AVVENIMENTI SPIRITI

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Finalmente qualcuno mi ha adottata. La casa è fantastica, un po' piccola ma non mi lamento, sempre meglio di quel manicomio.
I miei nuovi genitori sono...fighi.
Lui è un architetto, quindi se voglio una nuova scrivania su cui scrivere, io gli faccio il progetto e lui me la costruisce. In legno ovviamente, lo adoro: per i tipi di sfumature che può avere, per le sue venature, l'odore quando mio padre lo leviga. Wow, mi sembra di stare in mezzo a un bosco. Però c'è un controsenso, odio il disboscamento.

Lei è un artista, e devo dire che la stimo un sacco. È bravissima e ogni giorno disegniamo insieme, ascoltando musica. Ci piacciono le stesse canzoni e gli stessi artisti, odiamo le stesse cose e ci piace leggere a entrambe. Due gemelle insomma. Questo per me è perfetto. Ci succede di rado di litigare, di solito per qualche particolare o disegno uscitomi male. Io faccio vedere i miei disegni solo a lei, perché mi fido.
Mi capita spesso di dubitare di me stessa, ad esempio dico sempre che non sono brava a disegnare, a fare questo, quello ma, a me viene spontaneo. È come se mi volessi nascondere dalle critiche degli altri, di queste ne ho paura. Paura di essere giudicata, di non essere all'altezza, di non piacere agli altri.
Questo è stato il mio terrore da anni.
Non piacere agli altri.
Ma adesso devo dire che va meglio.

A scuola tutti mi trattano bene, come se fossi superiore a loro. Ho un mucchio di amici, i prof mi sono simpatici e io sto simpatica a loro. Non sono una lecca piedi, voglio solo che pensino che io sia una brava alunna che studia, in modo da non stare nel loro mirino per tutto l'anno. Anche se qualche volta ho i miei alti e bassi, cioè dopo un po' mi stanco di studiare.

Nella casa in cui vivo ora, la cosa più interessante è la soffitta, ma ammetto che è pure inquietante.
Di notte da lì si sento dei strani rumori, mormorii come se qualcuno stesse parlando. Quindi, dopo un po' di notti passate a guardare il soffitto, mi sono decisa a dare un'occhiata.

Una notte, i rumori si sentivano molto più delle scorse volte, come se chi stesse parlando non gli interessasse se qualcuno stesse a sentire.
Andai di sopra, un po' tremante per via di quei mormorii uniti al buio che c'era nel corridoio, quasi quel buio volesse nascondere qualcosa. Salii le scale scricchiolanti, ormai usurate dal tempo. Aprii la porta dalla maniglia gelida e arrugginita. Avevo gli occhi sbarrati per la paura. Avanzai dentro quella stanza e un muro di aria densa, umida e calda mi inglobò in quel luogo. Andai in mezzo alla stanza completamente buia, non si vedeva niente e mi pentii di non essermi presa una torcia.

Qualcosa in quella stanza si illuminò, la luce era di un bianco lattiginoso.
Un'altra dalla parte opposta si illuminò, poi un'altra ancora e ancora. La stanza si rischiari pian piano di queste luci fioche. Incuriosita mi avvicinai a una, fluttuava, sembrava un uomo. Allungai una mano ma una voce mi prese di sprovvista.
-che fai tocchi?!- la voce proveniva dalla luce, lentamente divenne una forma precisa. Un uomo vestito da nobile, con un lungo taglio al collo, molto profondo da cui usciva una sostanza oleosa nera.
-lascialo perdere cara- fece una voce femminile. All'improvviso tutte le luci si avvicinarono a me, circondandomi.
Non avevo paura, stranamente.
-chi ha parlato?- chiesi.
-wow, lei oltre a vederci ci può sentire!- disse un'altra, acuta.
-chi siete?-
-siamo i vecchi proprietari di questa casa- parlò una luce, che rifletteva la forma di un saggio vecchietto.
-si e ora non avremo mai pace!- riprese a parlare scontrosa, la prima a cui mi ero avvicinata.

Erano persone "d'epoca", vestite eleganti, alcune con pigiami altre con vestiti, come se fossero pronti per una festa in maschera, ma qualcosa risaltava sui loro corpi. Tagli, profonde lacerazioni, squarci, buchi sul petto e su un occhio.
-siete fantasmi?!- chiesi intimorita.
-si beh, fantasmi non è proprio il termine adatto, ma siamo spiriti legati fin dalla morte a questa casa-
-e non potremo mai andarcene-
-quindi voi siete spiriti e...io vi vedo?!- presi a tremare.
-beh cara se non l'hai capito, tu sei...-iniziò la donna.
-sei speciale- finì di dire la bambina.
-ma chi vi ha...ucciso?- chiesi, con la paura di aver toccato un tasto dolente.
-oh, il ragazzo che ci ha ucciso è una persona spietata!- ricominciò l'anziana.
-malvagia!- definì un'altra.
-è un pazzo!- sbottò il vecchio.
-si ma... chi è che vi ha ridotto così?-
-lui è ricercato da anni ormai- disse incerta la figura.
- il suo nome è rimasto e rimarrà tra i nomi degli assassini più pericolosi!- specificò l'uomo.
-a ridurci così è stato Jeff The Killer!- disse la donna tremante di paura.

Me ne ritornai in camera mia, sotto le coperte un po' scettica, lasciando che i pensieri di quella notte si andassero a depositare in fondo alla mia mente.

Don't forget my eyesWhere stories live. Discover now