31 - La sorellina di Marco

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5 Gennaio 2002 (Settima Parte)

-Bea quante volte devo ripeterti di non impicciarti? Di come gestisco la cosa con Alice non deve importarvi.- ribattè Stefano stanco, voltandosi verso di lei.

Lei non rispose, guardandomi in cagnesco con quei suoi occhioni azzurri.

La sua sentenza mi aveva azzittito, anche se mi aveva dato uno spunto per riflettere.

- Beh di come lei prende in giro mio fratello posso lamentarmi?-

A quelle parole Stefano sorrise più rilassato:- Di quello potete discuterne quanto volete.-

Io li fissavo entrambi allibita dalla leggerezza dei loro discorsi e da come palesemente riuscivano ad ignorarmi. Feci per lamentarmi, alzandomi dal divano:- Sentite voi due...-

Stefano mi interruppe subito, rivolgendosi improvvisamente serio alla ragazzina:- Sta per arrivare mia madre e non è il caso che Alice resti qui. L'accompagneresti tu a casa?-

L'idea di andarmene dopo quello che avevo vissuto in quella giornata non mi passava neanche per l'anticamera del cervello, anche se incontrare la madre di Stefano che mi detestava palesemente non era una delle migliori opzioni.

- Cosa? Io ho un sacco di domande...- ribattei furiosa e continuai:- E poi lì fuori potrebbe esserci un altro...-

Stefano mi interruppe una seconda volta, avvicinandosi a me e posando una mano sulla spalla con aria familiare: - Alice, non preoccuparti. Bea sembra piccola ma ti assicuro che non è affatto innocua. Ora che sai di essere in pericolo per favore, non allontanarti da casa. E se proprio devi farlo scrivimi prima di uscire.-

Il suo sguardo ambrato era concentrato nei miei occhi grigi e facevo fatica a resistere alla tentazione di annuire. Scossi la testa e sbottai allibita: -Cosa?! Sei impazzito?!- Non avevo la minima intenzione di comunicargli i miei spostamenti.

-E' solo momentaneamente, quando si saranno calmate le acque, queste montagne torneranno ad essere sicure anche per te.-

Leggendo nei suoi occhi una sincera preoccupazione per la mia incolumità, rimasi in silenzio, abbassando lo sguardo e maledicendomi per essere incapace di oppormi a lui e al potere che quei dardi ambrati sembravano esercitare su di me.

-Andiamo Alice.- commentò scocciata la ragazzina con lo zainetto, uscendo fuori dalla porta.

Io mi voltai un ultima volta verso Stefano: era preoccupato. Forse per me, forse per la situazione, forse per le responsabilità che si erano caricate sulle sue spalle dopo la morte del nonno.

Sospirai ancora spaventata di uscire fuori dalla casa dei De Leonibus, ma non l'avrei mai ammesso: ero troppo orgogliosa.


Uscite da quella vecchia dimora, prendemmo a camminare lungo una scorciatoia che conduceva in paese e per non rimanere in silenzio, provai ad interessarmi a Beatrice.

–E così sei un lupo...- feci tanto per iniziare un discorso.

- Non ti sfugge nulla.- ribattè lei sarcastica, scrollandosi i codini biondi di fronte a me.

Deglutii infastidita dall'irriverenza della mocciosa, possibile che tutti potessero prendersi gioco di me?

La ragazzina continuò con voce scocciata:- La mia famiglia non lo sa, quindi sei pregata di tenertelo per te. Soprattutto con mio fratello.-

Io sgranai gli occhi sconvolta da quella notizia. Come faceva ad aggirarsi tutta sola tra i boschi se sua madre e suo fratello non sapessero dove fosse?

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