85 -Insonnia ed incenso

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2 Marzo 2002 (Prima Parte)

"Sappi che per me questo è un sì."

Con queste parole Stefano mi aveva lasciata boccheggiante nel bagno, dopo avermi baciata con passione per diversi minuti. Si era staccato da me così rapidamente che avevo fatto fatica a recuperare con velocità l'asciugamano per coprirmi il petto, ed ero certa che il suo sguardo ambrato non si fosse perso nemmeno un centimetro della mia pelle scoperta.

Mi rivoltai ancora una volta nelle lenzuola scure della sua stanza, non ero riuscita a prendere sonno e la colpa era certamente sua e del modo in cui ci eravamo salutati. Mi aveva chiesto di promettergli che sarei rimasta con sua madre ed io avevo glissato la risposta baciandolo, ma nulla lo aveva fermato:" Sappi che per me questo è un sì."

Travolta dall'ansia per quello che lo aspettava l'indomani continuavo a domandarmi: sarebbe riuscito il Branco della Neve a fermare quella Bestia e i suoi seguaci? Stefano sarebbe stato abbastanza forte? Pablo e Beatrice come ne sarebbero usciti? E Marco li avrebbe aiutati ancora? Su quest'ultima domanda ero abbastanza certa della risposta, poiché Beatrice dopo il falò era tornata rapidamente a casa sua, ed ero certa che avrebbe riferito al fratello l'intera vicenda e Marco, pur di difendere sua sorella decisa a combattere, non l'avrebbe lasciata sola.

Sbuffai ancora una volta, sentendo il ricordo del potere del mio Compagno premere costantemente sulla mia volontà. Davvero avrei tradito la promessa? Davvero lo avrei raggiunto, mettendo in pericolo me e il suo branco? E se lui si fosse distratto a causa mia? Se quella distrazione gli fosse costata la vita? Sospirai rigirandomi tra le coperte: non sarei mai riuscita a riposare.

In quel momento mi accorsi nella penombra delle pastiglie ancora adagiate sul comodino. Ero praticamente certa che tra quelle ci fosse un sonnifero, ma non avevo nemmeno un sorso d'acqua per buttarle giù. Affranta uscii dalle coperte, nel gelo della notte e mi incamminai silenziosamente nel corridoio, verso le scale.

Uno strano profumo di incenso pervadeva la casa, come se qualcuno avesse dimenticato acceso un bastoncino speziato che intontiva in sensi. Pensai immediatamente fosse uno degli strani esercizi di meditazione che il Maestro del Fuoco era solito fare ed infastidita provai a tapparmi il naso, chiedendomi per quale dannato motivo non avesse aperto le finestre. Era un odore così pungente da far girare la testa e forse a causa della mia spossatezza, sentii le vertigini pressarmi la testa e una strana fame d'aria si impadronì di me.

Mi dimenticai dell'acqua e camminai barcollando verso la porta di casa in cerca di aria fresca. Quando riuscii ad aprirla con fatica, caddi in ginocchio sulla soglia boccheggiante. In un attimo l'aria fresca attraversò i miei polmoni, ma era chiaro che non sarebbe servita ad allontanare quel pressante odore d'incenso, e quando concentrai la mia vista sulla neve che scendeva fitta sul piazzale innanzi casa, mi accorsi di stare per svenire.



La neve cadeva fitta pure sulle rocce che celavano le Sorgenti di Limes, tanto che le venature grigie della pietra bianca erano ormai indistinguibili. Rabbrividii dal freddo stringendomi le spalle, e mi addentrai in quel luogo familiare in cerca di un po' di calore, rimanendo delusa.

Le sorgenti di Limes non erano mai state così anguste e fredde come in quel momento: nessuno sciabordio, nessun vapore, solo un immobile distesa di ghiaccio e nebbia. Le pareti rocciose non sembravano fornire un rifugio, bensì una trappola ed ebbi la sensazione che in quel luogo fosse accaduto qualcosa di orribile.

Nonostante il freddo che stringeva il mio cuore in una morsa dolorosa, feci qualche passo sulla neve candida, verso la gelida lastra di cristallo che ricopriva il luogo dove una volta vi erano le sorgenti termali. Come era potuto accadere? Com'era possibile che quel posto gelasse? Inaspettatamente una lacrima scese sul mio viso, come se il mio cuore fosse consapevole di aver perso un posto a lui caro.

Wolf - The W seriesWhere stories live. Discover now