5 - Imbranata

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28 Dicembre 2001 (Prima parte)

Mi svegliai intorpidita e percepii subito l'assenza del lupo accanto a me, dovevano essere circa le 10 del mattino poichè il sole era già visibile sulla cresta delle montagne, ancora sferzate da un vento gelido.

La prima cosa che pensai fu che la tempesta non era ancora calata: dovevo aspettare.

Marco aveva detto che le sorgenti erano ad appena 40 minuti di cammino dallo chalet. Se il vento e la neve fossero diminuiti, avrei provato a raggiungere il rifugio per chiedere aiuto. Speravo che i soccorsi fossero già stati avvertiti non avendoci visto arrivare allo chalet ed ero spaventata all'idea che i miei amici non fossero sopravvissuti. Dovevo essere fiduciosa, erano parecchi metri avanti a me e la valanga mi aveva colpito in pieno: avevano una possibilità.

Mi guardai attorno per non pensare alla loro sorte e solo allora notai il mio zaino poco lontano dalla riva delle sorgenti. Come era finito lì? L'aveva in spalla Marco prima di separarci...come poteva essere lì?

Provai ad alzarmi per raggiungerlo, le gambe erano molle e doloranti, così afferrai un bastone per farmi forza e con un po' di difficoltà raggiunsi la mia sacca. Ancora non credevo di vederla realmente, lì dentro avevo vestiti e anche qualche snack, era decisamente una fortuna. Inoltre non era danneggiato e le mie speranze di veder spuntare Marco a momenti nelle sorgenti erano alle stelle.

Dopo qualche attimo sentendomi osservata mi voltai certa di vederlo, ma rimasi delusa: il lupo bianco era ricomparso tra le rocce e passeggiava altezzosamente lungo la riva.

- Ah sei tu. Buongiorno.- feci delusa.

L'animale attirato dalla mia voce si avvicinò a me e col muso prese a frugare nello zaino.

- Ehi è mio! Non provare a fregarmi anche questo!- ma questi non mi ascoltava e continuava a frugare finchè non addentò la busta con i biscotti che avevo preparato per Natale.

- Ah ecco cosa cercavi?- risi ricordandomi improvvisamente di essere in compagnia di un quadrupede e non di una persona. Aprii la scatola e gli porsi un biscotto, ma quello ringhiò infastidito. Stranamente compresi: era troppo orgoglioso per mangiare dalle mie mani.

- Sei proprio strano.- dissi lasciando qualche biscotto poco lontano da me e mangiandone uno.

- E io che speravo di vedere Marco...- commentai sgranocchiando il misero pasto.

L'animale mi fissò con gli occhi ambrati e ringhiò ancora, infastidito dalle mie parole.

- Non fare lo schizzinoso sai? Nessuno si è mai lamentato dei miei biscotti!-

Per tutta risposta il lupo smise di mangiare, lasciando l'ultimo pezzo intatto sul muschio e allontanandosi.

- Ah si?! Ce n'è di più per me!!- ribattei indispettita, realizzando in quel momento che ormai discutevo con un lupo e credevo che mi rispondesse tramite le sue azioni. La valanga aveva lasciato più segni del previsto.



Il vento non accennava a diminuire, ma con i nuovi vestiti dello zaino non avevo più freddo, avevo recuperato la giacca della tuta e le mie scarpe. Fremevo osservando fuori la grotta la neve scendere. E se poi non fossi riuscita a raggiungere lo chalet per la troppa neve ? Se avesse cancellato il sentiero tracciato di cui aveva parlato Marco?

Le gambe non erano ancora solide, ma non potevo aspettare di più. Il sole era alto e, nonostante il vento e la neve, quella sarebbe stata la temperatura più mite che avrei trovato in quei giorni. Erano solo 40 minuti di cammino: dovevo provare. Riposi le mie cose nello zaino, e mi avviai ma l'uscita mi venne sbarrata dal lupo ringhiante.

- E ora cosa vuoi? Lasciami andare devo trovare i miei amici.-

Il ringhio profondo non accennò a diminuire.

- Non mi faresti mai del male! Quindi non usare i toni grossi con me! Fammi passare!- dissi provando a raggirarlo, ma questi continuava a bloccarmi la strada.

Esasperata afferrai il bastone, con cui mi ero sollevata quella mattina, per spaventarlo:- Non voglio farti del male, ma devi lasciarmi andare.-

Una luce nei suoi occhi ambrati mi diede la sensazione che l'animale stesse ridendo di me, ma fu un lampo perché mi ritrovai atterrata dalla sua mole in un secondo.

Caddi sopra lo zaino e non mi feci male, ma per lo spavento urlai. Tutto il contenuto dello zaino si sparse per terra e il canide, come preoccupato, si allontanò di qualche passo.

Colsi l'occasione per urlargli addosso:- Stupido animale che non sei altro! Pensi di aver vinto? Prima o poi ti allontanerai da qui e io scapperò!-

Recuperai i vestiti e le altre cose che erano cadute dallo zaino. Quando ebbi finito mi voltai, immaginando di vedermi ancora sbarrata la strada, invece il lupo era sparito.

Colsi l'occasione per mettermi in marcia, presi la direzione data da un leggero segno rosso spruzzato su un albero poco lontano e cominciai a camminare tra la neve e il vento. Procedevo lentamente, un po' per il freddo, un po' per le forze e un po' per la mia inesperienza come alpinista. Spesso cadevo nella neve fino alla cinta e impiegavo parecchio tempo per liberarmi.

Quando mi sedetti un attimo in quell'inferno bianco che mi circondava realizzai che erano almeno 2 ore che camminavo e che l'ultimo segno sull'albero l'avevo visto almeno 300 metri prima.

"Non posso andare avanti così, o quel lupo avrà fatto tanta fatica per niente" pensai amareggiata e certa che i soccorsi stessero cercando i superstiti della valanga iniziai a gridare in cerca di aiuto.

- Aiuto! C'è nessuno? Aiuto!!- la mia voce si perdeva nel vento. Decisa ad orientarmi di più in quella montagna, mi arrampicai su un'altura di neve e fu una pessima idea perché nel tentativo rovinai a terra slogandomi malamente la caviglia.

Ero nella stessa situazione del giorno prima, con la neve che mi intrappolava le gambe e il freddo che mi penetrava nelle ossa.

"Perchè sono così dannatamente imbranata?!"


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