77 - Morsi e incantesimi

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28 Febbraio 2002 (Sesta Parte) – Morsi e Incantesimi

Quando ripresi coscienza, mi ritrovai distesa su un letto in legnoun po' più grande del solito, ricoperta da un vecchio piumino e da alcune lenzuola stropicciate intrise di un profumo inebriante. Era una camera che non avevo mai visto, con le pareti celesti ed una grande finestra da cui si intravedevano le montagne innevate ed era immersa nel disordine più totale. Vi erano scarpe sparse, fogli accartocciati, bottiglie di birra vuote e vestiti gettati all'aria in ogni angolo: a terra, sulle sedia e persino sulla scrivania accanto ad un posacenere che strabordava di sigarette spente. L'unica cosa risparmiata da quel caos era un tecnigrafo, accantonato in un angolo, una specie di lavagna ricoperta di disegni e progetti tracciati con matite finissime, al cui angolo superiore riconobbi appesa una familiare tracolla in pelle.

 Doveva essere tardo pomeriggio e notai una bottiglia d'acqua ed alcune pastiglie sul comodino accanto a me, segno che ero rimasta incosciente per parecchio.  Bevvi un sorso ed i miei neuroni ripresero a funzionare gradatamente riconoscendo la sua stanza e ricordando spaventata gli ultimi avvenimenti.

Provai ad issarmi sul letto, ma non ci riuscii poiché la spossatezza mi aveva atterrato definitivamente insieme alla febbre alta che sembrava capace di farmi ribollire il sangue e traspirare ogni centimetro di pelle. Il dolore alla spalla non si era attenuato, ma provando a muoverla leggermente le fitte non sembravano aumentare quindi dedussi che non fosse rotta. Forse avevo ancora qualche ora prima di trasformarmi in uno Spacca Ossa ed eseguire la volontà di quel pazzo.

La mia vita era stata completamente stravolta poiché realizzai che la mia priorità non era tornare a casa o comunicare ai miei genitori che stavo bene o salvaguardare la mia salute, il mio unico pensiero era allontanarmi da Stefano, da quel mondo, dal ricordo di quella voce potente nella mia testa.

Al solo pensarlo rabbrividii e sentii le lacrime premere sugli occhi per la paura: non era finita ed io ero ad un passo dal crollo emotivo, poiché quello fisico era ormai evidente. Benchè sentissi che l'unica cosa giusta da fare era fuggire da quella finestra, quando riprovai a rialzarmi mi accorsi che sarebbe stato impossibile: ero sfinita e quelle lenzuola erano davvero troppo profumate per separarmene.

Fu in quell'istante che mi accorsi di alcune voci provenire da sotto, tra le quali riconobbi quella furiosa e preoccupata di Stefano:- Non si sta riprendendo...c'è qualcosa che non va.-

Sembrava stesse litigando con qualcuno e non mi stupì di scoprire chi fosse.

-"Qualcosa che non va"- ripetè ironicamente Marco – E' una ragazza! Umana! Che si è trovata da sola a fronteggiare un branco di pazzi...direi che "qualcosa che non va" è riduttivo. Dio solo sa quando si riprenderà! Non siamo come voi.- concluse sbuffando il mio amico.

La voce di Mr. Indifferenza ringhiò nel salone:- L'ha morsa in una notte di luna piena! Ormai non è più umana di me!-

La vocina di Bea si distinse:- Beh questo potrebbe essere positivo, quando si trasformerà sarà più forte e se Neri ci attaccherà sarà utile un lupo in più.-

Lo sbuffare di Mr.Indifferenza giunse fino al piano di sopra, forse perché riteneva assurdo coinvolgermi in una battaglia, o forse perchè non riusciva a trovare nulla di positivo nel fatto che fossi diventata un lupo.

- Alice ha paura di non riuscire ad opporsi a quell'Alpha, dice che la vuole usare per arrivare a te...- mormorò Pablo dopo qualche secondo.

Il commento pratico di Cristian non si fece attendere:- Assurdo, non si è mai sentito una volontà più forte del legame tra Compagni. Quando si trasformerà, Alice si sentirà ancor più legata al nostro branco. –

Wolf - The W seriesWhere stories live. Discover now