71 - Il passato della bestia

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27 Febbraio 2002

Non so per quanto restai distesa nel gelo di quella caverna, perchè il tempo sembrava dilatarsi all'infinito. Ero febbricitante e senza forze per il sangue perso, continuavo ad addormentarmi per allontanare il dolore lancinante che sentivo tra il collo e la spalla, dove quella Bestia mi aveva lacerato la carne.

Ormai ero senza speranze per la mia sorte e i pochi minuti di coscienza li passavo tra il tremare convulsivamente e piangere fino allo sfinimento. Ero abbastanza sicura di quello che aveva fatto Neri: mi aveva trasformata ed ad ogni brivido temevo di sentire le ossa rompersi, come avevo visto fare a quel mostro nel bosco. Presto sarei stata come lui e già sentivo la mia coscienza intorpidirsi. Avevo l'illusione che l'unica mia fonte di calore fosse il ciondolo dorato che mi aveva regalato Marco, ma pensavo fosse dovuto al ricordo dei miei amici, che non mi abbandonava neanche tra quelle rocce. Furono le grida di una discussione a risvegliarmi dal mio torpore.

- Glielo dici tu che non si è trasformata!-

- No! Era compito tuo controllarla stanotte!-

Alzai lo sguardo e vidi, nello scorcio tra le pareti rocciose, la luce di un timido mattino invernale. Mi sentivo sempre più debole e non ero molto in grado di ragionare sulla loro conversazione, ma sembrava che qualcosa fosse andato storto. Io mi sentivo a pezzi, con la febbre altissima, e un dolore lancinante che mi attraversava le carni, eppure a quanto pareva non era quello il risultato desiderato da Neri.

Forse le mie ossa non si erano rotte, forse non ero brava nemmeno a trasformarmi, e in quel momento fui solo che sollevata da quelle supposizioni. Non volevo assolutamente divenire una pedina nelle sue mani, nè tantomeno essere trasformata in un lupo mannaro. Quella Bestia era stata decisamente chiara nel descrivere quello che sarebbe stato il mio futuro, e ancora ricordavo la fitta delle sue parole nella mia mente.

La cosa più assurda di tutte era che Neri ritenesse che Stefano fosse stato uno stolto a non trasformarmi prima.

"Avrebbe dovuto morderti per renderti più forte, per controllarti...ma giurerei sul mio naso che non ti ha neanche posseduta"

Scossi la testa perché l'unica cosa di cui ero certa in tutta quella faccenda era che Stefano non mi avrebbe mai trasformato, era così tormentato all'idea di essere un lupo che non mi avrebbe mai condannato a quel destino e una parte di me si preoccupò nel pensare cosa avrebbe visto in me ora.

Fu la voce profonda e in collera di Mathias all'ingresso di quel rifugio a spaventarmi e a farmi riaprire gli occhi:- In che senso non si è trasformata?!-

Sentii i suoi passi pesanti giungere fino al mio giaciglio e, una volta di fronte a me, rimosse con rabbia le coperte che mi celavano alla vista. I suoi occhi neri si dilatarono per lo stupore:- Che razza di storia è questa?!-

- Forse lei è già un lupo, forse lui l'aveva già trasformata.- azzardò uno dei suoi uomini, che nel mio intorpidimento non riuscivo a riconoscere.

Neri si voltò furente, con i muscoli del collo che si tendevano come cavi sotto l'impermeabile:- Stai forse insinuando che il mio fiuto non è in grado di distinguere un lupo da un'umana?-

Sotto lo sguardo potente di quella Bestia, la guardia si piegò a terra chiedendo perdono ed io immaginai la forza che doveva avere quel mostro sulla volontà del mio carceriere e a breve sulla mia.

Dopo quella dimostrazione di sottomissione, Neri tornò infastidito a concentrarsi su di me. Mi prese per la spalla e mi sollevò senza troppe cerimonie per analizzarmi. Mi dilatò gli occhi, diede uno sguardo alla ferita che mi aveva provocato e sembrava sempre più confuso e frustrato. Furioso vide che ancora stringevo in mano il mio ciondolo:- Che cos'hai lì?-

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