THE OAK

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Fortuna che se n'è già andata.
Torno indietro, dopo aver corso per qualche metro ed essermi nascosto dietro il tronco di un albero.
La vecchia jeep è sola, dev'essersi già incamminata.
Però, chissà cosa c'era scritto in quel biglietto? Che fosse qualcosa di importante, ha inciso pure la sua lettera iniziale.
Strano che l'operatore non ci abbia detto nulla. Sinceramente, quest'oggi non si è neppure presentato alla magione, per impartirci un nuovo ordine o una nuova missione da compiere.
Strano, davvero strano.

Mi accosto al bocchettone della benzina, apro il piccolo cerchio di lamiera arrugginita e cigolante.
Un oggetto scintillante cade a terra, rimbalzando sull'erba.
Fortuna che non ha controllato qui, o lo avrebbe trovato.
Mi riprendo ciò che avevo nascosto qualche giorno prima, all'oscuro di tutti. È stato difficile non farmi scoprire dell'operatore, e per poco lei non mandava in fumo tutto il mio duro lavoro.
Fortuna che il mio segreto è rimasto tale.
Riprendo da terra quel piccolo pezzo di acciaio sottile e tagliente.
Me lo rigiro fra le dita, abbagliandomi con il rimbalzo dei raggi del sole, sulla sua superficie lucida.
Spero tagli ancora per bene.

Mi allontano sempre di più dall'ultimo nascondiglio, dopo aver letto il nuovo biglietto.

A uno dei miei fratelli piace lo zucchero, dove hai sentito questo profumo?
Tuo, Slender.

Dove l'ho sentito?
Di sicuro, il fratello di cui parla è Splendorman ma, dove ho già sentito il profumo di zucchero?
Dove?
Riprendo la carta nera ripiegata e osservo la mia iniziale incisa.
Una grande B rossa, scritta con carattere raffinato e con dei ghirigori che la circondano.
E lui che diceva di non saper disegnare o fare arte.

Continuo a camminare, verso un luogo ancora indefinito nella mia mente.
Credo di sapere dove sto andando ma, quel luogo...mi sembra di avercelo davanti agli occhi, ma continuo a non ricordare.
Forse lui si riferisce al mio primo incontro con suo fratello? Ma non ricordo di aver sentito profumo di zucchero.
Il cosiddetto gioco si sta andando a complicare sempre più.
Mi diverte il modo con cui scrive gli indovinelli.
Non vedo l'ora di scovarlo, dovunque lui si sia andato a nascondere.

Mi guardo attorno, cercando di vedere quel luogo che nella mia mente continua a nascondersi dietro un velo bianco.
Scuoto la testa da una parte all'altra, per vedere il più lontano possibile, dietro agli alberi che mi coprono la visuale.
Ed ecco che in lontananza, scorgo fra gli abeti neri un fusto d'albero molto più largo di tutti gli altri.
Ora, l'immagine che ho nella mente si fa più chiara.
Procedo verso quella direzione, per scoprire e rispolverare quel lontano ricordo.
Percorro gli ultimi metri a balzi e ciò che si mostra ai miei occhi è una quercia.
Una grande quercia dai rami bruciati e bitorzoluti, annodati, che puntano al cielo. La superficie di legno è priva di scanalature, di fessure o di resina. Non ci sono germogli sui rami, sembra esser stata dipinta totalmente di nero.

Inizio a girovagarci in tondo, la guardo dall'alto verso il basso.
Le radici spaccano il terreno e in vari punti lo rialzano, fino a scoprire le stesse radici ramificate.
Osservo attentamente ogni minima fessura, anche se noto che non ce ne sono molte. Un vantaggio in più per me.
Alzo lo sguardo e scruto le punte degli alberi, ed è lì che ricordo.

Un dolce profumo di zucchero che richiama la mia fame.
Una grande quercia dai colori spenti.
Un uomo alto in frak a pois colorati, un cappello nero e una lunga piuma viola.
-una bella bambina! Ti va di giocare?!-

Ecco cosa intendeva dirmi a proposito dello zucchero. Voleva farmi ricordare, e a quanto pare la mia mente è riuscita a rispolverare qualche lontana memoria.
Un leggero sorriso cerca di formarsi sul mio volto indifferente e privo di segni facciali.
Continuo ad osservare le sottili punte dei rami bruciati e spogli.
Mi sembra di sentire ancora quel gustoso profumo di zucchero.
Una lucetta rossa, un piccolo aquilone impigliato, una pallina di natale, un nastro rosso accesso.
Da lontano sembra essere così tante cose, ma infine basta avvicinarsi un po' per capire.

Mi sollevo da terra, arrampicandomi sui piccoli appigli e sporgenze del legno, fino ai rami più alti.
Raggiungo quel lungo e sottile ramoscello freddo.
Allungo il mio braccio verso quel biglietto rosso, che svolazza al leggero soffio del vento.
Prendo un lembo di carta e lo sfilo definitivamente dalla punta di legno del ramo.
Scendo lentamente, cercando di non scivolare sulla liscia superficie levigata.
Tocco terra con la punta del tacco e con un piccolo balzo torno al punto di partenza, con un indovinello in più nelle mani.
Prendo un lungo respiro, dopo essermi sistemata per bene gli indumenti, poi osservo sollevata il biglietto ripiegato.

Non vedo l'ora di incamminarmi verso la prossima meta, cercare un altro piccolo bigliettino nascosto.
Devo trovarlo e ad ogni foglietto mi sento sempre più vicina, o forse è un po' troppo presto per dirlo.
Comunque, qualsiasi cosa ci sia scritto e per qualsiasi cosa mi stia aspettando più avanti...io sono pronta.
Sono pronta per un'altra avventura, a risolvere un'altro tuo indovinello.
Sono pronta a scovarti mio caro Slenderman.

Apro il foglietto rosso cremisi...

Don't forget my eyesWhere stories live. Discover now