Wolf - The W series

65 - Farfalle e draghi

24 Febbraio 2002 (Prima Parte)

Era passata quasi una settimana da quel bacio, eppure sulle mie labbra era rimasta una sensazione di calore, come se mi fossi scottata e forse lo ero davvero. Avevo passato quei giorni in un totale stordimento, l'unica costante erano stati i miei sbalzi d'umore.

Nei primi giorni dopo quella sera mi ero sentita combattuta, poiché se da un lato ero furiosa per l'ultima litigata, per i suoi modi prepotenti e per il fatto che mi avesse mentito riguardo Sibilla, dall'altro non potevo ignorare le "farfalle" che impazzavano nel mio stomaco. Anzi, ad essere sincera, il solo ricordo delle sue braccia intorno a me e delle sue labbra sulle mie trasformavano quelle farfalle in draghi.

Decisamente furono quei rettili a bruciarmi dentro quando realizzai, giorno dopo giorno, il silenzio Mr. Indifferenza. Fu decisamente più bravo del Mago Houdini, poichè semplicemente sparì: non un messaggio, non una chiamata, non una visita e da quel momento la mia rabbia ebbe decisamente piede libero.

Mi sentivo una stupida ad aver sperato in un finale diverso dopo quel bacio, benchè lui mi avesse detto a chiare parole che io fossi "la sua sconfitta". Riuscivo ad immaginarmi la sua voce mentre si prendeva gioco di me "Scommetto che aspetti da giorni un mio messaggio, questo non vuol dire influenzarti?". Ogni qual volta che lo pensavo, sentivo le mie orecchie andare in fumo per la collera.

Non servì a niente sapere da Elena che anche Loris era andato via qualche giorno, o da Matteo che Pablo aveva fatto in tempo solo a posare le valige a casa sua e si era dileguato per una "gita tra i boschi", nemmeno la costante ombra di Beatrice alle mie spalle ogni volta che uscivo mi fu di conforto. Stefano era sparito e non gli era minimamente passato in mente di avvisarmi, il che voleva dire che il nostro rapporto dopo quel bacio non era minimamente cambiato ed era questo a bruciarmi dentro più di tutto.

L'unica cosa che mi aveva distratto in quei giorni era stata aiutare Marco coi preparativi per il carnevale, disegnando i cartelloni e gli addobbi per la serata. Tutto quel lavoro mi aveva tenuto per qualche ora distante dai miei pensieri e dalle mie emozioni, e speravo ci riuscisse anche la festa di quella sera.

Scrollai la testa guardandomi allo specchio e i miei occhi grigi mi fissarono risoluti: dovevo solo divertirmi coi miei amici. Diedi un'ultima occhiata al tubino nero che aderiva alle mie forme per arrestarsi sopra il ginocchio, intervallato solamente dalla catenina d'oro con la giratempo. Non ero solita ad abiti così stretti, ma avevo bisogno di sentirmi bella e desiderata dopo la totale indifferenza di Houdini. Un'unica cosa identificava il mio costume: una mantella rossa fiammante mi cadeva delicata sulle spalle, arrivando giusto ai fianchi, come uno splendido cappotto da cui spuntava un enorme cappuccio rosso. L'idea era stata di Chiara, che aveva confezionato diversi costumi per quella serata ed io ne fui felice poichè ero certa che, nel caso il Mago fosse riapparso, avrebbe attirato la sua attenzione facendogli sottolineare cosa aveva perso. D'altra parte il finale di Cappuccetto Rosso è noto a tutti: è il lupo a perdere.

- Alice sei pronta?! Elena ti sta aspettando!-

L'urlo di mio padre mi riportò alla realtà e per un attimo sentii la mia volontà vacillare: forse non ero affatto pronta. Una parte di me, per quanto furiosa con Stefano, temeva che se l'avessi visto, se la connessione mi avesse influenzato, non sarei riuscita a restargli indifferente.

- Alice!!Facciamo tardi!-

L'urlo della mia amica, decisamente innervosita, non mi diede tempo di pensarci ancora su. Corsi giù dalle scale, felice di vedere una sorridente Wonder Woman sulla soglia d'ingresso.

- Hai messo il vestito che ti ho regalato! Stai benissimo!- mi salutò Elena con aria soddisfatta.

- Anche tu paladina della giustizia!- sorrisi io, convinta che nessun'altro costume fosse più calzato sulla mia amica, studentessa di giurisprudenza.