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Io rimasi senza parole. Per lui io ero una cosa bella. Lo so che "cosa" e "persona" sono due cose diverse. Quando notò la mia espressione sorpresa, si avvicinò a me e mi mostrò la sua galleria. Era piena di foto che ritraevano piante e paesaggi. Bonsai, rose, ninfee, tramonti, poi c'ero io, finchè apparvero i seni di Momo. Lui tolse immediatamente il telefono, come se volesse capire la provenienza di quella foto.

《 Scusami. È Mineta che la manda via Whatsapp 》

Non sapevo se fosse una scusa, ma Mineta sarebbe in grado di farlo senza problemi. Sentii che il suo telefono vibrò e vedemmo insieme chi avesse causato quella vibrazione. Era un messaggio da Bakugou. Più che le faccine che mi mandava mio padre, mandò.. una merda che sorrideva e il dito medio.

《 Shoto! 》

Lo chiamò sua sorella. Io mi feci in disparte, ma casa sua era così piccina, che riuscivo a sentire le loro voci. Mi avviai anche io in cucina, tenendo il gatto tra le braccia.

《 Manca il mio ingrediente speciale per il salomone 》

Immediatamente, mi ricordai che per la via c'era un negozio ancora aperto. Avevo persino letto che rimaneva in servizio 24/24. Mi chiedevo come mai così tanta fatica per un piccolo negozio. Sentii la voce di Todoroki che si opponeva, dicendo che non gli andava di vestirsi e scendere per prendere solo del peperoncino.

《 Vado a prenderlo io! Ho visto un negozio sotto casa vostra -perdendomi- e ho anche letto che è aperto fino a tarda notte 》

Fuyumi mi guardò attentamente. Si preoccupò per me e quasi quasi obbligava Shoto ad accompagnarmi, però non avrebbe avuto senso. Se quel ragazzo non voleva venire ed io andavo al posto suo per la sua pigrizia, che senso aveva obbligarlo ad accompagnarmi? Ci avrei messo meno di sette minuti a rientrare, calcolando la lontanaza di quel piccolo negozio.

《 Ci metto subito. Non c'è bisogno che uno di voi venga con me, almeno così vi ricambio il favore per l'ospitalità 》

Mentre uscivo dalla casa, sentivo che faceva sempre più freddo. Fuyumi corse a prendermi una felpa, notando i miei brividi ed io la ringraziai.

《 Mi raccomando non perderti! 》

Mi urlò scherzando. Per fortuna dovevo svoltare solo una volta. In parte avevo paura di rivedere il ragazzo con le cicatrici, ma dall'altra ero pronta a combattere qualsiasi minaccia. Quando uscii dal negozio, con il cassiere che era mezzo addormentato, vidi che proprio verso l'ingresso, stava entrando qualcuno. Era Bakugou. Ma era uno scherzo?! Com'è possibile che oggi incontro tutti? Ero così sorpresa che non riuscii a dire nulla. In parte ero felice. Magari il suo carattere era diverso se fossimo stati solo noi due.

《 Che ci fai qui a quest'ora? 》

Gli chiesi sorridente. Lui mi guardò male e basta.

《 Potrei farti la stessa domanda, criminale. Hai in piano qualcosa che comprenda il peperoncino, a quanto vedo. 》

Perché mi chiamava in quel modo, io non lo avevo ancora capito. Non glielo chiesi.

《 Sì. Ho un malefico piano che comprende il salomone col peperoncino 》

Gli risposi ironica e sentii uno "tch" da parte sua. Alcune volte non sapevo che cosa volesse intendere con quello. Mi ignorò. È brutto essere ignorati, o ignorare qualcosa. Quando mi sorpassò, stavo per andargli incontro, chiedendogli cosa avesse comprato. Però non era questo quello che volevo sapere. Volevo sapere perché mi chiamasse criminale, perché mi odiava, perché mi insultava in modo così violento. A scuola era così solo con me e Izuku.

E non credo sia una coincidenza se io e Deku siamo migliori amici, ora come ora. Non avevo paura di cosa mi avesse potuto fare. Anzi, il suo carattere era così aggressivo da piacermi. Aveva una qualità che mi piaceva davvero tanto. Possedeva il potere del fuoco, cosa che io invidiavo veramente. Al test d'ingresso era arrivato per primo, il che mi sorprese dato che pensavo che fosse Izuku quello più forte. Ma non appena spicciò parola su di me, mi offessi. Cosa dovevo fare? Cercavo di ignorarlo, perché ormai per me lui era un bullo. Ma continuava a farmi domande e non ne capivo il motivo. Se davvero mi odiava perché non mi ignorava anche lui?

























E se gli avessi davvero fatto qualcosa?

































Corsi. Intenta a fermarlo e a chiarire una volta tutte i fatti. Riuscii a sopparsarlo e ad urlagli di fermarsi. La mia voce acuta e stridula era l'unica che si sentiva.

《 Se ti ho fatto qualcosa.. ti prego dimmi cosa ho fatto 》

Non mi rispondeva. Continuai a parlare.

《 Non sopporto l'idea di convivere con uno che mi detesta. Che mi insulta solo perché non ha di meglio da fare e che.. mi fa stare in pensiero 》

Non aggiunsi altro. Potevo parlargli di Izuku, ma decisi di non farlo. Non solo perché quando ero nervosa parlavo troppo e non riuscivo a dare spazio agli altri per dire la loro. Ma dopo la mia litigata con Todoroki -in infermeria- mi ricordai di questa cosa: stare zitta, quando l'altro dovrebbe rispondere.

Ti amo anche se non dovrei - TodorokixReader [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora