46 - Al mercato (Prima parte)

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17 Gennaio 2002

Quando finalmente sentii il motore fermarsi, eravamo d'innanzi ad un enorme magazzino, nel lato sud della città. Mi tolsi il casco e glielo porsi, stringendomi per il freddo nella giacca e non provando nemmeno a sistemare quel cespuglio di capelli che era diventato la mia testa.

- Il mercato?- chiesi confusa, riconoscendo l'edificio.

- Qui è pieno di odori, non ci può rintracciare e poi si mangia benissimo.- spiegò lui con uno strano sorriso, portando una mano dietro la mia schiena per guidarmi tra la folla.

C'erano bancarelle colorate con esposto ogni cibo possibile: frutta, verdura, carne, pesce, spezie. Molti venditori avevano adibito, a lato del loro bancone, piccoli chiostri in cui cucinavano direttamente i prodotti, consentendo agli acquirenti di mangiare direttamente sul posto. Era un mercato disposto su diversi piani, dove vi erano centinai di metri di grill su cui si rosolava la carne emanando un delizioso profumo, e si trovavano decine e decine di banchetti che vendevano dolci appena sfornati. Qualunque cosa uno desiderasse assaggiare, probabilmente l'avrebbe trovata lì.

- Cosa ti va di mangiare?- chiese Stefano gioviale, mentre ci immergevamo sempre di più in quel tripudio di odori e colori.

Io lo guardai confusa, ancora sconvolta di sapere che il luogo migliore per nascondersi da un lupo fosse il mercato. Perché mai mi aveva portata lì? Perché era così stranamente cortese? Gli era davvero passata l'arrabbiatura del giorno prima? E per quale dannato motivo continuava a sorridere? L'ultimo mio pensiero in quel momento era certamente per il cibo, e siccome tutto in quel posto sembrava squisito mormorai: - Quello che vuoi.-

- Conosco un tipo che fa degli hamburger ottimi, ti va?- propose lui sorridente.

Io mi voltai confusa a guardarlo: non era mai stato così gentile e così solare con me. Non sembrava nemmeno lo Stefano che avevo conosciuto, piuttosto quello di cui tutti in paese mi avevano sempre parlato.

Annuii ancora pensierosa per quel suo radicale cambiamento e lui mi condusse tra la folla verso un banchetto, al piano superiore, dove ci sedemmo ad un piccolo chiosco.

Ordinò per entrambi e nel poco tempo in cui attendemmo i nostri panini non disse una parola, si guardava attorno attento, ed ogni volta che incrociava il mio sguardo sorrideva divertito.

Quando giunsero gli hamburger e lo vidi addentare il primo morso, decisi di cominciare un piccolo interrogatorio:- A cosa devo questo?-

- Niente, ho pensato avessimo un po' di cose da dirci ed era da prima di Natale che avevo voglia di uno di questi.- rispose lui semplicemente, indicando il panino.

Non sapevo se innervosirmi o ridere della sua risposta. Non era certamente lo Stefano che avevo conosciuto fino allora, ma ero certa di una cosa: non sarebbe stato facile riuscire ad ottenere risposte da lui con domande così generiche.

Accennai un morso e continuai:- E' molto buono...-

Il lupo sorrise ancora, scoprendo giusto un momento i denti bianchissimi e tornando successivamente ad addentare il suo panino.

Ogni tanto mi osservava, come per verificare che stessi apprezzando la cucina, o forse per essere certo della mia presenza. Era decisamente un pranzo strano, ma nonostante la bontà di quell'hamburger, avevo milioni di questioni irrisolte con lui che non si allontanavano dalla mia testa.

- Scusa se te lo dico, ma sembri diverso...-

Lui smise un secondo di mangiare e mi guardò come se si stesse prendendo gioco di me:- Ti riferisci al fatto che ho preso dieci centimetri in dieci giorni?-

Wolf - The W seriesDonde viven las historias. Descúbrelo ahora