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Le voci in corridoio che avevano il suono di festa, gli scambi di auguri, la musica applicata con suono differente dalle discoteche, bassa e bella da ascoltare. Fra qualche minuto sarebbe stato l'anno nuovo. L'unica visita che la ragazza ebbe fu soltanto l'infermiera che le domandava se volesse qualcosa da mangiare. L'azzurra però si chiuse nella sua tristezza, pensando a come se la stesse passando Izuku o suo padre, o Shiori. Come mai nessuno di loro era presente qui con lei? Se lo domandava sempre, da quando si è risvegliata dal coma. Quanto avrebbe voluto essere un personaggio di un film: forte e coraggiosa che quando combatte escogitando una forza misteriosa lo aiuta a raggiungere la vittoria.

La realtà pultroppo era questa, era bloccata in ospedale e non poteva farci molto. Si era ricordata che lei aveva un corpo umano che doveva essere curato. La stessa cosa valeva per tutti quanti -specialmente per Izuku. Sdraiata sul letto, guardava la porta. Voleva scappare e questo impulso lo fermò lei stessa cambiando lato. Ora vedeva la finestra, immaginava che sarebbe stato il massimo se Shoto fosse stato lì. O se lui fosse stato con l'azzurra sin dall'inizio. Avrebbero consumato i pasti insieme e lei non si sarebbe sentita sola. In quel momento, dove tutti i presenti eccetto lei stavano con i famigliari anche nel turno di lavoro, (t/n) si sentiva terribilmente sola. Distolse lo sguardo dalla finestra una sola volta, e non appena mise occhio su di essa vide la figura di Dabi. Proprio nel bel mezzo delle sue riflessioni.

Quel ragazzo, era una delle ragioni per cui lei si trovava in ospedale, voleva farlo a pezzi. La sua telecinesi alzò il ragazzo da terra. Non aprì bocca, la guardava, come se le volesse dire qualcosa con gli occhi. Improvvisamente, da dentro la testa di (t/n) sembrò che le sue tempie si strinsero, causando l'annullamento della telecinesi. La ragazza fece un gemito di dolore, mentre lui scese a terra tranquillamente, come se avesse saltato e fosse ritornato. L'azzurra si massaggiò i lati della fronte. La testa faceva i suoi soliti giri. Da quando era in ospedale, succedeva più di una volta al giorno che la sua vista si appannasse e iniziava ad avere dolore.

《 Perché sei qui? 》

Domandò dopo un gemito di dolore. Dabi pensò a cosa le avrebbe detto. Era meglio mentire o dire la verità? In fondo, i Villain non volevano ancora che l'azzurra si potesse ricordare delle sue cattive azioni incosce, manipolate da loro stessi. Dovevano aspettare un momento culminante, dove la ragazza sarebbe rimasta sola non solo fisicamente, senza nessun amico intorno, ma privata della fiducia di chiunque. Tutto ciò per permettere ai Villain di farla agire consciamente. Il ragazzo sospirò, non sapendo come replicare.

《 Per trovarti 》

L'azzurra strinse i pugni. Non sapeva cosa fare. I suoi pensieri erano sparsi in un oceano di interrogativi. L'unica cosa senzata che poteva fare, evitando di farsi del male fisico era lanciare un cuscino. Quando lo fece, Dabi ne rimase quasi sorpreso. Un leggero sorriso invase le sue labbra.

《 Non cambi proprio. In fondo rimani sempre una bambina 》

Quella frase la diceva spesso Shiori, tipica per ciascuna persona nei momenti di infantilità.

《 Smettila! 》

Non scherzava più. Voleva sapere, questo dalla prima volta che lo vide. Dal giorno più bello della sua vita, dove lei concesse di far toccare il suo corpo dalla persona di cui era innamorata. La tensione sembrava un gas a bomba percepibile ad entrambi in quella stanza. Tomura non avrebbe sopportato l'idea che Dabi potesse averle detto la verità. Questa non si poteva mai nascondere, prima o poi, anche dopo cento anni, veniva scoperta. Il tempo contava per la crew di Villain. Il ragazzo era insicuro sul da farsi. I suoi passi, lentamente raggiunsero il letto della ragazza.

Ti amo anche se non dovrei - TodorokixReader [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now