17 - Imparare a mentire

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1 Gennaio 2002 (quinta parte)

Quando mi svegliai il sole era già alto e illuminava l'acqua della sorgente rendendola di un azzurro-bianco. Mi guardai intorno forse preoccupata, forse speranzosa di trovare ancora Stefano o il lupo, ma entrambi se ne erano andati. L'unica cosa che testimoniava la notte trascorsa era il suo maglione scuro che avevo addosso, con ancora la macchia di sangue sul petto.

Mi sollevai decisa a tornare allo chalet, quando sentii un vociare lontano di gente entusiasta. Probabilmente, come Stefano aveva detto, i nostri compagni stavano arrivando per festeggiare l'inizio dell'anno.

D'un tratto sentii l'ansia salire. Non avevo ancora riflettuto sulla richiesta di Stefano, sulla promessa che mi aveva estorto, eppure ero sicura che fosse meglio nascondere tutta quella faccenda a Marco e ai miei amici. Quest'ultimo si era comportato fin troppo stranamente da quando aveva saputo del lupo bianco e preferivo nascondergli ciò che avevo appreso.

Nel sentire l'avvicinarsi di un gruppo di persone, sfilai preoccupata la maglia di Stefano e la nascosi tra le rocce: quella era l'unica testimonianza di quella notte.

-Ragazzi eccoci arrivati!-

Sentire la voce squillante di Matteo all'ingresso delle sorgenti, fu una gioia per me, tanto che gli corsi incontro. Dietro di lui, Chiara, Elena, Marco e qualche altro ospite dello chalet chiacchieravano tranquilli lungo il sentiero.

-Alice!!- esclamarono all'unisono i miei amici.

-Si può sapere che fine hai fatto? Ti abbiamo cercata ovunque ieri sera!- chiese preoccupata Chiara.

-Ecco io...- non avevo fatto in tempo ad inventarmi una storia plausibile, ma venni salvata da Elena.

-Anche Christian e la sua compagnia sono spariti ieri sera a vedere le stelle, eri con loro?- chiese maliziosamente avvicinandosi a me.

- Non sono scesi a valle questa mattina presto?- chiese Matteo curioso.

-Si ecco, ieri sera avevo bisogno di stare un po' da sola...ho guardato le stelle e i ragazzi mi hanno indicato il sentiero per le sorgenti. Volevo tornarci dopo l'altro giorno e quindi eccomi qui...-

-Ti sei goduta queste terme naturali senza di noi quindi!- constatò Chiara fingendosi offesa.

-Solo un pochino, ma ora possiamo rimediare.- scherzai prendendola sotto braccio e accompagnandola nel varcare l'entrata della sorgente.

Marco mi aveva scrutato sospettoso per tutto il tempo e non aveva emesso una parola. Sempre silenzioso aveva seguito l'intera compagnia all'interno delle sorgenti.

Quando fummo tutti dentro, l'atmosfera si distese.  Marco e Matteo si tuffarono in un attimo nelle pozze. Chiara mi offrì gentilmente il suo costume di ricambio che indossai subito ed insieme ad Elena entrammo successivamente in acqua.

Erano tutti estasiati dalla bellezza di quel posto, ne osservavano i colori, le forme e le luci che l'acqua proiettava sulle pareti. Matteo aveva portato anche un pallone e tra gli schizzi si divertivano a giocare in quel rifugio caldo in mezzo alle montagne innevate.

Io rimasi in disparte su una roccia, guardandoli divertirsi. Ero distratta dalla loro presenza perché il calore dell'acqua che lambiva i miei fianchi, continuava a ricordarmi il calore che avevo provato al suo tocco.

-Sei stata una pazza a scappare ieri sera, poteva succederti qualunque cosa nel bosco.- la voce di Marco mi riportò bruscamente alla realtà.

Alzai lo sguardo vedendolo a poca distanza da me. Era splendido con indosso il suo costume blu sul suo fisico muscoloso, i capelli biondi e lisci appena bagnati gli ricadevano sugli occhi, che sembravano richiamare il colore della sorgente. Nonostante fosse una visione, distolsi lo sguardo amareggiata per le sue parole.

-Invece non è successo nulla, me la sono cavata da sola.- sottolineai con una certa sicurezza nella voce, riferendomi alla discussione avuta la sera precedente.

-Ali, per quanto ho detto ieri sera...mi dispiace.- si scusò sedendosi accanto a me su una roccia vicino alla riva.

Il suo tono era davvero dispiaciuto e, incapace di tenergli il broncio, sorrisi:- Lo so, eri nervoso, non dovevo prendermela.-

Marco mi sorrise a sua volta e dandomi una leggera gomitata chiese:- Vuoi farmi davvero credere che sei arrivata fin qui da sola?-

-Dubiti delle tue capacità? Alla fine questo sentiero me lo hai insegnato tu l'altra mattina...mi è bastato ricordare i tuoi passi e sono tornata al nostro rifugio.-

Marco sorrise, forse meno incredulo.

Non mi piaceva l'idea di mentirgli, ma lui per primo lo aveva fatto quella notte in questa stessa sorgente.

-Perché sei tornata qui?- incalzò ancora il mio amico.

Fissai i vapori in cerca di una risposta plausibile, non ero mai stata brava a mentire. Mi accorsi però che dopo i fatti trascorsi imparare a mentire era essenziale.

Così risposi:- Ero pensierosa. Forse la rabbia di ieri mi ha fatto davvero realizzare cosa sia successo pochi giorni fa. Ho rischiato di morire e se non fossi riuscita a raggiungere questo posto, probabilmente sarebbe successo. Qui sono riuscita a passare la prima notte da sola, a non perdermi d'animo. Avevo solo bisogno di rivedere questo posto, di rivederlo senza la paura di non ritrovarvi. –

Le braccia di Marco mi strinsero a lui, sembrava sinceramente commosso e preoccupato: - E' tutto passato Ali. Oggi rientriamo e non dovrai più pensarci.-

Io sorrisi, il suo affetto per me era come un balsamo.

Dall'acqua sentii Matteo gridare: -Ehi piccioncini! Direi che il prossimo capodanno andiamo al mare!!-

Marco scoppiò a ridere, lasciandomi per tornare in acqua. Io arrossii imbarazzata, volgendo stranamente lo sguardo tra le rocce dove avevo nascosto la sua felpa.


I miei amici trascorsero la mattina di capodanno ridendo spensierati nella più bella sorgente termale del mondo. Io sorridevo con loro, celando i pensieri riguardanti la notte passata. Quando verso il primo pomeriggio ci allontanammo da quel rifugio, pronti a scendere a valle in paese, mi voltai un ultima volta verso l'entrata di quel paradiso.

Quelle sorgenti mi avevano cambiato la vita e probabilmente, anche se non lo desiderava, lo aveva fatto anche il mostro della leggenda di quel posto.

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