91 - Le riflessioni dello Stregone e il potere del Maestro

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2 Marzo 2002 (Settima Parte)

I tre lupi si fronteggiavano sul pianoro senza esclusione di artigli, morsi e sangue. Per quanto il Maestro cercasse di catalizzare l'attenzione di Neri su sé stesso, questi era come calamitato dal manto bianco del suo avversario, che sotto i suoi colpi aveva preso a tingersi di rosso. Dal suo canto l'Alpha del Branco della Neve sembrava incurante delle ferite e del dolore, voleva solo riuscire a vendicare sua madre.

- Che vorrebbe dire che non è solo un Lupo?- chiese Beatrice a suo fratello, come se fosse completamente ammattito.

Quello senza risponderle prese a cercare nella sua sacca di tela le ultime manciate di quella strana polvere bianca che avevo già visto nelle mie visioni. La raccolse con entrambe le mani e poi prese ad osservare lo scontro, come in attesa del momento giusto.- Rifletti Beatrice! Lui è il figlio di Sibilla!- sbraitò concentrato.

Decisamente quella scoperta aveva lasciato basita anche me, ma nella mia mente, mentre tenevo ancora tra le braccia Fedora, continuavo a pensare che sua madre fosse colei che l'aveva cresciuto e nessun'altra.

- Ma è un Lupo! Si è trasformato! Ha trovato la sua Compagna! E' stato riconosciuto come Alpha!- ribattè la giovane lupa decisa.

- Beh da quello che so si è trasformato molto tardi! E guarda caso la sua prima Luna Nascente sei tu, che provieni da una famiglia di Stregoni!- spiegò furioso ed aggiunse indicando me:- Inoltre è strano per un mannaro riuscire a resistere volontariamente al legame con la propria Compagna per venticinque anni! Senza contare che mi hai detto che non riesce ad unirsi al suo lato animale senza di lei, non è strano anche questo per uno della sua età? E poi andiamo, l'avete sentita la sua voce? Ti trapassa il cervello e lui evidentemente non ne ha il minimo controllo!-

Le riflessioni dello Stregone sembravano più che ragionevoli e, mentre tentavo di sopprimere un poco il dolore e le lacrime che continuavano a scorrermi sul viso, mi chiesi come fossero possibili tutte quelle coincidenze. Perché il nostro rapporto era sempre stato così difficile? Era vero che non riuscisse ad unirsi al suo lupo senza di me, possibile che fosse diverso per questo? Perchè la sua voce mi raggiungeva ovunque benchè il Maestro avesse detto non fosse possibile tra i lupi e soprattutto perché era così dolorosa? Parlarsi non doveva forse essere la cosa più naturale tra compagni?

Beatrice sgranò gli occhi confusa a quelle parole come se le sfuggisse il nocciolo della questione e Marco sottolineò:- Ti devo forse ricordare chi era in grado di far gridare nostro padre nel sonno?- ed aggiunse feroce:- Lei, le sue dannate visioni e la sua incapacità di controllarle! E' chiaro che quel pazzo sia suo figlio!-

Ecco finalmente la risposta a tutte quelle domande: le capacità di Stefano erano dovute a Sibilla, di cui però sapevo poco e nulla. Per cui chiesi preoccupata:- Chi era davvero Sibilla?-

Lui si voltò verso di me e tentando di controllarsi spiegò:- Sibilla era una strega, ma più di tutto era una veggente. Prevedeva il futuro e lo incideva sulle foglie.-

In quel momento una strana sensazione di panico e consapevolezza mi avvolse. Ecco la strega delle mie visioni, possibile che fosse addirittura lei l'autrice dell'incubo che avevamo avuto io e Fedora? Perché? E Fedora era a conoscenza di questo suo potere? Aveva già sperimentato i suoi incubi? Perché mi aveva detto di non ignorare mai le foglie?

Marco si voltò nuovamente e quando vide il Lupo Bianco venir sbalzato a terra dalle fauci di Neri, intervenne soffiando sulla polvere nelle sue mani. Questa come trasportata dal vento finì a ricoprire il giovane lupo albino che nemmeno se ne accorse.

-Che stai facendo?!- chiese preoccupata Beatrice.

-Se lui è in parte Stregone, la polvere aumenterà i suoi poteri, qualunque essi siano.- spiegò Marco.

E fu ciò che avvenne, se prima eravamo stati in grado di percepire unicamente le sue grida nelle nostre menti, ora la sua rabbia e il suo odio erano come un fuoco che prendeva le tempie. Marco digrignò appena i denti, ma Beatrice cadde a terra, portandosi le mani alla testa sofferente. Alcuni guaiti si alzarono dal Branco della Neve che una volta sparpagliati i nemici era rimasto ad osservare il combattimento del suo Alpha. Per il dolore che percepirono molti si allontanarono nel bosco tramortiti. Sembrava che i lupi fossero molto più infastiditi da quel tipo di potere.

Il Maestro perse l'equilibrio mentre lottava con Neri, ma il suo errore venne risparmiato poiché quello che sembrava patire di più era proprio la Bestia. Come stordita aveva preso a scuotere il muso per allontanare quel dolore, senza però ottenere alcun beneficio. Il Lupo Bianco si levò zoppicante dal suo giaciglio e benchè ferito si diresse nuovamente verso il suo avversario, stupito di quell'attimo di debolezza.

Per la prima volta riuscì con una zampata a farlo arretrare, ma Neri, ormai incontrollabile prese a fendere l'aria coi suoi artigli riuscendo a raggiungere una zampa del giovane.

Il lupo con la macchia rossa sul muso, intervenne in aiuto del compagno, e mentre la bestia era sempre stordita prese ad attaccarlo.

Era strano veder combattere il Maestro perché a differenza di Stefano i suoi colpi non erano furia cieca mirata ad uccidere, ma fendenti precisi in punti particolari che però sembravano provocare nella Bestia ferite come ustioni da fuoco vivo, che presto costrinsero Neri ad arretrare impotente e stremato fino al precipizio.

Una volta sul limitare, Pablo si trasformò nuovamente in un essere umano e dalla sua bocca prese a uscire il suo vero potere: fuoco vivo che avvolse Neri, facendolo cadere nel nulla.

Una volta sul limitare, Pablo si trasformò nuovamente in un essere umano e dalla sua bocca prese a uscire il suo vero potere: fuoco vivo che avvolse Neri, facendolo cadere nel nulla

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