FANTASMA BIANCO

25 7 0
                                    

Circondata e nascosta dagli alberi, piange con rammarico, seduta su di un tronco tagliato. Tenendo il viso sulle mani enormi e fredde, cerca di coprire e fermare le lacrime nere che sporcano la pelle lattea.
La schiena sobbalza per i singhiozzi, si sente debole pur non essendo vista da nessuno. L'idea di piangere lacrime amare per un umana che ha ucciso, la fa sentire inferiore.
Non avrebbe mai voluto tutto ciò...non sarebbe dovuta morire.
Il suo intento...lei voleva soltanto renderla sua proxy.
A quel pensiero le ritorna in mente l'espressione sconfitta di suo padre, quegli occhi acidi in cui si specchiò lei stessa...la morte. Si, ora ricorda quale era il suo intento, desiderava prenderla e renderla sua. Voleva sottometterla e trasformarla nella sua proxy. Dunque ora non dovrebbe per nulla versare lacrime, era la figlia di quell'uomo che cercò di distruggerla, di utilizzarla come arma da guerra.
Ma sa che qualcosa si era andato a crescere nel suo cuore. Qualcosa si era sciolto con lei, in quella notte d'amicizia. In fondo teneva a lei, deve ammetterlo.

Un'altra lacrima scivola sugli zigomi magri. Alzando il volto osserva il cielo, che ormai si è ripulito dalle nuvole tempestose. La luna si vede chiaramente, bianca e dalle sfumature grigiastre. Una lampada nel mezzo della stanza buia, circondata da piccole lucette.
Sente la scia umida sul suo viso raffreddarsi, e quasi venire assorbita dalla pelle.
Un movimento d'aria, o meglio un abbassamento di temperatura. La donna irrequieta si guarda davanti a se con circospezione, non è opera sua quel perturbamento climatico.
Sente la presenza di qualcosa, non è precisa...la posizione è incerta, sente i suoi sensi annebbiati e si innervosisce non riuscendo a localizzare l'intruso.
Uno spiffero gelido e ghiacciato, si estende sulla sua spalla sinistra.
Un brivido scende e percorre il suo corpo, voltandosi rimane impietrita.
Una piccola mano bianca, trasparente e dal corpo grigio, è appoggiata sulla sua spalla.
Asciugandosi velocemente le lacrime, per paura d'esser vista, si volta e guarda in volto il disturbatore.
Una ragazza la guarda con occhi indifferenti, quasi sereni. Un leggero sorriso si addormenta sulle sue labbra. Il suo corpo è coperto da un pigiama bianco, collegato alle braccia da due fasce di tessuto arricciato, lasciando scoperto il torace. Non vi sono gambe sotto il vestito, il tessuto termina con spacchi, buchi e strappi. I suoi capelli fluttuano nell'aria, seguendo un vento inesistente e coprendo l'occhio che le è rimasto intatto.

-...Sonora...- sussurra la donna con espressione stranita, pensando al fantasma che le sta davanti. Si alza dal tronco e la guarda dall'alto, guarda il suo simbolo inciso nell'occhio della ragazza.
-non dovete piangere per me- dice con voce sottile e calma, lei la guarda dal basso per poi fluttuare, fino a raggiungere l'altezza del collo della donna.
Questa si chiede il perché di quella visione. Certo, la sua anima ha tutti i motivi per non essere in pace, e dunque per rimanere nel mondo degli umani.
-ti consiglio di attraversare la luce, finché puoi- dice Blum, con fare indifferente e tono freddo.
-no- risponde schietta e senza rimorso il fantasma. Il suo sorriso non accenna a sparire...un sorriso giovane, vivo...felice.
-non posso- continua, vedendo l'espressione contrariata della donna    -non è ancora la mia ora. La luce rimarrà lì, finché non sarò io a volerla attraversare- si blocca, voltandosi e guardando in una direzione opposta.
Guarda la sua casa, da lontano.
-voi mi avete tolto la vita, ancor prima che io realizzassi i miei sogni. Non posso andarmene finché non saranno terminati, ma...- abbassando lo sguardo, sembrerebbe quasi che quella sua espressione serena si rabbuiasse per un secondo. Blum osserva il suo comportamento con il mento alzato, con superiorità.
-non posso andarmene senza di lei, non posso lasciarla qui...non potrei mai- riprende con espressione serena, nascondendo dell'imbarazzo.

-vorrei che voi prendeste me e la mia amica come proxy- con voce titubante, teme che la sua amica si rivolti contro di lei, se la donna esegue ciò che le ha chiesto.
-mi stai chiedendo di renderla una mia proxy? Sai cosa vuol dire?- interroga dall'alto l'operatrice, guardandola di sottecchi e confusa dalla sua richiesta. In fondo sarebbe utile un'altro proxy, ancor di più se umano...visto il fallimento precedente.
-si, so bene che significa. Saremo vostre schiave...ma non importa- continua a dire, guardandola nel punto in cui dovrebbero esserci gli occhi -lei sarà sempre al sicuro se ci sarò io al suo fianco. Vi prego, ho bisogno di lei...- supplica il fantasma. La donna osserva come attirata l'occhio marchiato, mentre pensa a ciò che le ha appena detto.
"Lei sarà sempre al sicuro se ci sarò io al suo fianco" quella frase l'ha stupita, crede forse che sia una passeggiata essere sottomessi da un essere come lei, ed eseguire ordini, come uccidere a sangue freddo degli umani? Si domanda, pur pensando già come trattare la ragazza di cui parla.
-non sarà una passeggiata, soprattutto per lei. Le sembrerà di stare come all'inferno. Non credo che sarà felice di sapere che sei stata tu, a chiedermi di renderla una mia proxy- spiega con voce quasi accusatoria, incrociando le braccia sul petto.
-sono sicura che non si arrabbierebbe, e anche se lo fosse...me ne occuperò io- cerca di convincerla, con voce addolcita e quasi supplichevole.

