87 - Il Santuario di Limes

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2 Marzo 2002 (Terza Parte)

Camminavamo da circa un'ora nella neve, eppure il freddo sembrava non intaccare quello strano mantello che Fedora mi aveva dato. L'unico ostacolo era la mia spossatezza che, insieme al dolore alla spalla, mi costringeva a fare frequenti pause.

- Rispiegami un attimo, perché stiamo andando alle sorgenti?- chiesi ansimante tentando di mantenere la lucidità mentale, nonostante lo sforzo fisico. La sua voce mi era stranamente di conforto, ed ero certa che distrarmi mi avrebbe aiutato in quella scalata, per questo mi concentrai sulla strana coincidenza che ci aveva condotte su quel sentiero:- Per caso...per caso le hai sognate?-

Fino ad allora Fedora mi aveva proceduto sicura nella neve e per quello, vederla bloccarsi all'istante come sconvolta dalle mie parole, mi fece rabbrividire.

Incurante della mia espressione preoccupata, la madre di Stefano si avvicinò furiosa ed afferrandomi sconvolta per il bavero della mantella mi chiese:- Cos'hai visto?-

Deglutii intimorita dalla sua reazione fulminea e mormorai frettolosamente:-Ho visto il santuario vuoto, una foglia in latino e del sangue.-

La mia risposa sembrò tranquillizzarla, come se le avessi descritto cose che conosceva già, e borbottando delle scuse per i suoi modi, riprese a camminare energicamente.

-Perché abbiamo avuto lo stesso sogno?- provai ancora tentando di ottenere risposte senza suscitare in lei altre strane reazioni.

Fedora rispose frettolosamente, sembrava che Mr. Indifferenza avesse ereditato da lei il fastidio nel dare spiegazioni:- Non era un sogno, ma un presagio, un avvertimento. Sarebbe lungo spiegarti ora, dobbiamo muoverci.- ed aumentò il passo sulla neve.

Non mi sarei arresa facilmente e boccheggiando chiesi ancora: -Cosa voleva dire quella foglia?-

La donna sospirò e si fermò un secondo ad aspettarmi, voltandosi nervosa:- Le foglie sono il futuro.-

Io la raggiunsi e sul mio viso, arrossato per lo sforzo, era palese la confusione per le sue parole: - Come fai a saper...-

La sua voce severa e brusca mi interruppe:- Senti Alice, lo so e basta. Se non raggiungiamo il Santuario mio figlio morirà, e tu sei l'unica oltre a lui che può aprirlo.-

Quella spiegazione mi azzittì del tutto e presi ad affrettare il passo. Benchè milioni di domande continuassero a frullarmi nella mente ero certa di una cosa, lei non mi avrebbe mai dato alcuna risposta.

Camminava incurante della stanchezza, dritta verso la metà, per un sentiero secondario più breve di quello che ci aveva fatto fare Marco durante quelle dannate vacanze di Natale. Nonostante l'età non solo si muoveva agilmente sulla neve ma, forse per motivarmi o forse perché si era accorta di essere stata un poco brusca, nell'ultima parte del percorso aveva preso a parlare del mio ruolo nel Branco: - Sai un giorno di questi dovrò spiegarti i tuoi doveri come Compagna di un Alpha, in una famiglia come la nostra è compito di quella che precede parlarne e io avrei dovuto istruirti in tutti questi anni, fino all'Equinozio di Primavera.-

Aveva continuato a parlare per una buona ventina di minuti mentre io ansimavo sfinita lungo il sentiero, e un lato di me iniziava a detestare ogni qual volta che mi si ricordavano " i doveri di una Compagna", manco avessi firmato un contratto.

- Stefano non ti ha raccontato la storia delle sorgenti e di come la nostra famiglia si è stabilita tra queste montagne?- mi chiese d'un tratto curiosa.

Tentando di sorreggere con il braccio sano la spalla malata, che continuava a bruciare e pulsare dolorante, risposi:- Non parla molto di queste cose.-

Wolf - The W seriesWhere stories live. Discover now