...NERA

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Apro la porta di casa e stupita mi accorgo che lui è ancora sveglio.

-allora, com'è andata?- il suo pallido volto spunta dall'angolo.
-che ci fai ancora alzato a questa ora? E perché sei in sala da pranzo?- gli domando curiosa.
Spero di non mandarlo su di giri solo per questi incontri tra me e un'umana.
Non vorrei che si preoccupasse per niente.
-potrei farvi la stessa domanda- ribatte lui con scherno.
-vorresti dire, che ci hai spiato?- non voglio arrabbiarmi, solo vorrei avere un po' di privacy.
-"spiare" non è il termine adatto, dico solo che ho visto ciò che hai visto tu- mi sta prendendo in giro?
Sfogliando il giornale uscito questa mattina, osserva i titoli con le notizie più evidenti e pensa a come sta crescendo il mondo all'esterno.
Può sembrare strano leggere il giornale alla sera ma lui afferma "le notizie possono maturare con il trascorrere del giorno", anche se io trovo inutile informarsi di cose che avvengono in un posto di cui noi non facciamo parte.

Accomodandomi sulla sedia accanto a lui, afferro una tazza di tè nero che era stata posta di fianco alla sua già vuota.
-posso?- chiedo gentilmente, indicando la tazza bianca.
-certo, comunque devi ancora rispondere alla mia domanda- mi ricorda lui continuando a girare i fogli sciupati.
-è andata bene- gli rispondo.
Mi domando perché lui mi chieda come sia andato l'incontro.
Non aveva appena rivelato di aver visto tutto?
-c'è qualcosa che devi dirmi per caso, Blum?- il modo con cui pronuncia il mio nome alla fine della domanda mi fa rabbrividire.
Come se lui aspettasse che io gli dicessi tutto, vuole sentirselo dire da me, ma cosa vuole sapere?
-non avevi assistito Slender?- ribatto io con il suo stesso tono.
Lui si volta con una smorfia di frustrazione, credo di averlo colpito usando la sua stessa "moneta".
Chiude il giornale, ripiegandolo e buttandolo in modo sbrigativo sul tavolo.

-perché le hai dato la tua rosa?- mi chiede con espressione indecifrabile.
-perché, non potevo?-
-no, solo che la prima volta l'hai data a me...- il suo tono di voce si abbassa notevolmente, sembra quasi che si senta a disagio.
-e allora?- non capisco che gli prenda.
-non lo so, solo mi sembra strano...prima ne dai una a me e poi a una piccola umana- una nota acida si accende nella mia bocca. Non mi va giù che lui continui a definirla in quel modo, ma non ho voglia di discutere per una cosa del genere.
-non dirmi che sei geloso?!- faccio io sconvolta.
La sua espressione si accende, esplode.
-no! Assolutamente!- ecco perché si comportava in quel modo.
Si sente a disagio a provare un'emozione così stupida, e pericolosa.
-scusami, saprai te a chi darla quindi io non sono nessuno per poterti dare ordini- dice alzandosi e dirigendosi in corridoio.
Ho paura di averlo ferito in qualche modo.

-Slender...ti prego, devi capire che io dono la mia rosa soltanto a chi voglio bene, e a cui tengo. Ti consiglio di non pensare a chi potrò donarla in futuro, ma tieni a mente che il primo a cui l'ho regalata sei stato tu, e c'è un motivo...-inizio a parlare io in modo sottile e rilassato, mentre lui si volta silenzioso.
-...e il motivo?-
-l'ho regalata a te per primo, perché tu sarai sempre il mio primo pensiero e il primo a cui darò il mio cuore- strano, mi sarei aspettata un pensiero così dolce detto da lui e invece sono io a dirglielo.
-sappi che quella rosa la conservo ancora, Blum- non l'avrei mai immaginato. A queste parole rimango stupida, e felice allo stesso tempo.
Da qualche parte tiene costudita con cura la mia prima rosa.

Lui continua ad avanzare, per quel corridoio lungo e tenebroso, verso la sua camera.
Sento come uno spillo piantarmisi sulla caviglia, che mi aiuta a lasciarmi andare.
Balzo in avanti e percorro quei pochi metri che ci stanno dividendo.
Non accorgendosene, mi aggrappo in modo disperato alle sue spalle, nascondendo il volto sulla sua schiena coperta dalla sola camicia bianca.
Lo sento stupirsi del mio gesto affrettato e imprevisto.
-ti prego, non essere freddo con me Slender...- gli sussurro da dietro.
Io lo amo per quello che è, e lo amo ancor di più quando fa il freddo e indifferente con me per poi tornare dolce e affettuoso.
Lo amo per i suoi sbalzi d'umore, per il suo carattere e per il suo comportamento insolito.
Lo amo per il mostro che è.
-lo sai che, anche se faccio il freddo con te, io mi impegno ogni giorno per farti capire che ti amo sempre di più. Sono fatto così Blum- mi dice lui facendomi sciogliere dentro il cuore.
A volte anche rimanendo gelido riesce a dire delle cose veramente dolci.

-ed è per questo, io ti amo così come sei. Solo, non puoi comportarti così per sempre, sennò io non farò altro che sentirmi in colpa, come se fosse per mio errore ogni volta...- lui scioglie lentamente l'aggancio, che avevo stretto con le mani intorno al suo collo.
Voltandosi mi solleva il volto con l'indice della sua mano.
-non sarà mai colpa tua Blum, questo è il mio carattere e nessuno può farci niente. Solo tu però, imparerai a sopportarlo e a come far sciogliere quel ghiaccio che mi stringe il cuore, se davvero mi ami- mi sussurra guardandomi intensamente.

-Slender, io- mi blocca improvvisamente, mettendomi l'indice sul punto in cui dovrebbero esserci le mie sottili labbra.
Quel contatto mi fa sussultare, congelo sotto il suo sguardo.
-ora vieni con me, tesoro- quelle sue parole mi scaldano dentro, pur essendo dette con freddezza sento comunque la loro dolcezza.
Scende a terra e senza rendermene conto mi solleva in aria, tenendo il braccio sotto le mie ginocchia e la mano che mi sorregge le spalle.
-che vuoi fare?- chiedo esaltata per la sua mossa brusca. Lui mi guarda sognante, appoggio la testa sul suo incavo trattenendomi dal sprofondare nel mondo dei sogni.
-voglio sentirti accanto mentre dormi- dice lui con voce seducente.
La mia pelle diventa tutta un brivido di freddo calore e passione.

Mi adagia lentamente sul letto, della sua stanza, colorato dalle coperte scure.
Dalle ante delle finestre scorre un sottile bagliore di luna piena. Un venticello, fa cigolare quel legno grigiastro, scagliandosi contro come per entrare e allagare la stanza con il freddo notturno.
Si sentono le foglie cantare silenziose, scontrandosi fra loro.
Un dolce gufo, in lontananza, richiama l'oscurità del cielo.

Un caloroso contatto si accende fra la nostra pelle candida. Gli lego le mie sottili braccia intorno al collo, per portarlo più vicino al mio volto.
Lui si aggancia, baciandomi dolcemente la pelle del gelido volto. Sento una scintilla di calore scaturire da quell'unione.
Afferrandomi per i fianchi mi accarezza dolcemente le asciutte curve del mio corpo.

Le nostre emozioni si fondono insieme all'amore per cui i nostri cuori battono.

Don't forget my eyesWhere stories live. Discover now