41 - Allieva in difficoltà

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14 Gennaio 2002 (Prima parte)

Era passato un intero weekend da quella notte in bianco, ma gli occhi spaventosi di Neri, sembravano non abbandonarmi. Perché diavolo lo avevo sognato? Perché avevo visto i capelli di quel colore? Perché avevo disegnato quella donna alle sorgenti di Limes anni prima? Perché avevo la costante sensazione che a Stefano sarebbe successo qualcosa di brutto?

Dentro di me era chiaro che quelle visioni tentassero di dirmi qualcosa, ma io non ero minimamente in grado di comprenderlo. Da un lato incolpavo la mia poca destrezza nel risolvere i gialli, dall'altra la mia ignoranza riguardo il mondo dei lupi. Mi sentivo come una bambina di fronte al suo primo alfabeto, sentivo di dover mettere una lettera dopo l'altra ma non avevo la più pallida idea di come leggerle.

Tutto questo mistero non giovava al mio ripasso per l'esame e nemmeno ai miei rapporti intrapersonali. In quei giorni avevo risentito Marco che mi aveva chiamato per incoraggiarmi con lo studio e anche lui dopo qualche minuto aveva subito compreso dicendo: " Alice sei strana ultimamente." Quanto aveva ragione. Non mi riconoscevo più. Ero sempre stata spensierata, gioiosa ed ultimamente tutte quelle paure, tutte quelle ombre che si erano infiltrate nella mia vita sembravano avermi scossa, spenta.

Matteo ed Elena, che era rientrata nel weekend, attribuivano questo mio strano atteggiamento alla prima sessione d'esami, tanto che facevano di tutto per lasciarmi tranquilla in stanza. D'altra parte dopo l'ultimo incontro con Pablo non avevo più voluto azzardarmi per uscire a studiare in biblioteca. Eppure, più ero sola in camera nel tentativo di concentrarmi, più ripensavo a tutte quelle strane visioni, ai maestri del Fuoco, a Neri e a dove potesse essere Stefano.

Quel pomeriggio stavo prendendo a testate la scrivania in preda alla noia quando sentii la voce di Matteo:- Secondo me hai bisogno di studiare con qualcuno, è evidente che da sola non riesci a focalizzare.-

Alzai la testa, massaggiandomi la fronte arrossata. - Non c'è nessuno di simpatico in corso con me e poi mancano due giorni!- borbottai, fingendo il broncio.

Il mio coinquilino scoppiò a ridere, dandomi una pacca non troppo leggera sulle spalle:- Piantala Ali! Mi sembra di rivederti durante i giorni di maturità! Hai la stessa paura.-

Non gli risposi, limitandomi a guardarlo male mentre mi massaggiavo la spalla, altro pezzo del mio corpo ora dolorante per causa sua.

- Tieni! E' il numero di Pablo...so che deve dare i tuoi stessi esami. Secondo me ti può aiutare con la roba che studi.-

- Ti assicuro che non mi è d'aiuto per quello che studio.- ribattei in fretta.

- Beh in qualcosa sarà pur ferrato!- commentò Matteo prima di uscire dalla stanza.

Io alzai gli occhi al cielo, tornando a distendermi sulla scrivania. Certo che in qual cosa era ferrato!

Era un Maestro di lupi.

Quel pensiero mi attraversò la testa come un lampo, seguito da due certezze: la prima era che avevo bisogno di capire definitivamente quelle visioni se volevo tornare l'Alice di sempre, la seconda era che se non sarei mai riuscita a concentrarmi quel pomeriggio, così mentre osservavo il piccolo foglietto di carta offerto da Matteo presi una decisione e scrissi un messaggio: "Allieva in difficoltà".

Non attesi neanche un minuto prima di poter leggere la risposta: "Aperitivo muy guapo in strada nueva. Vieni che parliamo. El Maestro".

Non so se fosse più buffo il fatto che si firmasse "El Maestro", o il fatto che fosse "così preso" dalla sua missione da fare un aperitivo come un normale ragazzo universitario. Fatto sta che ero particolarmente stufa della staticità della mia situazione, ed un aperitivo mi sembrava qualcosa adatto a movimentarla.


Quando giunsi nel locale indicato da Pablo, rimasi stupita nell'entrare e vederlo sul bancone del bar a cantare a squarciagola con tanto di ragazze ai suoi piedi, adoranti per il suo accento spagnolo e forse per il suo strano abbigliamento. Con addosso solo una semplice t-shirt scura, il lupo dava sfoggio dei suoi muscoli e tatuaggi, muovendosi sul bancone ad un ritmo decisamente latino e facendo danzare abilmente, una dopo l'altra, le studentesse che gli chiedevano di ballare.

Non appena entrai, il lupo mi salutò subito con la mano, facendomi segno di sedermi al tavolino di fronte alla vetrata che dava sulla strada. Io feci come mi era stato detto ed in un secondo il barista fu accanto a me, per porgermi un drink dal colore arancio fluo.

- E' l'amica di quel pazzo di Tenerife?- chiese sorridente l'uomo pelato.

- Si.- mormorai, non sapendo bene cosa questo implicasse ed accettando volentieri il cocktail.

- Sono tre giorni che beve e balla senza fermarsi, ma ai clienti non dispiace un po'di movimento.- commentò felice il barista, mentre lo guardava piroettare con l'ennesima ragazza.

Io continuavo a sorseggiare, divertita da quello spettacolo.

Il proprietario continuò:- Domani sera mettiamo su una serata per lui. Ha orecchio con la musica: El Maestro Dj, cosa ne pensi?-

A quelle parole non potei fare a meno di strozzarmi con il liquore dolciastro che stavo bevendo, e tentai di commentare nascondendo una risata:- Scommetto che il locale si riempirà di allieve.-

-Assolutamente geniale.- commentò il barista soddisfatto, continuando a guardare il ragazzo.

E mentre si allontanava, notai Pablo farmi l'occhiolino sorridendo. Ed ero certa che, come Stefano, fosse stato in grado di sentirmi, nonostante tutto quella musica latino americana.

 Ed ero certa che, come Stefano, fosse stato in grado di sentirmi, nonostante tutto quella musica latino americana

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