33 - Qualcun altro

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6 Gennaio 2002 (parte seconda)

Quel pomeriggio l'aria era molto fredda, nonostante il sole scintillasse sopra la neve caduta. Giunsi in piazza camminando nervosamente, un po' per il messaggio di Stefano, un po' perché continuavo a guardarmi le spalle preoccupata di essere seguita.

Marco era già sotto casa sua che mi aspettava, stretto nel suo piumino verde e, vedendomi arrivare, mi venne incontro:- Ciao Ali! E' tutto ok?-

Io annuii stringendomi nel cappotto rosso e tentando di lasciarmi il malumore alle spalle. Probabilmente si era preoccupato a leggere il mio messaggio, così accennando un sorriso lo invitai:- Che ne dici di chiuderci in un bar per una cioccolata?-

Lui fu immediatamente sollevato dal mio sorriso e stringendomi con cameratismo in un abbraccio, mi spinse in direzione del bar più vicino:- Non avevo dubbi che avresti voluto degli zuccheri con questo freddo.-

Io risi, già più serena della sua presenza accanto a me, e lo seguii dentro il piccolo bar della piazza. Quando ci fummo accomodati in uno dei divanetti ricoperti di velluto blu di quel piccolo caffè, ordinammo le nostre cioccolate, e Marco cominciò a raccontarmi di alcuni problemi che erano sorti nell'azienda di famiglia con l'arrivo della neve.

Io lo ascoltavo distrattamente, tenendo continuamente d'occhio l'entrata del locale, preoccupata di veder spuntare loschi figuri. Una parte di me però, dovetti ammettere, era forse più preoccupata di veder spuntare uno Stefano determinato a sedersi al tavolo con noi.

- Di cosa dovevi parlarmi?- chiese d'un tratto Marco, notando il mio sguardo sfuggente.

- Ecco io...- non sapevo da dove iniziare e come sempre lui mi venne in aiuto.

- Sei preoccupata Ali? Sembri stanca... sei svenuta ancora? Sei andata dal dottore?-

- No...no, quello non è più successo.- mormorai pensierosa.

- E' forse per il nonno di Stefano? Chiara mi ha detto che l'avevi visto solo il giorno prima.- continuò premuroso posando dolcemente la sua mano sulla mia.

- Quello mi ha un po' sconvolto...ma non è la sola cosa.-

Marco attese in silenzio, guardandomi con i suoi occhi color ghiaccio così simili a quelli di Beatrice.

Le sue parole mi rimbombarono nuovamente in testa e così presi fiato dicendo: - Volevo parlarti di noi. Forse non è il momento giusto per darci una possibilità...-

Il biondo allontanò la mano da me, come scottato:- Ho fatto qualcosa che non ti è piaciuto?-

- No non è quello, non sei tu! Sono io.- le mie parole risultavano assurde e stupide come quelle dette da centinaia di ragazze ai propri amici. Scossi la testa infastidita : Marco meritava di più di questa banale spiegazione e io glielo dovevo.

Presi fiato e cominciai a parlare apertamente, come mai avevo fatto con qualcuno prima:- Il fatto è che pensavo che in questi mesi in città sarei riuscita a capire cosa volevo dalla vita, invece sono tornata qui e mi sento ancora più confusa di prima. Sulla vita, sul mio futuro e anche su di noi. –

Soprassedei al fatto che ero confusa anche per aver scoperto l'esistenza di un mondo dove le persone si trasformavano in lupi e le pallottole potevano volare con la voce. In un attimo di lucidità pensai che forse, se non fossi finita sotto quella valanga, quel capodanno sarebbe stato molto diverso, non avrei scoperto della connessione con Stefano e forse mi sarei sentita più vicina a Marco, riuscendo finalmente ad instaurare una vera relazione.

Wolf - The W seriesWhere stories live. Discover now