78 - Andrà tutto bene

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28 Febbraio 2002 (Settima Parte)

Non so quanto tempo passai a piangere, ormai il sole era tramontato e, nonostante la febbre, le lacrime continuavano a scorrere infinite, mentre i singhiozzi ad un tratto avevano smesso di scuotermi il petto e la spalla dolorante.

Una parte di me continuava a temere l'arrivo della prima frattura, quella che avrebbe segnato la mia inevitabile trasformazione in una Spacca Ossa. L'altra continuava a sperare che il dolore del morso svanisse e mi lasciasse tornare alla mia vecchia vita, alla vecchia Alice.

Il problema era che la vecchia Alice era decisamente distrutta da quello che aveva subito, dal rapimento, dalla violenza, dal freddo e non conosceva nulla che potesse lenire quelle ferite, che potesse aiutarla a superare quello che era successo. Forse per quello mi ritenni finita, perché se l'unico mio desiderio era tornare indietro nel tempo, significava che non avevo più nessun mezzo per riuscire a superare quel momento.

Lo scricchiolio della porta mi rinvenne dai miei pensieri distruttivi e nella penombra del tramonto notai una figura entrare scalza, facendo cigolare le assi del pavimento. Il mio cuore accelerò per confermare che il padrone della stanza era appena entrato, ma io ne avevo già riconosciuto gli occhi ambrati che mi scrutavano preoccupati tra le sue lenzuola.

Sembrava osservarmi con ossessione, come a voler verificare che ogni centimetro del mio corpo fosse sano e salvo nel suo letto. Si era cambiato o forse, dopo la rabbiosa discussione, era riuscito a farsi una doccia, poiché aveva i capelli umidi raccolti in un codino e indossava una t-shirt sopra dei leggerissimi pantaloncini a righe.

Quando incontrò il mio sguardo, forse imbarazzato dall'insistenza con cui mi aveva osservato, si giustificò borbottando:- Ero solo passato per vedere come stavi...-

Probabilmente fu in quell'istante che si accorse nella penombra delle mie guance rigate dalle lacrime e questo sembrò destabilizzare i suoi programmi, poiché il suo corpo reagì avvicinandosi con apprensione, mentre la sua mente sembrava pietrificata.

Vedendolo arrivarmi vicino per un secondo pensai che avrei dovuto sentirmi in ansia per il mio aspetto malandato, per il sudore della febbre e i capelli ormai sporchi, ma ero davvero troppo stanca per preoccuparmi.

La sua mano calda, allontanò con il pollice le mie lacrime dalla guancia e la sua voce tentò di distrarmi dalla dolcezza di quel gesto:- Come ti senti Imbranata?-

Io risposi con sincerità, incapace di fermare le lacrime:- A pezzi.-

Quella risposta sembrò preoccuparlo, ma Mr. Indifferenza tentò di non darlo a vedere o forse voleva solo a provare sdrammatizzare la situazione:- E io che sognavo di averti nel mio letto tutta intera...-

La parte di me che si sarebbe imbarazzata arrossendo, era stata sepolta dall'Alice spezzata dalle ultime vicende. Il mio umore era talmente grigio che non riuscii ad abbozzare neanche un sorriso. Capivo che quello fosse il suo modo di aiutarmi, ma nulla di quello che avrebbe potuto fare mi avrebbe aiutato a risalire da quella voragine di paura, tristezza e dolore in cui ero ricaduta. Volevo semplicemente stare da sola, aspettare che le mie membra si riprendessero e poi fuggire il più lontano possibile da lui e da quel mondo. Non volevo essere io la causa dei suoi problemi, non potevo accettarlo.

Mi girai su un fianco, dandogli le spalle, sperando che comprendesse che volessi essere lasciata in pace, ma quando mi giunse il suo respiro all'orecchio compresi che non sarebbe stato facile:- Che cos'hai?-

-Niente, ho bisogno solo di riposare un po' da sola.- la mia voce uscì atona, completamente estranea come se fosse stata emessa da un guscio vuoto e forse era davvero così.

Wolf - The W seriesWhere stories live. Discover now