63 - Verità

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SORPRESA!!! BUONA LETTURA!!!


18 Febbraio 2002 (Parte Seconda) – Verità

"Parlo del fatto che ti desidero e soprattutto del fatto che il tuo cuore, ogni volta che ti parlo, prende a rimbombare nella stanza come un tamburo."

Come se gli avesse dato un ordine il mio muscolo cardiaco lo prese in parola. Io arrossii chiudendo gli occhi per l'imbarazzo, incapace di respirare i pochi centimetri d'aria che separavano le nostre bocche. Era vero, era tutto dannatamente vero, possibile che la connessione fosse così potente? Davvero potevamo ridurre tutto solo a quella? Davvero potevo dire che era solo uno strano istinto?

Nessuno dei due pareva voler alterare quello strano equilibrio dei nostri corpi, tanto che quando riaprii i miei occhi grigi trovai ancora i suoi ambrati che mi fissavano con preoccupazione ed, inutile ormai negarlo, desiderio.

Forse la tensione divenne troppa anche per lui, tanto che prima di allontanarsi dalla scrivania si lasciò sfuggire pensieroso: - Se anche per gli umani il legame è così forte, è ovvio che prima o poi si debba cedere.-

Lo vidi allontanarsi, mentre si portava le mani alle tempie come sfinito.

Qualcosa nelle sue parole mi aveva profondamente ferito, tanto che fui incapace di restare seduta e mi alzai nervosa. Cosa voleva dire? Se cedere significava assecondare quella nostra connessione, quella nostra attrazione, perché ne parlava come se fosse qualcosa di negativo? Perché sembrava detestare la parte di lui che provava interesse per me?

Non riuscii a trattenere i miei pensieri:- Da come parli sembra che la vedi come una sconfitta.-

I suoi occhi furono nuovamente sul mio corpo, ma questa volta non c'era nessun desiderio ad attraversarli, solo rabbia. - Lo è!- prese fiato e spiegò con fervore: - Lo è perché vuol dire che non sono io a gestire la mia vita!-

Ed ecco che in quell'istante sentii come un ago trapassarmi le membra. Era uno strano dolore, pungente che se non avessi arginato mi avrebbe travolto e Stefano non mi fu d'aiuto in questo.

- Quando ti desidero, quando sento che rivolterei il mondo per averti, so per certo che ha vinto il lupo, ha vinto mio nonno, ha vinto tutto quello che ho sempre odiato di me!- fece una pausa per prendere fiato e mi guardò ancora dolorosamente pronunciando le ultime parole con disprezzo:- Tu sei la mia sconfitta.-

La delusione e il tormento, per quello che aveva appena detto, non si fecero attendere, ne fui investita letteralmente, tanto che sentii il fiato mozzarsi. Mi ero continuamente chiesta cosa rappresentavo per Stefano e ora era chiaro. Per il suo lupo ero la sua compagna, quella a cui avrebbe dato tutto, mentre per lui ero la sua sconfitta, quella che avrebbe portato alla vittoria il suo lato animale e questo mi ferì. Mi ferì più di tutto perché, a causa della connessione che ci univa, anche io mi sentivo attratta dal suo lupo, ma ero convinta che il martellare nel mio petto non fosse gestito da quello strano legame, ma da come avevo conosciuto Stefano in quei mesi.

Era assurdo, era completamente assurdo. Per quale dannato motivo era venuto lì se davvero rappresentavo la sua sconfitta? Per quale motivo voleva unirsi al suo lupo se questo avrebbe determinato l'annientamento della sua parte razionale? Perché semplicemente non scappava a chilometri e chilometri lontano da me, lasciandomi in pace come aveva fatto fino a pochi mesi prima?

Ed ecco che le sue ultime parole furono decisamente le più agghiaccianti perché dimostravano che non aveva capito niente di me:- E so che è lo stesso anche per te.-

Wolf - The W seriesWhere stories live. Discover now