...INFERNO.

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-mio padre era fra loro...- una voce familiare mi risveglia dallo shock, da quella specie di visione...orribile.

Lui è di nuovo al mio fianco, il fumo e il fuoco sono svaniti, l'erba è quasi assente, i camion sono distrutti e la struttura è a pezzi.
Tutto è tornato come prima...solo ora mi accorgo del odore insopportabile che c'è nell'aria, di cadaveri...ora noto ossa sparse per terra, mi viene un conato di vomito.
-...era un minatore- continua lui, ricordando il suo passato.
-mi dispiace...- faccio io per consolarlo, so cosa si prova...non è l'unico ad aver perso delle persone che gli stavano a cuore.
-hai visto anche tu...?- gli chiedo, insicura.
-no...solo tu puoi vedere nel passato e nel futuro, hai un dono speciale e allo stesso tempo orribile- già, non sempre è bene vedere il passato e il futuro.

-se non è un tuo ricordo, ne mio...di chi è?- gli chiedo, non mi spiego come io abbia fatto a vedere tutto ciò.
-ricordati Blum, anche gli alberi hanno occhi- ...quindi io posso vedere tutto quello che ha vissuto ogni tipo di essere vivente?
Questo si che è pesante come cosa.
-andiamo prima che faccia sera- mi incita a proseguire, verso l'entrata della miniera.

Varcando la soglia ci immergiamo nell'oscurità umida e fredda, dei brutti ricordi.
Arriviamo velocemente a un bivio, facendo zig zag far le macerie, cumuli di cenere e vagoncini per il carbone, accatastati e squarciati.
-andiamo a destra- fa lui, io lo seguo da dietro per paura di sbagliare. Lui è la guida, solo lui sa dove ci porterà questo lungo tunnel.
-attenta fra poco dovrebbe esserci un precipizio- mi avverte velocemente.
Non riusciamo a vedere nulla, solo un oscuro vuoto che ci avvolge.
Lui inciampa su qualcosa, anzi forse sta cadendo. Afferro in modo rapido e fulminio il suo braccio. La paura non mi assale nemmeno da quanto l'accaduto sia stato fulmineo.
-va tutto bene?!- lui si aiuta a sbilanciarsi verso di me, quasi cadeva nella voragine.
-si tranquilla...grazie- lui però ha preso paura.

Guardiamo oltre quel burrone...un infinito buio abita quelle pareti, scavate nella roccia.
-hai una minima idea di quanto sia profondo?- gli chiedo, perché se volesse scendere verso la meta...non so come potrebbe fare senza corde.
Se non buttarsi, e andare a finire all'altro mondo, ma non credo sia il caso.
-una misura precisa? No- perfetto...tocca a me allora.
Creo una sfera di luce fra le mie mani...una luce bianca prosciuga l'oscurità che incombeva intorno a noi. Sporgo leggermente le mani da quel sottile bivio fra l'abisso e la fredda terra.

Lancio...questa scende tranquilla, illuminando le pareti nere di pece.
Ancora vola...sembra non finire mai, eppure c'è un limite a tutto.
-ottima idea- fa lui tornando freddo come sempre.
Si arrampica con i suoi viticci alle pareti e inizia a scivolare giù, con un po' di attrito.
-allora? Che aspetti lì?- sta scherzando spero, io...userò la tecnica dalla mela caduta sulla testa di Newton.
-ci vediamo di sotto!- faccio io con un accenno ironico...anche se ironia nel mio corpo ce n'è ben poca.
Lui mi guarda preoccupato, ha afferrato il concetto.
Sporgo un piede e mi lascio andare, lasciandomi avvolgere dal buio più nero.
Lui cerca di afferrarmi ma senza successo.
I capelli si agitano nell'aria gelida che mi sfregia il volto, le punte della giacca nera si alzano e sembrano strapparsi.

Raggiungo il fondo del barile. Qualcosa mi fa rallentare e so che non è lui.
I miei piedi attutiscono la caduta, piego le gambe e da sotto i tacchi neri si allarga del fumo nero...polvere nera che mi finisce sui vestiti.
Mi ripulisco e un tonfo attira il mio udito, lui mi ha appena raggiunto, un accenno di risatina esce dalla mia gola ma viene subito bloccata. Slender mi guarda impietrito, sembra sconvolto.
-tranquillo sto bene, nessun osso rotto- questo lo sembra rasserenare anche se rimane ancora un po' scettico e stupito.
Lui si dirige verso un'apertura sulla parete, sembra una grotta, lo seguo curiosa.

Qui il buio si affievolisce, una luce giallognola, quasi rossa, proviene da una scatola.
Più ci avviciniamo più udisco dei mormorii, sussurri, uno striscio di voci incomprensibili. Lui si ferma su un punto preciso, prima di finire con i piedi in una pozza nera, con riflessi argentei, che ribolle.
-che cos'è? E...dove siamo?- chiedo io un po' intimorita.
-siamo vicini all'entroterra...se ti chiedevi cosa avesse provocato anni fa quel esplosione. Ce l'hai davanti agli occhi- guardo quel bacino di petrolio che ribolle, la scatola ci galleggia in superficie, non affonda.
Le acque sembrano accarezzarla quasi avessero paura di toccarla.

Da una fessura dell'oggetto ne esce uno spiraglio sottile e flebile di luce, più bianca del bianco assoluto. Dalle pareti di quell'oggetto sembra vedersi qualcosa, al suo interno che si muove.

