I SOGNI SI AVVERANO

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Della luce rossiccia filtra dai fori delle persiane.
Una mattina tiepida, dall'aria pesante.
Apro l'armadio in legno scuro e pesante, dai finimenti ottocenteschi.
Noto che in fatto di abbigliamento, mi sono lasciata trasportare dal nero, forse un po' troppo.
Ed è giunto il momento di cambiare.
Separo con le braccia gli attaccapanni che sorreggono i miei abiti, scopro il fondo del mobile.
Appoggio il palmo della mia mano sulla superficie liscia di legno levigato e lucido. Spingendo, questo si apre come una porta, si fa da parte.
Un'aria soffocante ed afosa colpisce il mio volto scuotendo la mia camicia da notte.
Sembra che nessuno abbia più aperto questo luogo, da anni ormai.
Attraverso quel muro d'aria calda, una sensazione di polvere si infiltra nelle mie narici, dei fili di ragnatele si infrangono sul mio viso.

Sento un tonfo alle mie spalle.
Le ante del l'armadio si sono richiuse dietro di me.

Procedo curiosa di mettere luce su questo ambiente.
Lascio che la mia mano prenda fuoco per far luce al mio cammino. Vado avanti tranquillamente.
Gli angoli del corridoio sono rivestiti di fili argentei ripieni della polvere che hanno catturato.
Pian piano mi allontano dall'entrata, l'aria che prima mi opprimeva sembra essersi prosciugata, lavata dal calore che l'appesantiva.
Ora profumata di un fresco dolce che avvolge la mia pelle e cancella le gocce di umidità.
Sembra che nel tunnel si sia andata a formare una leggera frescura di primavera.

I miei occhi vengono abbagliati da un improvvisa luce limpida e bianca.
Spengo la mia piccola torca umana, ormai il bianco sovrasta su tutta l'oscurità.
Mi avvicino sempre di più alla fonte, un dolce profumo di fiori e miele addolcisce i miei sensi.

Mi ritrovo su un prato fiorito, di mille colori, accerchiato da una radura di pini verdi smeraldo.
Un abito bianco prende il posto della mia camicia da notte nera.
Mi arriva fin sotto le ginocchia, una fascetta in vita lascia che il tessuto panneggi leggero e asciutto, dei soffici rigonfiamenti sovrastano le mie spalle per poi stringersi nell'avambraccio.
Sento il mio volto sciogliersi, come liberarsi da una smorfia di tensione.
Porto la mano sulla superficie di pelle e sento di nuovo quelle dolci dune che erano le mie guance.
Accarezzo quelle sottili labbra, che in passato avevano subito il mio nervosismo e la mia ansia, trasformandosi in piaghe sanguinanti.
La vista diviene limpida e colorata come quella di un tempo, prima che il mondo mi diventasse grigio agli occhi.
Niente separa i miei piedi dal terreno soffice, bagnato da una leggera pioggerella di maggio.
Mi immergo al centro del prato, questo mi avvolge dai suoi molteplici aromi.

Una risata allegra di bambino cattura la mia attenzione. 
Proviene al di fuori del prato, oltre le chiome degli alberi.

Un movimento d'aria mi spinge, accompagnandomi al luogo.
Una casa in legno si erge davanti ai miei occhi.
Un uomo, con i vestiti da ufficio, abbraccia il bambino dal sorriso spiccato in volto.
Suo figlio probabilmente.
Lui ha una carnagione chiara i capelli di un biondo chiaro, quasi latte come la sua pelle.
Si volta e nei suoi occhi riconosco l'uomo di cui il mio cuore si è fatto arrestare per amore.

I suoi occhi, così profondi e freddi, dolci quando ti ama e pungenti se ti odia. Sprizzano gioia come non mai.
Non l'ho mai visto così fiero e felice, o forse.
-tesoro, andiamo a preparare un dolce per questa bestia malvagia?- pieno di ironia guarda il bambino di sei anni che tiene fra le braccia mentre si dimena ridendo.
Tutto è già accaduto, ecco dove ho conosciuto tutti.
L'ho già vissuto, ho vissuto in un'altra vita, io...lo avevo già amato.

-certo, sempre se questo buon ometto sa decidersi, se entrare e fare il bravo o starsene fuori a saltare nell'acqua?- le parole mi escono di bocca senza il mio controllo, senza che io lo voglia il mio corpo si muove e avanza.
-lo facciamo al cocco mamma?- le dolci parole del bambino mi risuonano nella mente.
Scalfiscono un lontano ricordo pieno di felicità e di sofferenza.
Questa memoria mi fa male al cuore.

Don't forget my eyesWhere stories live. Discover now