai l'ultimo.

Procedi sempre alla tua destra, a sud. Incontrerai un incrocio di muri.
Tuo, Slender.

P.S. Hai quasi completato il gioco.

Mi chiedo come faccia a sapere che il sud si trovi alla mia destra, attualmente. Ancora penso che lui mi stia guardando, che mi stia osservando da dietro.
Leggendo l'ultima frase, dove mi informa del termine del gioco, il mio cuore sorride e un'agitazione irrefrenabile mi assale.
Non vedo l'ora di trovarlo, di corrergli incontro ed abbracciarlo dopo una lunga e silenziosa giornata, passata in solitudine per il bosco.
Mi avvio, silenziosamente, alla mia destra verso la prossima destinazione.
Alla ricerca di quel "incrocio di muri".

Faccio velocemente, i piedi accelerano un passo dopo l'altro. L'ansia di rivederlo si impregna nei miei polmoni, lasciandomi respirare a stento. Mi sembra di fare tutto in fretta e furia, mi sembra di attraversare il bosco con un solo passo.
Fra gli alberi scuri, dai tronchi sottili e spogli, appare un muro in mattoni rossi. Gli giro attorno e noto un'altro muro posto ad angolo retto. Cammino intorno alla parete di mattoni, ricoperti qua e là da muschio verde scuro.
In totale, i muri che ho contato sono quattro, questi formano esattamente quattro angoli retti.
Come aveva scritto lui sull'indovinello "Incontrerai un incrocio di muri.", si riferiva a questo.

Mi guardo attorno in cerca di qualcosa, di lui o del biglietto? Osservo i rami aghiformi dei pini, che mi sovrastano e spezzettano il cielo ormai scuro.
Scruto attentamente le varie facce dei muri, in cerca di qualche lembo di carta, potrebbe averlo nascosto fra un mattone e l'altro.
Nulla, sembrava così facile quest'ultimo nascondiglio, invece si è rivelato un lavoro lungo ed impegnativo.
Nella mia mente conto i minuti che passano, questo mi mette ansia ed agitazione ma non posso fare a meno di tenere a mente il trascorrere del tempo.
Girovagando intorno ai muri, dagli spigoli superiori crollati, guardo qua e là cercando una piccola goccia di nero o rosso accesso. Cerco qualcosa che mi possa ricordare un bigliettino colorato.
Cammino con le mani che tremano, in cerca di qualcosa da afferrare nell'aria, e lo sguardo che vaga dal bosco ai muri, dai muri al bosco.

Torno a riguardare i muri e al mio occhio spunta un colore acceso. Si mimetizza quasi con il rosso sporco dei mattoni.
Mi blocco sul posto e avvicinandomi alla superficie del muro, guardo in alto con lo sguardo che non si stacca dalla nota di colore vivo.
Quel colore, ora che ci faccio caso, spicca su tutto il resto.
Mi alzo in punta di piedi, afferro le poche sporgenze dei mattoni che vi sono, e mi slancio verso l'alto.
Staccandomi da terra, arrivo al punto di incrocio dei quattro muri. Guardo dall'alto quel piccolo biglietto solitario, posto precisamente al centro con uno spigolo che sporge verso di me.
Mi sbilancio per afferrare con la mano destra il lembo di carta.

Atterro con le gambe che tremano per la stanchezza, il biglietto nella mia mano e il cuore in gola per l'emozione.
Mi sento sempre più vicina a lui.
Manca soltanto quest'ultimo indovinello.
Apro i lembi di carta rossa, riguardando la mia lettera iniziale del mio nome, incisa con l'oro.
Ne leggo il contenuto con la voce che trema.

Segui l'odore di zolfo nell'aria.
Incamminati verso la selva oscura.
Tuo, Slender.

Don't forget my eyesWhere stories live. Discover now