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Cercai di fare il meno rumore possibile. Non volevo di certo avvertire mia zia che me ne stavo andando in Giappone -da sola tra l'altro, quindi decisi di lasciarle una lettera. So' che è un po' da vigliacchi, però non avevo il coraggio di dirle che andavo da mio padre e tra l'altro ero un peso per lei.

Non so' tutta la storia che si cela tra i miei genitori, e Shiori non mi avrebbe mai lasciata andare. Mia madre, era sempre fredda con me. Avevo la sensazione che lei avesse paura di me. Avvolta dai pensieri, non mi accorsi che avevo terminato di fare la valigia. Per terra c'erano i vestiti che mi sarei messa, ma prima di andare, scrissi quella lettera.

Non volevo sprecare soldi per il taxi, così usai il mio teletrasporto per andare direttamente all'aeroporto. Raramente lo usavo, dato che spesso mi capitava di appararire in mezzo alla strada, oppure a metà della destinazione. Avrei anche potuto teletrasportarmi direttamente in Giappone, ma andava a finire che mi ritrovavo in mezzo all'oceano.

Non appena la signora lesse il mio passaporto, chiamò un suo collega e le bisbigliò qualcosa all'orecchio. Non sentii bene, ma nel mio passaporto c'erano semplicemente i miei dati e la mia faccia. Sono nata con dei capelli biondi, simili a quelli di mio padre, ma al sole o al buio pesto, diventano bianchi. Sono biondi solo quando la luminosità non è né troppo alta né troppo bassa. Ho degli occhi grigio-smeraldo che per fortuna mi piacciono, anche se pensavo che avere gli occhi di mio padre sarebbe stato più bello.

《 Venga con me, signorina Yagi. Suo padre le ha permesso un trattamento di lusso 》

Non sapevo bene cosa significasse, ma non appena vidi che stavamo andando in un Jet privato, mi sentii sbalordita. Non sono mai stata in un aereo, e viaggiare con un Jet era più che strano. Sapevo che mio padre fosse ricco, ma non fino a questo punto.

C'era persino un letto matrimoniale ed io mi misi comodo lì per il resto del viaggio, anche se c'era uno stop di mezza giornata. Dopo il lungo viaggio, ringraziai il pilota e l'hostess che rimase con me per tutto il tragitto. Era lo stesso che mi rivolse la parola in aereoporto, guidandomi fino a qui.

Mi diedero un passaggio fino all'ingresso della scuola. Naturalmente dovevo tenere anche io il test d'ingresso. I test cambiavano ogni anno. Mi recai verso l'entrata, e mi accorsi che non c'era nessuno.

《 Chi è quella ragazzina che sta gironzolando per la scuola? 》

Notò Aizawa alzando lo sguardo verso il monitor di una telecamera di sicurezza.

《 Oh! Vado io! 》

All Might corse fino a dove mi trovavo io. Lo abbracciai finendo col piangere.

《 Pap..》

Ma prima che lo chiamai come un padre si dovrebbe chiamare, lui mi tappò la bocca.

Recovery Girl li avrebbe sentiti di sicuro. Era l'unica che aveva gli auricolari.

Rimasi di pietra quando mio padre mi disse che non potevo fare il test perché ero arrivata in ritardo. In effetti c'era traffico, ma non mi sembrava giusto. Avrei potuto usare le mie abilità multiple per passarla liscia.

《 Come faccio ad entrare nella scuola se non faccio il test d'ingresso? 》

Chiesi preoccupata. Non volevo avere il lusso di entrare nella UA come diceva lui.

《 Sei mia figlia. Ti farò entrare io 》

Cercai di oppormi, ma in effetti potevo entrare con facilità con questa scusa. Però pensai che un vero eroe non lo farebbe mai.

《 No. Io entro e faccio quel test 》

Mio padre cercò di fermarmi, ma mi opposi. Anche lui farebbe così. All Might, io l'ho sempre seguito. Era una celebrità ormai internazionale

《 Sei stata mia fonte d'ispirazione per tanto tempo, papà. Non posso permettermi di essere così viziata accettando la tua offerta. Un vero eroe sceglie il giusto. Parto con il piede sbagliato se non faccio questo test 》

Confessai e gli chiesi indicazioni per dove si teneva il test. Ormai erano passati tre minuti dall'inizio del test. Avevo ancora tempo. Sette minuti. Ce la farò?

Ti amo anche se non dovrei - TodorokixReader [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now