32 - Pensieri

10.2K 532 33
                                    

6 Gennaio 2002 (parte prima)

Quella notte nulla vietò al mio subconscio di inscenare una carneficina in cui diversi lupi mi attaccavano e rincorrevano nel bosco. Mi svegliai in preda al panico più e più volte, e riaddormentarmi era sempre più difficile.

Anche se le uniche lacrime di quella lunghissima giornata le avevo versate in mezzo alla neve, ero evidentemente scossa.  Chiudevo gli occhi e sentivo continuamente il rumore di quel mostro  trasformarsi nella neve, e sentivo il cuore accellerare in preda al panico. Quando li riaprivo, l'unico pensiero che riuscivo a formulare era "Se non ci fosse stato Stefano". E nuovamente il cuore accellerava.

Quel ragazzo aveva stravolto non solo la mia vita, ma l'intera realtà del mio mondo. Il sapere dell'esistenza dei licantropi, il fatto di essere coinvolta in qualche modo nel branco, di essere riconosciuta come Compagna dai loro nemici mi avevano sconvolto e il responsabile di tutto questo era lui.

Lui mi aveva guardato negli occhi, lui mi aveva attraversata col suo sguardo e aveva svelato una parte di me che non avevo mai conosciuto. Si perchè dal nostro incontro alle Sorgenti, mi sentivo diversa. Non erano solo quelle strane visioni o le nuove bugie che raccontavo per celare quel mondo, erano proprio le sensazioni con cui vivevo che erano cambiate. Se mi guardavo attorno, lo facevo diversamente con più attenzione, se provavo qualche emozione la percepivo molto più intensa, come se fino ad allora l'avessi percepita incompleta. Era difficile da spiegare ma era come se i miei occhi vedessero, ma vedessero più limpidamente, come se i profumi mi arrivassero, ma li sentissi più profondamente, come se il mio cuore accellerasse ma lo facesse più velocemente di prima. E tutto per colpa sua.

Quello che avevo appreso da Bea mi consentiva di osservare Stefano sotto una nuova luce. Lui mi aveva rivelato di odiare il suo essere lupo, e io avevo pensato dovesse essere per la difficoltà di vivere con un segreto del genere nel mondo di oggi.  Invece, apprese delle responsabilità di Stefano nei confronti del branco e ricordandomi di quello che avevo sentito al di fuori della casa dei De Leonibus una nuova spiegazione mi era balenata in mente. Forse Stefano non odiava essere un lupo, forse quello che odiava era essere l'unico discendente dei De Leonibus: essere l'Alpha. Un ruolo del genere doveva richiedere parecchie responsabilità, doveva influenzarti non poco la vita e forse limitava le libertà di Stefano. E una parte di me era certa che questo fosse il problema principale.

Mentre riflettevo sugli ultimi momenti passati in casa De Leonibus, rabbrividivo tornando con la mente a quell'uomo, Mathias Neri. Era chiaro vedesse in Stefano un suo rivale, gli riconosceva un ruolo importante e il suo "arrivederci" non era stato affatto gradito, poiché tutto di lui mi incuteva timore, a partire dai coltelli che teneva sotto l'impermeabile.

Quel mondo era assurdo, tutto quello che mi era successo durante quelle vacanze era assurdo.

Una parte di me era furiosa con Stefano poiché se da un lato mi aveva salvato la vita e si era preoccupato per me, dall'altro mi teneva distante, non mi faceva comprendere nulla e il non sapere cosa stava succedendo e cosa avrebbe potuto succedermi, mi gettava nel panico. Non potevo farcela, non riuscivo a reggere quel segreto. Mi sentivo irrimediabilmente sola e spaventata.


In tarda mattinata, quando mi risvegliai decisi di accantonare per qualche ora tutta quella faccenda. Gli esami universitari erano alle porte e il libro di  storia medievale mi guardava minaccioso dalla scrivania. Mi ero iscritta a Lettere moderne e il primo esame sarebbe stato la settimana successiva.

