Wolf - The W series

81 - I falò in cima al paese

1 Marzo 2002 (Terza Parte)

In paese tutti sapevano che il vecchio Massimo De Leonibus amava tenere ben pulito il bosco dietro casa. In particolare, ogni volta che andava per funghi, era solito tornare sempre con una cesta di porcini e una canasta di bastoni e roveti che intralciavano i suoi sentieri sulla montagna. A causa di quella cura che si protraeva da anni, tutti si erano abituati ai falò che accendeva di fronte a casa la notte. C'era addirittura chi tra vecchi paesani, come la Signora Rita, riteneva di essere in grado di stimare il numero e la qualità di funghi che il vecchio era riuscito a trovare a seconda della grandezza del focolare di sterpaglie.

Anche a me era capitato da piccola di vedere accendersi il falò della casa in cima al paese e mio nonno ogni volta sorrideva sempre, sicuro che l'indomani, andando a trovare il suo amico, avrebbe trovato un cesto di funghi ad aspettarlo. Quella sera, quando si accese il fuoco, realizzai quanto in paese fossimo stati ingannati.

Al calare del sole, comparvero una ventina di persone che portavano con sé alcuni omaggi: cesti di funghi, selvaggina, formaggi, verdure, come in vista di un piccolo banchetto. Le alte fiamme nel piazzale in pietra davanti alla casa avevano in poco tempo sciolto la neve e la madre di Stefano aveva predisposto diversi teli per preparare le sedute attorno al fuoco. In silenzio i numerosi invitati si disponevano in cerchio, in un punto preciso, accolti da Fedora che sembrava conoscerli uno per uno.

Alcuni volti mi erano familiari, gente che conoscevo di vista in paese e che ora scoprivo essere licantropi, altri invece mi erano sconosciuti ed immaginai che provenissero anche da qualche valle vicino.

Fu mentre osservavo rapita quel via vai di gente, che mi si avvicinò Beatrice mormorando:- Normalmente è compito della Compagna accogliere il Branco al falò.- e dando uno sguardo alla madre di Stefano continuò:- E per chiunque di noi lei lo è stata fino a questa sera, non era importante che non riuscisse ad indossare il braccialetto. Lei è stata la più forte e coraggiosa Compagna che il Branco della Neve ricordi. –

Il mio sguardo si fissò nuovamente sulla chioma scura, sciolta sulle spalle e sui suoi occhi nocciola che salutavano e accoglievano fieri ogni persona che incontravano. D'un tratto il mio cuore si riempì di rispetto verso di lei, una donna che aveva retto il peso del Branco, della malattia del suocero, della morte del marito e che con ogni suo respiro aveva servito la famiglia De Leonibus e i suoi segreti.

La vocina spensierata di Beatrice interruppe i miei pensieri:- Dopo l'Equinozio di Primavera, toccherà a te.-

E all'istante deglutii spaventata: cosa diavolo voleva dire? E come avrei mai potuto eguagliare una donna così?

Le mie ansie ed i chiacchiericci dei presenti vennero interrotti dall'arrivo di Cristian che a torso nudo, con ben in mostra il tatuaggio che portava dietro il collo, si sedette accanto ad una grande pietra bianca al centro della piazzola antistante le due case dei De Leonibus. Quella sera l'enorme fioriera che in genere l'occupava era stata rimossa e vedendo il ragazzo sedersi a terra alla destra del macigno, immaginai che quello sarebbe stato il posto del Lupo Bianco.

Vedendolo arrivare Beatrice mi tirò nel cerchio che si era formato attorno al falò e restai in piedi accanto a lei e Fedora in attesa.

Mr. Indifferenza giunse qualche istante dopo, con indosso i suoi soliti jeans e la giacca in pelle nera. Alcune ciocche di capelli sfuggivano al suo codino, cadendogli sugli occhi, ma non celavano minimamente il senso di ferocia e potenza che emanava. Giunse con passo sicuro fino alla pietra bianca e prima di salirvi sopra diede uno sguardo ai membri del cerchio finchè non si soffermò su di me.

Ai suoi occhi ambrati bastò restare qualche secondo fissi nei miei grigi per perdere definitivamente ogni pagliuzza dorata e quando salì sulla roccia in piedi, fui certa si fosse nuovamente unito al suo lupo.