La ragazza osserva il volto della donna, cercando qualche segno di approvazione. Questa voltando la testa dall'altra parte, un'espressione inumana e beffarda si forma sulla sua pelle.
In una situazione come questa...sarebbe uno spreco non approfittarne, pensa con qualche piano in mente.
-molto bene, se è questo che vuoi la marchierò. C'è un ma...- dice rivoltandosi e guardandola con un sorriso malevolo, sta mettendo in atto il suo piano.
-farò tutto ciò che vorrete...- afferma indifferente la ragazza, ma con un cambiamento dell'aura, ha paura di ciò che sta per dirle.
-allora perché non stringere un patto?- continua, un sorriso nella sua mente si fa sempre più largo e sadico -renderò questa tua amica mia proxy e lavorerà al tuo fianco fino alla fine, ti occuperai di lei e...- l'espressione della ragazza rimane immutata e un senso, quasi di liberazione e di felicità, si fa largo nella sua luminescenza.
-...in cambio, tu dovrai lavorare per me fino alla mia fine. Non potrai attraversare la luce, finché io non sarò completamente morta- conclude, alzando la mano nella sua direzione per stringere il patto. La ragazza rimane impietrita, indecisa e terrificata sul da farsi.
Se accettasse avrebbe la sua amica sempre al suo fianco, continuerebbe a passare la sua "vita da morta" insieme a lei...un modo per far sì che i suoi sogni si realizzino. Ma, dall'altro lato della medaglia, lei dovrebbe continuare a lavorare, eseguire gli ordini e lasciarsi sottomettere dalla donna. Dovrà allontanarsi dalla luce del paradiso e passare anni, o peggio secoli, affianco all'Operatrice. Finché non perirà, sarà legata a lei.
Non prendendo in considerazione la reazione che potrebbe avere l'amica, siccome ha scritto lei il suo destino e futuro. Sa che sarebbe una cosa da egoisti, privarla dei suoi sogni e del suo futuro solo per un piacere.
Ma sa in se che forse starebbe bene, dopotutto ci sarà lei al suo fianco ad aiutarla e a sostenerla.
Realizzeranno i loro sogni insieme...in qualche modo.

Avvicina la sua mano lattiginosa, le si vede attraverso. Leggera e quasi impercettibile, afferra l'enorme mano della donna che l'ha uccisa.
Stringe il patto con una stretta decisa e con sguardo competitivo...come se tutto ciò fosse solo un gioco, una gara in cui vinci e vivi o perdi e muori. Noncurante dei secoli che dovrà passare in quel mondo, al suo fianco...inconsapevole della parziale immortalità della donna.
L'Operatrice la guarda, una doppia faccia ride e sorride, amara e beffarda. Il suo piano ha funzionato, ha abboccato.
Delle scie di luce bianca, si aggrovigliano dalla mano del fantasma mentre, sulla mano della donna, luci nere si legano con quelle...soffocandole e spegnendole.
Il patto si è stretto, le firme si sono asciugate e il simbolo risplende, vivo di potere.
Lasciando il contatto, allontanando la mano la ragazza riprende a parlare.
-non fatele del male- sussurra rattristata, ricordandosi il dolore provato prima della morte. Un ricordo già sfuocato, come quelli dei gironi passati prima di quella notte.
-dovrà provare del dolore, o il simbolo non si formerà- dice di rimando, comprendendo i pensieri e le intenzioni della ragazza. Tiene molto a questa sua amica, pensa quasi acida.
-almeno, cercate di farle male il meno possibile...vi prego- la guarda con occhi addolciti, cercando di far uscire la parte buona di quella donna. Questa invece, la osserva di sbieco e con fredda indifferenza.
-te lo prometto...- dice sottovoce, sapendo che sarebbe un male promettere una cosa del genere a un proprio proxy.

Voltandosi, come per avviarsi verso una meta sconosciuta alla ragazza          -come si chiama questa tua amica?- domanda, pur sapendo benissimo il suo nome...l'aveva sempre osservata, all'oscuro di lei. Aveva già preso a mente l'idea di renderla sua proxy.
-Sarah...si chiama Sarah Grey- risponde con voce triste, guardando la schiena nera della donna.
-molto bene...il tuo nome, d'ora in poi sarà White Blood- decide questa, iniziando a camminare pestando il terreno con i suoi tacchi. Abbandonando la ragazza fantasma, il suo nuovo proxy, la saluta con superiorità dicendo -dovrai chiamarmi Operatrice- allontanandosi sempre più scompare nel fitto bosco, nell'ombra nera.

Il fantasma rimane solo con i suoi pensieri e i ricordi annebbiati.
Giura di tenere per sempre a mente, la vita da cui è stata strappata. Giura e promette di proteggere con la sua anima l'amica.
Inconsapevole quella notte giura, stringendo un patto con la morte, di servire e rimanere affianco a quella donna, l'Operatrice.
La luna risplende sopra le loro teste, innocente.

Don't forget my eyesWhere stories live. Discover now