Dovevo assolutamente mettermi a studiare per superare quel primo scritto. Per quanto mi sembrasse una cosa sciocca, dato che aveva rischiato la vita solo il giorno prima, l'idea di dover studiare, di far qualcosa di normale mi faceva sentire più al sicuro.

Mentre leggevo, ora dopo ora, maturavo l'idea di tornare in città, per poter riprendere a studiare tranquillamente, ma soprattutto per staccare da tutto quello che succedeva in quel paesino tra le montagne. Un lato di me si sentiva al sicuro ad allontanarsi dal paese, forse perché era lì che tutto era iniziato e speravo che allontanandomi da lì, tutte quelle stranezze non mi avrebbero seguito.

Per quanto non fossi propriamente soddisfatta della mia vita prima di quel capodanno, ero comunque al sicuro e con delle certezze, mentre ora mi sentivo in balia degli eventi, di quei mostri, di quelle dannate visioni e di Stefano. Soprattutto degli scatti d'ira di Stefano.

Il bip di un messaggio sul telefono mi risvegliò dai miei pensieri. Lo presi in mano notando un messaggio di Marco:

"Ieri in chiesa non sono riuscito a salutarti, ci vediamo oggi?"

Una strana ansia mi premette sul petto all'idea di vederlo, e le parole della sorella mi pulsarono nelle orecchie: "So perfettamente chi sei. Sei la Compagna che sta tradendo il mio Alpha e la ragazza che sta prendendo in giro mio fratello".

Non le ritenevo vere, ma stranamente mi infastidivano. Volevo un bene immenso a Marco e forse quello non era il momento giusto per dargli una possibilità, soprattutto ora che ero mi sentivo costantemente in pericolo di vita.

Rassegnata gli risposi: "Ci vediamo in piazza tra una mezz'ora? Devo parlarti."

Ero certa che parlargli fosse la cosa migliore, perché a differenza di quello che pensava Bea, io non volevo prendere in giro nessuno.

Mentre mi preparavo vestendomi per quell'appuntamento, mi ricordai delle parole di Stefano. L'idea di comunicargli i miei spostamenti mi infastidiva, ma la paura di ritrovarmi in compagnia di un altro mostro era più grande.

Presi il cellulare dalla scrivania e svogliatamente composi un messaggio: "Esco per una passeggiata in piazza".

Ero indispettita all'idea di avvertirlo perché lui per primo in tutti quegli anni non aveva voluto avere niente a che fare con me. Aveva scoperto e palesemente ignorato la connessione che ci legava,come lo infastidisse. Aveva scelto per entrambi, forse per allontanarsi da quel mondo, ma una parte di me non faceva che temere che fosse perché Mr. Indifferenza non mi riteneva alla sua altezza.

Dopo pochi istanti un bip familiare mi riscosse mentre mi pettinavo i capelli. Le due parole che apparvero sullo schermo mi fecero innervosire ancora di più: "Con chi?"

L'idea di non avere più privacy e di dover rivelare a Stefano anche le mie frequentazioni mi dava alla testa. Lui che non mi aveva rivelato nemmeno l'origine della nostra connessione, che avevo scoperto tramite una ragazzina di tredici anni. Lui che non mi aveva detto i pericoli che correvo e che non mi aveva preparato al rischio che celava il suo mondo.

Mi passai una mano tra i capelli nervosa e fissai il cellulare imbronciata. Con chi fossi in compagnia non dovevano essere affari suoi, inoltre dirgli che uscivo proprio con Marco non mi andava, era evidente che anche lui, come Beatrice, pensasse che lo stessi prendendo in giro. Così innervosita gli risposi: "Sono affari miei".

Stavo indossando il cappotto quando un ultimo messaggio attirò la mia attenzione: "Bastava dire che era Marco".

Era ufficiale: detestavo Mr. Indifferenza.

 Indifferenza

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
Wolf - The W seriesWhere stories live. Discover now