IL MALE È UOMO?

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Stiamo camminando verso casa, dopo aver abbandonato le rovine di quel vecchio laboratorio che mi ha segnata dentro.
Gelida aria spinge le nostre schiene come per velocizzare il nostro passo. Le foglie e i rami suonano musica lenta, sembra tranquillizzante ma quando d'improvviso smette, mette i brividi il silenzio che ne segue.
Avanziamo spediti, lui sembra voler allontanarsi il prima possibile da quel posto...come me d'altronde.
I nostri passi sono coordinati, siamo uno affianco all'altra e ascoltiamo il battito dell'altro.

-Blum- inizia lui con voce dura e fredda -quello che sto per dirti non deve spingerti ad agire, ne deve portarti ad affrontarli- continua severo.
-non capisco dove tu voglia arrivare- parlo io, sopra il suono del giorno.
-vedi...anni fa, i miei fratelli ed io- continua lui bloccandosi poi.
Lo sguardo fisso a terra, sembra perso in brutti ricordi.
Ha la mia stessa espressione.
Dev'essere successo qualcosa di orribile pure a lui.
-siete stati catturati da loro...- completo la sua frase, arrivando al dunque.
-mi hai letto nel pensiero per caso? O hai guardato nei miei ricordi?- domanda con sguardo accusatorio, è arrabbiato perché crede che io abbia violato la sua fragile privacy.
-no slender...lo immaginavo- concludo io, facendo cadere le sue accuse.

Lui annuisce lentamente sciogliendo quell'espressione accigliata, che mi aveva mostrato.
-esatto...siamo stati catturati dall'associazione dell'SCP, ci hanno analizzato pezzo per pezzo, torturato, rinchiusi e maltrattati. Siamo riusciti a fuggire due anni dopo con le ultime forze che ci erano rimaste. Eravamo come cadaveri che camminano- si ferma e un silenzio agghiacciante sovrasta le sue ultime parole.
Un'aura nera e triste si espande dalle sue spalle e fluttua nell'aria.
Io mi blocco e appoggio con peso la mia mano sulla sua spalla, per fargli capire di fermarsi e prendere un respiro. Lui comprende le mie intenzioni, bloccandosi alza il suo volto e mi guarda negli "occhi".
Sembra implorarmi...per far cosa?

-nella sfortuna sei stata fortunata, non te lo dimenticare Blum- dice con voce rotta a tono basso, quasi volesse accusarmi di aver avuto un fato migliore del loro.
Sento gelosia nelle sue parole.
Avrebbe voluto rimanere imprigionato lì per soli tre giorni, com'è capitato a me.
Pensa forse che quello che mi hanno fatto, sia stato più leggero di ciò che gli hanno inflitto?
Si, forse...no, sicuramente è così.
Però, dovrebbe saper bene che quello che mi hanno fatto non è stato per niente leggero.
-tu, invece, non dimenticare che prima o poi pagheranno tutti- gli dico io con voce ferma e gelida.
Il vento cessa di colpire i nostri fianchi.

-no Blum, tu non sai cosa sono capaci di fare...sono loro i veri mostri in questo mondo- risponde lui voltando lo sguardo sulla via di casa.
Slender riprende a camminare ed io lo guardo avanzare a testa bassa. In questo momento, visto da dietro sembra meno alto del solito, come se tutti gli anni passati gli stessero pesando sulle spalle, tutto d'un tratto.
Soprattutto quei due orribili anni.
Il ricordo l'ha fatto rattristare aprendogli poi un'enorme ferita che, probabilmente, non si rimarginerà mai più.
Non si era mai rimarginata.
Come infilare, per la seconda volta, un coltello nella ferita che si stava chiudendo.
Un dolore acuto.

Riprendo quei metri che ci stanno separando, prima di richiamarlo.
-Slender...- faccio a voce alta per paura di non esser sentita.
Lui si volta nella mia direzione con sguardo perso in un abisso di tristezza e dolore.
Lo guardo fisso negli occhi con fare deciso...non l'avrei mai detto ma, in questo momento vorrei mostrargli la mia allegria, solo per vedere un suo sorriso spiccare in quel mare vuoto.
Un sospiro fa rumore dalla sua bocca.
Sento stanchezza in quel suono.
Gli prendo entrambe le mani e le stringo nelle mie gelide e tremanti.
Non me ne curo, cerco solo di fermare quel tremore per dargli prova della mia decisione.

-un giorno riuscirò a farti dimenticare quei ricordi- dico con fermezza.
Stringo ancora di più la presa sulle sue mani.
Il suo volto si illumina, sembra felice, oppure è sollevato.
Uno scatto in avanti e poi una stretta che circonda il mio petto.
Lui mi sta abbracciando...mi sento felice per averlo aiutato, anche per questa piccolezza.
Sento che ormai il dolore, che lo avvolgeva, è scivolato via a terra e nient'altro potrà risollevarlo fino al suo cuore.
Ora ci sono io al suo fianco.
Sento la schiena inarcarsi, lui stringe sempre più la presa.
Le sue braccia mi avvolgono e la sua testa è appoggiata al mio incavo.

In un primo momento sono rimasta sbalordita dal suo gesto ma ora, comprendo il suo bisogno di rassicurazione e affetto.
Appoggio sulla sua schiena le mie mani che erano ancora a mezz'aria, per la velocità con cui mi ha abbracciata.
Sento un calore immenso spazzare via la tensione che si era andata ad accumulare poco fa, lontano da lì.
La sua paura si scioglie.
Il dolore lascia ora spazio all'amore, al pazzo amore tra due anime uguali ma differenti a un secondo sguardo.
Io mi sciolgo sotto le sue lunghe braccia e lui si lascia andare sulle mie spalle.
-ti amo Blum...ti amo- mi sussurra all'orecchio con voce dolce.
-io ti amo allo stesso modo, ma ancor di più Slender- a queste parole i nostri sguardi si incontrano.
Rimaniamo a guardarci per dei minuti infiniti.

Mi riabbraccia avvicinando, con la mano, la mia testa alla sua spalla.
I nostri cuori si incrociano, si toccano e si scaldano a vicenda.
Siamo così vicini.
Sento il suo battito sul mio petto e lui sente il mio accelerare sul suo.
I miei pensieri si perdono in questo smielato tocco.
Vorrei addormentarmi fra le sue braccia, in questo istante di dolce calore.

-torniamo a casa...-

Don't forget my eyesWhere stories live. Discover now