TWIN ROCKS

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Rammenti, il momento in cui ordinai a uno dei miei proxy di risparmiarti?

Come potrei dimenticarmi.
Mi incammino verso un luogo misterioso, un luogo che conosco bene.
Quel lontanissimo giorno, correvo cercando di seminare la "morte".
Stavo scappando da uno dei suoi proxy, Ticci Toby.
Ripercorro lo stesso tragitto che feci con il cuore in gola, in compagnia di un suo seguace.
Rivedo quell'immagine davanti ai miei occhi.
Un ragazzo incappucciato, occhiali arancioni da saldatore e...due accette affilate nelle mani.
Sento ancora il batticuore che mi aveva occupato il petto e appesantito la testa.

Un cielo limpido ma di un color grigiastro.
La luce del sole bacia le piccole parti di pelle, scoperta dagli abiti pesanti.
Sento il calore dei raggi che cerca di riscaldare le mie carni, ma il dolce caldo rimane in superficie, e non penetra nelle mie membra gelide di morte.
Quel giorno invece, ricordo che c'era un forte rovescio di pioggia fredda.
Mi sembra di percepire ancora le gocce colpire la mia pelle bollente, gocce che pungevano il mio corpo mentre cercavo di fuggire.
Posso ancora sentire i suoi passi felpati dietro le mie spalle.

La paura e l'inquietudine che provai quella volta, non batterà mai il dolore di quella sera.
Mi chiedo, perché continuo a tormentarmi in questo modo, perché continuo a ricordare quel momento?
Dovrei guardare al futuro, non il passato. Quello dovrei scordarmelo, dimenticarlo e rinchiuderlo in un cassetto impolverato.
Eppure la mia mente continua a farmi rivivere quelle immagini ormai, e per fortuna, già lontane.

Persa nei miei pensieri, non mi accorgo che gli alberi si stanno velocemente diradando. All'improvviso uno spacco nella foresta, una piccola macchia vista dall'alto e priva di alberi.
Arrivata nel luogo, due enormi pietre svettano su un leggero rialzamento del terreno.
Risvegliata dal fluire della mia mente, mi metto subito a cercare il piccolo foglietto nero.

Cammino lentamente intorno ai due massi grigi, ricoperti nel basso da un secco muschio.
Ispeziono attentamente il terreno, la loro superficie ruvida, che si innalza poi verso il cielo.
A prima vista sembra non esserci nulla, ma non voglio arrendermi per così poco.
Abbasso il volto per osservare attentamente il terreno erboso.
Vedo soltanto steli d'erba, bagnati dalle gocce di lucida rugiada.
Terra e muschio che si mescolano a vicenda.
A pensarci, non avrebbe mai nascosto un biglietto di carta sottile nell'erba, essendo ancora bagnata avrebbe potuto rovinarlo, e l'inchiostro si sarebbe disperso rendendo illeggibili le parole.

Mi volto verso le alte e appuntite pietre.
Parto dalle punte, dal punto più ovvio e sciocco per un nascondiglio.
Nulla, ovviamente.
Abbassandomi, continuo ad osservare la superficie grigia e umida.
Ancora niente.
La pietra non sembra esser stata scalfita, non c'è nessuna crepa o fessura dove avrebbe potuto infilarlo.
Nessuna imperfezione.
Sempre più stranita, mi chino verso la base delle due rocce.
Il muschio ricopre la superficie, sembra cercare di risalirla per raggiungere la vetta delle pietre.

Tasto i riccioli verdi, sono umidi ma non lasciano gocce sul palmo della mia mano.
Giro in tondo, cercando qualche anomalia nella spugna verde.
Ed ecco lì.
Proprio nel mezzo, tra una pietra e l'altra, un lembo di muschio sembra essere fuori posto, spostato dalla sua posizione originale e naturale.
Cerco di sollevarlo e senza difficoltà scopro il piccolo foglietto, che questa volta è di un color rosso accesso.
Bel posto per nascondere qualcosa che salta all'occhio.
Tra la pietra asciutta e la base di terriccio del muschio, secco per via dei caldi raggi del sole.

Rigiro fra le mie mani quel quadratino colorato, con sorriso soddisfatto.
Apro i lembi di carta, scoprendo così il prossimo indovinello.

A quanto pare hai buon occhio per i piccoli dettagli, ottimo lavoro, ma non cantar troppo presto vittoria.
Dove incontrasti un'altro dei miei fedeli proxy?
Tuo, Slender.

Magnifico...so già dove dovrò recarmi.

Don't forget my eyesWhere stories live. Discover now