38 - Il Tempio

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8 Gennaio 2002 (Prima Parte)

Non ero nella mia cameretta, questo era sicuro. Il crepuscolo regnava su una terra scura e desertica tinta di colori rossastri, al cui orizzonte si stagliava da un lato la vetta della montagna più maestosa che avessi mai visto, dall'altro quello che sembrava un mare infinito. Tra i due paesaggi opposti si scorgeva una vecchia chiesa in pietra, unico segno di attività umana nel raggio di chilometri. Il silenzio era assordante, non c'era una bava di vento e solo le ombre dettate dal tramonto rendevano il paesaggio reale.

Dove mi trovavo? Ero certa di essermi addormentata nel mio letto un attimo prima e il pigiama con gli orsetti che ancora indossavo lo testimoniava. Com'era possibile? Stavo forse sognando?

Incredula provai a darmi un violento pizzicotto sul volto, ma prima di riuscirci vidi il paesaggio attorno a me accellerare veloce, portandomi in pochi istanti di fronte a massicce porte in legno, rinforzate da una trama in ferro arrugginito.

Mi guardai nuovamente attorno, sorpresa di non essere colta da un senso di nausea per la velocità con cui mi ero spostata. Un cortile recintato da un basso muro in pietra circondava quello che appariva ai miei occhi non più come una chiesa, ma come un monastero ai piedi di quella strana montagna.

Non c'erano simboli religiosi esternamente e l'unica cosa che si distingueva sul portone era uno strano disegno inciso sopra ad uno dei battenti in ferro, una specie di montagna, che però sembrava sputare fuoco.

D'un tratto volsi lo sguardo nuovamente verso l'immensa parete rocciosa che si stagliava dietro di me, realizzando che quella non doveva essere una montagna, ma un vulcano.

In quell'istante ricordai improvvisamente Pablo, lo strano ragazzo lupo che mi aveva aiutato sul treno e che si era fermato a mangiare, e ricordai del suo tatuaggio, estremamente simile a quell'incisione e nuovamente il paesaggio prese a ruotare attorno a me.

Ora mi trovavo in una specie di caverna sotterranea, alcune pareti era composte da grezza roccia lavica, mentre altre erano state limate e intensamente lavorate raccogliendo incisioni e disegni dei colori della sabbia.

Fu lì che li vidi. Sette uomini con mantelli rossi che ricoprivano anche il capo, delimitavano uno strano cerchio attorno ad una conca di metallo scuro piena d'acqua.

- El Teide* ha hablado, es hora de encontrar el lobo blanco(1).- pronunciò un uomo con voce roca che sembrava decisamente in là con l'età.

Lo spagnolo usato dall'uomo mi sembrava quasi incomprensibile all'orecchio, eppure dentro di me compresi il senso di quelle parole, e prestai improvvisamente attenzione.

- ¿Quién eligió? – chiese la voce di una donna da sotto il mantello.

- Es una prueba para el más joven de nosotros.- rispose il vecchio.

Uno tra i mantelli rossi tremò impercettibilmente e parlò: - Es un honor para mí.-

Al suono della sua voce lo riconobbi: era Pablo e quelli dovevano essere gli altri Maestri del Fuoco.

Dalle loro parole era chiaro fossero interessati a Stefano e la cosa mi spaventava. Fidarsi del ragazzo che mi aveva aiutato in treno era facile, fidarsi di un gruppo di incappucciati che amava giocare col fuoco non proprio. Soprattutto rammentando la visione che avevo avuto su Stefano: lui sarebbe morto tra le fiamme.

Il vecchio parlò ancora:- Recuerde "Bajo la última luna creciente, antes de que la nieve se derrita, él nacerá antre sus hijos, el que en medio de los lobos no será humano, y que en medio de los hombres él será el verdadero lobo. El manto es su piel, el uluti su voz. Él viajará a casa en la noche más oscura, y la gloria del Maestro con sus obras será grande."-

Quella specie di filastrocca mi era decisamente familiare, doveva avermela esposta Pablo sul treno. Eppure solo ora ne afferravo il senso, sembrava come se in quel momento stessi rivivendo in prima persona ciò che gli occhi verdi del mangiafuoco avevano provato a spiegarmi.

Pablo rispose ancora: - Estoy listo.-

La donna gli rammentò: - Es de suma importancia que lo encuentren, sin su guía él podría llevar a los lobos a la ruina, y nuestro secreto a la luz.- La sua voce era preoccupata, come se non si fidasse totalmente delle parole del giovane.

-Yo se – rispose il ragazzo lupo dagli occhi color bosco.

- Buen maestro, buena suerte.- concluse il vecchio con voce speranzosa.

E in quell'istante la mia vista si dissolse, tornai a percepire il materasso sotto il mio corpo e mi rizzai a sedere nel cuore della notte. Ero nella mia cameretta, ma decisamente non ero molto più tranquilla di quanto non lo fossi tra le mie montagne.


*Teide: vulcano attivo che si trova in Spagna, sull'isola di Tenerife, nell'arcipelago delle Canarie.

*Teide: vulcano attivo che si trova in Spagna, sull'isola di Tenerife, nell'arcipelago delle Canarie

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**Tatuaggio del Maestro del Fuoco

Traduzione dialoghi:

(Il Teide ha parlato, è giunto il momento di trovare il lupo bianco)

(Chi ha scelto?)

(E' una prova per il più giovane tra noi)

(E' un onore per me)

(Ricorda: Sotto l'ultima luna crescente, prima che la neve si sciolga, nascerà tra i suoi figli colui che in mezzo i lupi non sarà umano, e che in mezzo agli uomini sarà il vero lupo. Il manto è la sua pelle, l'ulutato la sua voce. Percorrerà la strada di casa nella notte più nera, e grande sarà la gloria del Maestro con le sue gesta.)

(Sono pronto)

(E' di estrema importanza che lui venga trovato, senza la tua guida potrebbe portare i lupi alla rovina, e il nostro segreto alla luce.)

(Lo so )

(Bene Maestro, buona fortuna)


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