7 - Discorsi nella notte

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29 Dicembre 2001 (Prima parte)

Era notte fonda quando sentii un vociare maschile tra le rocce. Non riuscivo a vedere di chi si trattasse ma, non vedendo Marco accanto a me, mi sollevai appena preoccupata.

Una voce profonda e severa si stava spazientendo: - Hai violato il patto della montagna.-

- Tu per primo l'hai fatto mostrandoti a lei!- sentii Marco sibilare furioso.

- Le ho salvato la vita amico, dovresti ringraziarmi.-

Stavano parlando di me? Chi era lo sconosciuto? Per quale motivo si prendeva il merito di avermi salvato? Il suo tono era canzonatorio, ma sembrava evidente che i due si conoscessero da tempo.

- L'hai tenuta qui con te, l'hai fatta bagnare nella sorgente!- gridava fuori di sé Marco.

- Si ci è gettata lei.-disse lo sconosciuto, con noncuranza.

- Non l'hai fermata!-

- Vedi di non farmi spazientire o nessuno questa notte fermerà me.- ringhiò l'altro interlocutore.

- La sveglierai! Torno a dormire.-

- Forse non hai capito, tu non puoi stare in questo posto al di fuori del primo dell'anno.-

- E lei si?- chiese Marco furioso.

Il silenzio scese tra i due per qualche minuto. A me sembrava il discorso più strano che avessi mai sentito e iniziavo seriamente a dubitare della mia sanità mentale.

Dopo un po' sentii Marco parlare come se fosse sconvolto:- Non ci credo! E' successo?! Ecco perché il vecchio sta morendo...mia madre lo diceva che non era un buon segno.-

- Tu non puoi stare qui.- ribadì l'uomo sconosciuto.

- Non ho intenzione di ascoltare uno che non ha nemmeno le palle per...- sbottò Marco.

Sentii un colpo secco e mi sedetti spaventata, pronta ad andare a soccorrere il mio amico, quando un ringhiò profondo mi fece rabbrividire: - Come gestisco le mie palle e il resto delle mie doti non ti conviene saperlo. Se ti azzarderai ancora a violare il patto dopo stanotte, non sarò così clemente.-

Sentii dei passi dirigersi nella mia direzione e, riconoscendo Marco, mi distesi immediatamente fingendo di dormire.

- Quel pazzo rabbioso...- sentii borbottare Marco che si stendeva a qualche metro da me.

Cosa volevano dire le loro parole? Che patto avevamo violato fermandoci nelle sorgenti? E soprattutto chi era quello sconosciuto che aveva minacciato Marco?



Il mattino Marco mi svegliò di buon ora, ma dal suo volto capii che probabilmente non aveva dormito affatto. Io ero un po' infreddolita e dolorante per la seconda notte passata a dormire per terra, ma soprattutto ero confusa da quello che avevo sentito. Avevo la sensazione che parlandone apertamente con il mio amico non avrei scoperto nulla, quindi finsi di non aver assistito a quello strano dialogo.

- Pensi di riuscire a camminare fino al rifugio?-

- Certamente.- risposi, preoccupata che rischiasse di essere minacciato ancora per essersi fermato alle sorgenti.

- Perfetto.- fece lui alzandosi in piedi in fretta.

Io provai a seguirlo, ma le forze erano decisamente meno di quanto mi aspettassi e commentai:- Forse però mi serve un aiuto.-

- Tranquilla ci sono io.- Col suo braccio mi sosteneva pienamente e con l'altro si isso lo zaino sulla spalla. Superammo le rocce e ci incamminammo fiduciosi.

Dopo poco più di un ora giungemmo al rifugio, dove fummo accolti con calore. Oltre alle persone salite su per festeggiare capodanno, vi erano alcuni uomini del soccorso alpino che si congratularono con Marco per avermi riportata sana e salva.

La mia disavventura era finita su tutti i telegiornali regionali e in molti attendevano con ansia mie notizie. Appena mi fui ripresa da quei saluti chiesi di poter parlare con la mia famiglia e al telefono rispose mia madre piangendo: - Tesoro come stai?-

- Bene mamma, davvero. Nulla di rotto!-

- Meno male! Siamo stati così in pensiero, non vedo l'ora che tu sia qui. Dicono che possono riportarti a casa già in mattinata?-

A tale riguardo avevo già deciso cosa fare:- Mamma te l'hanno spiegata più grave del previsto, ho passato una notte fuori dal rifugio ma sto benissimo, anche il medico alpino mi ha visitata e dice che non ho nulla!-

- Con questo cosa vorresti dire?-

- Che resterò qui fino al 2 gennaio come avevo programmato. I miei amici sono tutti qui e vorrei passare un bel capodanno con loro.-

- Tesoro sei sopravvissuta ad una valanga!! Com'è possibile che vuoi restare su quella dannata montagna!?-

- Perché vorrei festeggiare che son sopravvissuta!- scherzai io, tentando di convincerla e infine dopo infinite raccomandazioni acconsentì, passandomi l'intera famiglia al telefono per salutarmi.

Mi ero preparata a quella telefonata mentre camminavo con Marco verso il rifugio. Volevo restare. Dovevo capire chi era l'uomo che lo aveva aggredito e che, a quanto diceva, mi aveva salvato. Inoltre non mi dispiaceva restare ancora un po' tra la neve: con un po' di fortuna avrei rivisto l'enorme lupo bianco.

 Inoltre non mi dispiaceva restare ancora un po' tra la neve: con un po' di fortuna avrei rivisto l'enorme lupo bianco

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