50 - Tutto per colpa sua

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30 Gennaio 2002 (Prima parte)

Quando sentii squillare il cellulare quella sera, mi alzai dalla scrivania della mia camera e corsi a rispondere senza neanche guardare lo schermo. E tutto per colpa sua.

Era inutile negarlo, il silenzio di Stefano in quei giorni mi stava ferendo. Dopo quella serata con Pablo ero tornata a casa, scrivendogli prontamente, ma lui non mi aveva risposto. Come non aveva risposto ai messaggi di questi giorni dove gli dicevo i miei spostamenti, sembrava sparito ed io mi sentivo un'idiota.

Mi ero abituata a sentirlo, era entrato a poco a poco nella mia quotidianità e la sua totale indifferenza mi amareggiava. Una parte di me temeva che quel fastidio fosse dovuto alla nostra connessione, ma la realtà era ben diversa. Mi ero resa conto che Stefano era stato davvero una simpatica compagnia in quelle giornate, da quello strano pranzo avevamo continuato a sentirci e lui  era stato divertente, simpatico e a suo modo gentile, ed ora ne sentivo quasi la mancanza.

Risposi al telefono con un'unica speranza: - Pronto?-

- Ciao Ali! Che rapidità, aspettavi una chiamata?- la voce di Marco distrusse ogni mia aspettativa.

Mi sforzai di sorridere, ero contenta di sentirlo dopo tanto tempo e ripensando a tutto quello che era accaduto in città, sentii che mi era mancato confidarmi con lui.

- Ciao Marco! No, no affatto, sono solo annoiata dallo studio! Come stai? Come si sta su?- chiesi tentando di nascondere la delusione.

- Monotono come sempre, soprattutto se non ci sei tu che combini casini.- fece gioviale il mio amico e io non potei non immaginare i suoi occhi azzurri luminosi che mi sorridevano.

- Ah ah...sempre simpatico.- scherzai prendendolo in giro e sdraiandomi sul letto.

- Come vanno gli esami?- si interessò lui.

- Bene! Ne ho ancora due, di cui uno domani.-

- Brava, immagino come sarai stressata dallo studio... ti chiamavo appunto per distrarti! Sto organizzando la festa di carnevale...-

A quelle parole schizzai in piedi sul letto felicissima. La festa di carnevale era l'evento più bello di tutto l'anno nel nostro paese, eccetto forse la festa d'estate con i fuochi d'artificio. Era sempre stata organizzata dalle famiglie fondatrici del paese, tra cui vi era quella di Marco e tutti i ragazzi partecipavano attivamente nella sua organizzazione. C'era chi preparava dolci e focacce, chi si occupava di creare le decorazioni per il palazzetto dello sport che in quell'occasione veniva adibito a sala da ballo, chi creava i costumi per chi non aveva tempo. Persino le vecchiette del paese si ritrovavano tutte insieme in parrocchia a impastare e friggere chili e chili di dolcetti che venivano distribuiti per strada tutto l'intero giorno.

Per quello fui così felice di sentire le parole di Marco, finalmente un momento spensierato e felice da poter vivere come ogni anno, un piccolo ritorno alla normalità.

- Sono ai tuoi ordini! Dimmi di cosa hai bisogno!- ribattei entusiasta.

Marco rise dall'altro lato della cornetta e commentò scherzoso: - Magari fosse vero, quest'anno mi hanno dato totale libertà di organizzazione e non so se fidarmi del tuo aiuto visto che l'anno scorso hai bruciato tutte le crostate!-

- Erano quei forni ad essere impazziti! No ti prego non tagliarmi fuori!- mormorai io fingendomi disperata.

- Tranquilla, non potrei mai. Volevo solo accertarmi che il 24 febbraio tu fossi libera.-

- Sarà il 24?!Certo che ci sarò!- feci esaltata.

- Bene e magari ti andrebbe di occuparti di nuovo degli striscioni? I tuoi disegni sono sempre bellissimi.-

Io sorrisi a quelle parole, dando un occhiata ai fogli appesi sulla parete accanto al mio letto ed annuii:- Tranquillo ci penso io. Spuntali pure dalla tua lista di cose da fare.-

Marco rise ancora rispondendo esasperato:- Non hai idea, devo ancora prenotare il palazzetto e volevo cambiare la musica! Mi chiedevo infatti se potessi chiedere a Matteo di contattare quei suoi amici che suonano! Sono stufo della solita banda...-

- Ma certo! Stasera gliene parlo non preoccuparti!-

- E magari chiedi anche ad Elena se lei e la sua famiglia possono occuparsi della focaccia, la loro è davvero la migliore.-

A quelle parole mi sovvenne in mente l'odore del forno della nonna di Elena, la panettiera più vecchia e più brava del paese. - Sarà fatto, capo.- risposi con già l'acquolina in bocca.

- E magari fatti aiutare da Chiara per un nuovo costume...l'anno scorso nessuno ha capito che ti eri vestita da maghetto.- scherzò lui.

- Ma scherzi? Ero Hermione Granger, cioè ora che è pure uscito il film nessuno può confondermi!- lo rimbeccai fingendomi offesa.

- Ali...prima o poi qualcuno doveva dirtelo, nessuno in questo paese ha mai letto una riga di quel libro. Quindi, se non vuoi essere confusa per una secchiona qualunque, cambia favola!-

Io risi sguaiatamente alle sue parole, ricordando le vecchiette in confusione di fronte alla mia cravatta gialla e rossa e al mantello scuro: - Ci penserò, tu non preoccuparti per me!-

- Lo sai che lo faccio sempre.- fece lui con affetto.

Io rimasi in silenzio non sapendo che rispondere, ricordando in quel momento il suo ultimo bacio.

Non sentendo alcuna risposta, Marco riattaccò con dolcezza:- Ci sentiamo Ali, a presto!-

Sospirai lasciandomi nuovamente cadere nel letto, pronta ad addormentarmi. La sua chiamata mi aveva fatto un immenso piacere e mi sentii un po' in colpa per averlo trascurato nelle ultime settimane. La mia vita precedente a quel capodanno sembrava essere stata accantonata dai nuovi eventi, dallo studio e da Mr. Indifferenza.

Rifissai il telefono in cerca di un messaggio, trovandolo vuoto. Era inutile negarlo ancora, qualcosa era cambiato se desideravo sentirlo. Se prima avevo tentato di tenerlo lontano poichè tutto quello che lo riguardava era misterioso e pericoloso, come i suoi segreti ed i suoi occhi, ora quando pensavo a lui non ne ero più così spaventata, poiché mi veniva in mente anche quel suo lato ironico e giocoso. Rievocavo nella mente le sue parole e senza attendere molto il mio cuore accelerava, senza che potessi controllarlo, e tutto per colpa sua.

 Rievocavo nella mente le sue parole e senza attendere molto il mio cuore accelerava, senza che potessi controllarlo, e tutto per colpa sua

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