88 - Controllo

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2 Marzo 2002 (Quarta Parte)

Non riuscivo a muovere un muscolo, a formulare una sola parola e non ero nemmeno totalmente cosciente di quello che mi stava accadendo attorno. Ero come una marionetta nelle mani del mio Creatore che esercitava un controllo totale su di me. Per la prima volta compresi cosa volesse dire essere guidati come un cucciolo, poichè nulla di quello che pensavo, nulla di quello che sentivo mi sembrava avere senso senza l'esempio del mio Alpha. L'unica cosa che sapevo era che dovevo raggiungerlo.

Quando mi rialzai da terra, presi a camminare verso il sentiero che conduceva allo Chalet e al pianoro dove si svolgeva quel brutale scontro. Nonostante sentissi le grida di una donna, che chiamava con disperazione una certa Alice chiedendole di fermarsi, ma non le diedi peso e continuai verso dove l'odore mi diceva essere la mia unica guida.

Mi liberai del mantello, incurante del freddo, e con un'agilità sconosciuta, presi a muovermi a carponi sulla neve, risalendo senza alcuna fatica il pendio, diretta verso il Branco della Notte, il mio branco.

Non la vegetazione, non le rocce potevano fermarmi, era come se quell'intera montagna fosse diventata il mio elemento, ed io ne ero padrona. Incurante della distanza che avevo messo tra me e quella donna che mi seguiva, aumentai la velocità percependo per la prima volta il piacere dei profumi e dell'aria fredda sul viso. Ogni odore sembrava amplificato, ogni colore, ogni movimento.

Quando raggiunsi il pianoro, l'odore di sangue mi penetrò nelle narici e di riflesso sorrisi nel percepirne il gusto ferroso. Vidi i lupi della Notte combattere con difficoltà contro un gruppo di individui, tra cui spiccavano un cucciolo dorato sanguinario e un uomo con addosso uno strano mantello. Quest'ultimo agitava le mani in aria, come disegnando dei simboli e sembrava fosse in grado di sollevare rocce, neve e tronchi sui miei fratelli.

Vidi altri miei compagni accerchiare un giovane dalla pelle più scura, che faceva vorticare fionde di fuoco in aria, terrorizzando e ustionando chiunque gli capitava a tiro e il mio primo istinto fu quello di azzannarlo immediatamente alla gola. Fu il richiamo del mio Creatore che mi trattenne dal colpirlo alle spalle: aveva bisogno di me.

Incurante dei feriti e di quello che accadeva lo cercai con il mio fiuto e lo individuai nello spiano vicino al burrone, attorniato dal nemico più potente sul campo: una bestia dal manto bianco.

-Ed ecco finalmente la regina nelle mie mani.- la voce possente del mio Creatore tuonò nell'aria e io mi diressi verso di lui, pronta a difenderlo da chiunque avrebbe osato attaccarlo.

La bestia bianca sembrò stordita dalla mia presenza ed in un bagliore cambiò forma, mutando in quello che sembrava un uomo disperato:- Alice!-

Nuovamente quel nome senza valore si insinuò nelle mie orecchie, ma non vi restò a lungo, mi parai di fronte al mio Alpha pronta a dare la vita per difenderlo.

- Forse ora che lei è qui, riuscirai ad unirti a quel tuo lupo patetico che finora non è stato in grado di sfiorarmi.- suggerì divertito il mio padrone, scostandomi di lato per avvicinarsi al suo avversario, come a voler combattere da solo.

Le sue parole sembrarono far scattare qualcosa in quel ragazzo che stava dritto sulla neve senza vestiti. I suoi occhi si tinsero del colore della pece, i suoi muscoli si irrigidirono e le vene presero a pulsargli come cavi d'acciaio sulla pelle. Non feci in tempo a vedere i suoi movimenti che in un lampo fu di fronte al mio Alpha, ma questi non sembrò affatto impressionato e bloccò con una sola mano il pugno che il giovane lupo gli aveva appena sferzato.

– E tu saresti l'erede dei De Leonibus!- rise di gusto il mio Creatore.

Come se avesse previsto quella reazione, la furia bianca lo riattaccò e questa volta fu così veloce ed imprevedibile che riuscì a colpire il mio Alpha sul viso ispido: - Questo è per la morte di mio padre.-

Wolf - The W seriesWhere stories live. Discover now