75 - L'unico mostro

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28 Febbraio 2002 (Quarta Parte)

E' difficile spiegare il sollievo che provai nel vederli entrare entrambi sani e salvi, il turbamento emotivo che mi attraversò fu più sconvolgente della febbre che mi attanagliava ed incapace di trattenermi, lacrime di gioia presero a scorrermi sulle guance.

Gli sguardi di Marco e Stefano cercarono prima tra tutti me nella stanza e quando mi videro salva i loro volti si illuminarono di sollievo.

Fedora, senza indugi, si lanciò verso la porta: -Stefano! Stai bene?- mormorò abbracciando il figlio preoccupata.

Come in risposta alla sua domanda, il giovane la strinse a sé e poi si rivolse a Beatrice che si era avvicinata a Marco con ansia:- Non ti preoccupare, ha solo bisogno di recuperare le forze.-

Ero rimasta immobile di fronte alla loro presenza. Gli occhi di Marco erano cerchiati da profonde occhiaie e il suo viso era pallido, come se avesse speso tutte le sue energie. Tentando di riprendermi da quell'intorpidimento mi spostai dal divano per far spazio al giovane stregone che sembrava poter svenire da un momento all'altro.  Riusciva a spostarsi solo grazie a Stefano che lo sorreggeva per una spalla e che lo accompagnò fino al sofà, permettendogli di stendersi sui cuscini.

Io non riuscivo a staccare gli occhi da Mr.Indifferenza, dalle sue braccia tese, dai suoi muscoli incuranti del freddo e dal suo petto nudo e ferito che sembrava rimarginarsi a vista d'occhio. I ricci scuri e selvaggi ricadevano sulle spalle e sul viso, non riuscendo a nascondere la barba leggermente trasandata. Era come se non avesse avuto un momento per sistemarla o per legare i capelli nel solito codino e quando i suoi occhi ambrati furono su di me mi accorsi che nemmeno loro avevano avuto il tempo per riposare.

Non attese un secondo ed, incurante della presenza dei suoi compagni e di sua madre, si avvicinò a me e mi strinse con forza tra le sue braccia. Non fu un semplice abbraccio, poichè sentii che ogni fibra del suo essere tentava di legarsi a me, come per lenire la disperazione che aveva provato dopo la mia perdita. Per me fu come quando per la prima volta torni a casa dopo un lungo viaggio, mi lasciai avvolgere da una piacevole sensazione. Percepivo il rumore del suo cuore impazzito attraverso la pelle bollente, e quel suono era in grado di farmi sentire, per la prima volta dopo quei brutti momenti, veramente al sicuro.

Credevo che il contatto con  qualunque altra persona dopo l'aggressione di Neri sarebbe stato difficile, freddo e spaventato, invece il mio corpo rispose al suo tocco in un modo così naturale che mi sconvolse. Lo abbracciai, come se le paure che mi attanagliavano venissero sconfitte dalla sua sola presenza, come se non potessi fare a meno di quel contatto per sopravvivere.

La sua voce nella mia testa rimbombò solenne "Non ti lascerò mai più, lo prometto". Ed in quel momento mi sembrò che stesse facendo una promessa più a sè stesso che a me.

Restammo abbracciati per quelle che mi parvero ore, ma certamente fu qualche secondo, poiché poi le voci nella stanza si sommarono una all'altra.

-Come sei fuggito alla valanga?- chiese Fedora, seguita subito dopo dalla preoccupazione di Cristian:- Neri è sopravvissuto?- Quella che sovrastò tutte era di Marco, che con rabbia esordì: - Cosa diavolo ci fa mia sorella qui?!-

In quell'istante Stefano allentò il suo abbraccio, distratto da quello che stava succedendo ed in un secondo le mie paure presero nuovamente potere su di me. Ero certa che quella tregua non sarebbe durata a lungo, poiché prima o poi, come aveva detto la Bestia, sarei stata un pericolo per il Lupo Bianco.

Distolsi lo sguardo dal suo viso, tentando di realizzare quello che stava succedendo e vidi Beatrice sconvolta, mentre il fratello l'afferrava per il polso rabbioso.

Wolf - The W seriesWhere stories live. Discover now