19 - Una possibilità

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3 Gennaio 2002 (parte seconda)

La voce di Frank, il barista, mi arrivò come un sussurro:- Non preoccuparti Marco, ne ho viste un sacco svenire all'entrata del locale. Il passaggio dal freddo al caldo fa spesso quest'effetto, le porto subito un po' di acqua e zucchero e vedrai che si riprende in un attimo!-

Provai ad alzarmi e mi accorsi di essere distesa su una delle panche in fondo al locale. La testa poggiata sulle gambe di quello immaginavo fosse Marco:- Ali fai piano, hai preso una bella botta a terra.-

Mi alzai con fatica portandomi una mano alla tempia e guardandomi attorno.

L'Astra era come sempre: le luci gialle forti accese, il bancone di legno lucido e ricco di gente, la musica di sottofondo che accoglieva tutti.

- Cosa mi è successo?- chiesi confusa.

La voce di Elena al mio fianco mi arrivò tesa e squillante:- Ti abbiamo vista entrare nel locale, hai fatto qualche passo e poi sei svenuta a terra. Come ti senti?-

Riflettei sulle sue parole: com'era possibile? Dove era finita la donna incinta e quei loschi individui? Come avevano fatto a riaccendere le luci e la musica? Mi portai la mano alla testa e l'unica cosa che riuscii a dire fu:- Ho solo un po' di mal di testa.-

-Ti porto del ghiaccio.- disse Chiara accanto ad Elena.

Alzandomi a sedere al tavolo di fronte alla panca riconobbi accanto a me i miei amici e il barista, entrambi preoccupati. Il dolore alla testa stava scemando e provai a parlare:- Non preoccupatevi...sono entrata e mi sembrava di aver visto le luci spente, ho sentito delle strane voci e forse sono inciampata.-

- E' un classico.- esordì Frank e continuò rivolto a Marco: - Se hai visto le luci spegnersi sicuramente è stato il caldo, avrai confuso immagini del locale e le voci che sentivi. Comunque se siete più sicuri chiamo un ambulanza.-

-No no! Assolutamente! E' sicuramente stato uno svenimento e ora mi sento molto meglio.- affermai, preoccupata di creare scompiglio. E per confermare la cosa finii in un sol sorso il bicchiere di acqua e zucchero che Frank mi porgeva.

Doveva essere stato per sforza uno svenimento, probabilmente quello che avevo visto non era stato altro che un sovrapporsi delle immagini del locale e dei videogiochi di guerra a cui mi aveva sottoposto Nicolò per due giorni.

Svuotai il bicchiere di colpo, tossicchiando per averlo bevuto troppo in fretta.

Marco e Frank sorrisero, Matteo deciso a stemperare l'atmosfera disse:- Beh Ali, sembra che tu ci abbia preso gusto a farci preoccupare.-

Io risi, accompagnata da Elena e decisa a non attirare ancora l'attenzione del locale, conclusi:- Ora sto davvero meglio! Non eravamo qui per divertirci con qualche birra? Frank portaci 5 boccali!-

La voce perentoria di Marco mi interruppe:- Portane 4 che è meglio!-

I miei amici risero per quelle parole e io finsi di mettere il broncio, così che Marco concluse:- 4 bionde e una cioccolata calda con panna.-

Solo allora alle risate mi aggiunsi anche io, e con slancio abbracciai Marco per ringraziarlo. In un modo o nell'altro era sempre lì per me, sempre pronto a preoccuparsi e sempre pronto a prendersi cura di me.


Le chiacchiere di quella serata, dopo il primo spavento, vagarono dai film in uscita al cinema proposti da Matteo, ai videogiochi che mio fratello mi aveva mostrato in quei due giorni. Toccato il tema videogiochi Marco e Matteo si alienarono commentando la prossima uscita di una nuova console, per tale motivo, avvicinandomi a Chiara ed Elena prendemmo a spettegolare più vivacemente.

Wolf - The W seriesOnde histórias criam vida. Descubra agora