Mi sento risucchiare, i miei occhi sono pietrificati ammirando quel oggetto strano, a me sconosciuto.
-è il vaso di Pandora- le sue parole mi colpiscono dentro, come se stessi per giudicarla come una cosa divina.
Eppure lì dentro si nasconde il male, racchiuso da millenni.
-vuoi dire che è stato un vaso a provocare quel l'esplosione?- gli domando stupita, anche se una logica ce l'ha.
Ecco perché le fiamme sembravano diventare nere, perché il fumo era così denso e dell'ennesimo colore.
Tutto è più chiaro.
Uno stupido incidente umano ha provocato quella catastrofe, uccidendo persone ignare del fatto.

-si- ammette lui, la sua voce sembra spegnersi.
Mi guardo attorno, le pareti sono ricoperte di un muschio nero, sembrano brillare muovendosi verso l'esterno come se volessero risalire in superficie.
-ti ho portato qui perché...sento che tu sia la persona adatta a contenere tutto il male, sento che in te c'è il bene più assoluto e...se unissi il vaso di Pandora in te, potremmo togliere per sempre il rischio che qualcuno lo apra e che liberi il male in questo mondo- strano che dica così, non credo di essere tutto un bene...dopotutto ognuno di noi ha del male dentro di se.
Non capisco cosa voglia dire, che cosa intenda con questo.
-spiegati meglio- faccio io seria e decisa. Voglio saperne di più e in modo chiaro.
-intendo che tu, in qualche modo devi...prosciugare questa stanza dal male che l'ha inquinata per secoli...so che puoi farcela-
-ma non era solo il vaso a contenerlo?- domando io, ancora non capisco.
-ogni anno dalla fessura fuoriesce del liquido che si vaporizza, si ferma sul soffitto e col gelo si trasforma in muffa o muschio...e tu devi risucchiarne tutto il male che sta cercando di fuoruscire da questa "prigione"- quindi tutta quella spugna nera sul soffitto e sulle pareti, che sembra strisciare verso l'esterno...è male.

Mi gira la testa e le voci si fanno sempre più forti.
-ma...perché proprio io?- potrebbe farlo qualcun altro no?
-perché sento che tu saresti l'unica a sopportarne il peso e la forza, a sopportare tutto quel male...penso che tu saresti l'unica a tenerlo a bada e a non esserne modificata, saresti l'unica ad avere abbastanza capacità e resistenza- cavolo, deve proprio avermi letto internamente, per poter dire tutte queste cose, che...neppure io pensavo di essere così, non mi capacitavo di tutto questo.
-cosa te lo fa credere?- gli chiedo velenosa.
-perché io mi fido di te...io CREDO in te Blum- non pensavo che si fosse così tanto legato a me...io non mi fido nemmeno della mia ombra.
Come fa?!
Devo essere certa, di quello che faccio...di quello che penso di fare e che mi aspetterò.
-dammi un motivo per cui dovrei...- voglio proprio sentire le sue motivazioni, cosa ha da dirmi in merito.

-dovresti se non vuoi che questo mondo vada in frantumi come un cristallo...so che non ti interessa, poiché popolato da persone stupide e crudeli, da uomini senza mentalità. Ma oltre a loro qui ci viviamo anche noi, ci vivi tu, i tuoi genitori compresi quelli addottivi, i tuoi amici e...potrebbero esserci persone simpatiche, che magari ti starebbero a cuore.
Anche se quello che conta è piccolo...è proprio il piccolo che fa la differenza quindi, se vuoi lasciare la terra ai giorni contati per l'apocalisse, ti conviene pensare a quanto potresti perdere oltre ai vantaggi. Per di più, io di vantaggi non ne vedo nessuno. Comunque, io ti ho portato qui per farti vedere e per farti scegliere, non per forzarti a farlo...dunque, la scelta spetta a te, hai tempo- prende fiato, lui insieme alla mia mente, che intanto si era surriscaldata per gli ovvi motivi per cui io dovrei salvare tutto questo obbrobrio di mondo: popolato da avari, viziati, ossessionati, psicopatici e creduloni, fannulloni, sciocchi e ignobili...umani.

Anche se là fuori ci sono pure miei amici, coetanei che forse la pensano nella mia stessa maniera, familiari...assassini che si muovono per giustizia e vendetta.
Lui, loro...e poi ci sono io.
Quindi...io lo faccio per loro.
Lui nel frattempo riprende.
-...hai tempo, ma ti ricordo che non ne hai molto. Ritieniti fortunata a non aver i minuti contati...ma i giorni- sembra si sia arrabbiato, ma per quale motivo? Che sia rimasto deluso dalla mia reazione? Pensa che io lasci vincere questa ignobile umanità?

NON CREDO PROPRIO!
Saremo noi a vincere invece, vendetta è quello che avranno. Tutti quelli che mi hanno fatto soffrire, che ci hanno fatto soffrire...pagheranno per tutti gli errori che hanno commesso e alla fine saranno loro a bere il proprio sangue.
Perché in fondo...sono loro i veri assassini, noi siamo solo giustizieri che operano al posto dei loro stupidi governi...noi siamo i veri umani fra i mostri.
Dopotutto noi siamo i mostri che loro hanno creato.

IO SONO IL MOSTRO CHE HANNO CREATO.

Don't forget my eyesWhere stories live. Discover now