34 - Un'altra volta

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6 Gennaio 2002 (Parte Terza)

- Cosa ci fai qui?- chiesi infastidita dalla sua comparsa teatrale e dal cuore che mi martellava nel petto.

- Hai detto che uscivi e sono venuto a verificare che non diventassi una preda.- spiegò Stefano aspirando una boccata di fumo.

Nonostante le gelide temperature, indossava una semplice giacca di pelle nera, aperta sul davanti, ma questa sua resistenza al clima non mi stupiva più.

- Sono uscita ore fa! Poteva succedermi qualunque cosa!- sbottai furiosa, rendendomi definitivamente conto che non aveva pensato alla mia incolumità quel pomeriggio.

- Lo so, ma mi sembrava poco carino disturbarti mentre...come diceva Bea? Ah si...mentre prendi in giro suo fratello.- disse lui, profondamente divertito al ricordare le parole della ragazzina.

- Io non prendo in giro proprio nessuno!-

Stefano accennò un sorriso e butto la sigaretta a terra: - Sarà ma frasi come "Non sei tu, sono io!" e "Sono confusa" mi sanno proprio di presa per il...-

Non fece in tempo a terminare la frase che mi avvicinai minacciosa a lui, puntandogli un dito contro:- Mi hai spiato!-

-Ho verificato che fossi al sicuro e ho perso un pomeriggio...– rispose lui con tono scocciato ma con sguardo divertito.

Realizzare che in realtà si era preoccupato per me non bastò a frenare il nervoso che mi assaliva:- Che razza di...- mi trattenni un secondo dall'insultarlo e gridai ancora sconvolta:- Mi hai spiato!-

Stefano, forse innervosito dai miei gesti, abbassò con forza il mio braccio e commentò acidamente:- Non è stato piacevole nemmeno per me restare in quella piazza ad ascoltare i vostri discorsi.-

Mi allontanai d'un passo guardandolo sconvolta e furiosa insieme. Non era entrato, ci aveva ascoltato da fuori! Quante cose poteva fare come lupo? Era così che era riuscito a raggiungermi nel bosco? Quanto lontano poteva sentire?

Lo fissai inferocita, non l'avrei perdonato tanto facilmente: aveva violato la mia privacy e quella di Marco, senza contare che la cosa pareva divertirlo.

- Comunque non è di questo che volevo parlare, ieri hai detto di aver visto delle cose...- disse abbassando il tono della voce e avvicinandosi per permettermi comunque di sentirlo.

Mi strinsi nel cappotto furiosa, per trattenermi dal colpirlo o forse per evitare che la sua vicinanza mi disorientasse.

Lui sembrò non far caso alle mie reazioni e con sguardo attento su di me, domandò: - Hai detto che mi hai visto morire, come?-

-Te l'ho detto, un uomo ha fatto volare delle pallottole.- sbottai innervosita, conscia di come le mie parole suonassero assurde.

- No. Voglio sapere come mi hai visto, mi hai sognato?- chiese curioso, avvicinandosi con una strana espressione sul volto.

Io arrossii a quell'insinuazione e arretrai di un passo contro il portone gemendo:- No!-

- Sicura? A me è capitato diverse volte dopo le sorgenti.- confessò lui sorridendo misteriosamente.

Il rossore sulle mie guance dovette raggiungere un'intensità notevole, perché improvvisamente ebbi caldo. Mi aveva sognata? Come? Perché ?

- La connessione è più potente nel sonno e prende il sopravvento, per questo te lo chiedo.- spiegò lui appoggiandosi con una mano al portone del mio palazzo e bloccando ogni mia via di fuga.

Wolf - The W seriesWhere stories live. Discover now