62 - Una serata tranquilla

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Questo capitolo è dedicato alla mia sorellina che, anche se oggi invecchia, per me rimarrà sempre "Chicca" <3


18 Febbraio 2002 (Parte prima) – Una serata tranquilla

Quella sera mi ero decisa, mi sarei goduta una serata tranquilla, sperando finalmente di riuscire a riposare. Il problema non era stata solo la notte precedente, stravolta da quel sogno assurdo, ma gli ultimi mesi. Ormai da capodanno le mie nottate si erano riempite di incubi a cui si alternavano frammenti di visioni confuse, o sogni su Stefano, tanto che Elena vedendo il mio sonno così poco ristoratore mi aveva regalato delle tisane. In città non ne avevo avuto ancora il tempo, ma quella sera misi la mia tenuta migliore: pigiama di pile con calze di lana colorate, pronta a godermi quel piacere.

Mi sedetti sul mio letto in camera, compiaciuta della solitudine dovuta al fatto che la mia famiglia era uscita per una cena con amici. Ero pronta per leggere un bel libro nel totale silenzio, accompagnata solo dalla mia dolcissima camomilla.

Fu mentre sorseggiavo da qualche minuto la mia tisana che percepii il rumore del vento contro il vetro dell'unica porta finestra di camera mia. Alzai la testa scocciata: possibile che mi fossi dimenticata di chiudere le persiane? Ignorai la cosa per qualche minuto, ma vista l'insistenza del rumore, mi alzai rassegnata per fermarle.

Aprendo la finestra, il freddo gelido entrò prepotentemente nella stanza ed io rabbrividii, maledicendo lo scollo a V del mio pigiama e le piccole fessure tra i bottoni blu. Il freddo non era mai stato mio amico e feci per richiudere all'istante i vetri, ma il buio della notte, inframezzato solo dalla luce delle stelle mi fermò. Era sorprendente, nulla a che vedere con la città, perché il cielo sopra le montagne aveva il potere di incantarmi per ore.

Fu in quell'istante che percepii un rumore sul terrazzo e il mio sguardo vagò dal cielo fino ad incontrare due occhi ambrati e luminosi a pochi passi da me.

- Finalmente...-

Riconobbi subito il mormorio profondo di Mr. Indifferenza, impegnato a spegnere la sigaretta che aveva appena terminato di fumare, con tutta tranquillità, sul mio terrazzo.

La sua presenza fu decisamente la causa della mia confusione: una parte di me mi pregò di richiudere immediatamente la finestra, un'altra si stupì del fatto che indossasse semplicemente una t-shirt e l'ultima, decisamente la più dominante, si maledì per l'abbigliamento che indossavo quella sera e che ricordava così tanto...

- Buonasera nonnina.-

La sua voce profonda e inconfondibile riuscì a mandare nel caos anche il mio ritmo cardiaco.

- Cosa ci fai qui?- feci brusca, incapace di sopportare tutta quella confusione.

- Non l'hai letta la storia? Il lupo viene per mangiarsela.- scherzò divertito e prima che potessi ribattere qualcosa mi superò entrando in camera mia.

Ci volle tutta la mia attenzione per non concentrarmi sul fatto che volesse "mangiarmi", ma ero abbastanza sconvolta per quell'intromissione in casa mia e soprattutto dalla scoperta che avevo fatto la sera prima riguardo la sua sincerità, quindi riuscii a riprendermi protestando animatamente:- Nessuno ti ha invitato ad entrare! Come lo spiego ai miei che sei passato dalla finestra?!-

- Mi credi proprio uno stalker pivello, so benissimo che se ne sono già andati.- sorrise lui, togliendosi la giacca in pelle e sdraiandosi sul mio letto senza alcun permesso.

Ero basita dalla sua premeditazione e dal suo fare prepotente, non sapevo che dire.

Lui prese ad osservare la mia camera e le foto di famiglia appese sulla parete di fronte:- Non offri anche a me una camomilla, nonnina ?-

Wolf - The W seriesWhere stories live. Discover now