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I due ragazzi, grazie alla loro corsa presero in tempo il treno, che già da prima fischiava la sua partenza. Con il cuore che ancora batteva a mille, (t/n) sconsigliò al ragazzo di sedersi, dovevano prima aspettare che il cuore battesse regolarmente. Per l'azzurra era importante seguire questa regola, dato che al cuore non faceva mai bene battere forte per poi avere uno sbalzo dove batteva normalmente. Mentre la ragazza riprendeva fiato, con i palmi delle mani appoggiate sulle ginocchia accovacciate dalla fatica, e il suo respiro che ricordava a Shoto il giorno dell'infermeria dove lei ansimava e lo chiamava per nome; il ragazzo la osservava.

Avrebbe voluto vedere che reazione avrebbe fatto (t/n) alla sua sorpresa. Quando Shoto vide la fermata in cui stavano, si ricordò che dovevano scendere alla prossima. Timidamente, cercò nel suo zaino una benda rossa, con dei ricami neri, fatti apposta per coprire gli occhi di (t/n).

《 Ti fidi di me..? 》

Domandò il ragazzo quasi imbarazzato, continuando però a guardare (t/n) con aria seria. Lei come replica annuì, prese la benda e se la legò agli occhi. Non vedeva davvero un bel niente, ma sognava e fantasticava su cosa gli avrebbe fatto vedere Shoto. Quando il treno si fermò ed aprì le porto, Shoto si alzò.

《 Siamo arrivati 》

(T/n) alzò la sua mano, e Shoto gliela prese, deducendo che in effetti una ragazza cieca -bendata- non poteva di certo camminare a zonzo.  Mentre camminavano, (t/n) non sentiva altro che i loro passi. Per un momento pensò che forse Shoto era qualcuno che l'aveva portata in un posto, al solo scopo di poterla uccidere, rise al pensiero e Shoto si voltò verso di lei chiedendogli la ragione della sua risata.

《 Per un momento ho pensato che tu volessi uccidermi 》

Shoto fece un sospiro con un piccolo sorriso sulle labbra.

《 Non oserei ferirti in nessun modo, (t/n) 》

L'azzurra sorrise.

《 Lo so Shoto, lo so.. 》

Borbottò lei. Camminarano facendo alcune curve e quando si fermarono (t/n) capì che erano arrivati.

《 Con permesso 》

Shoto fece sedere l'azzurra sulla sedia, sempre tenendola per mano, così da evitare che lei potesse far cadere qualcosa, o sbattere per sbaglio contro gli sgabelli della sedia o del banco. Quando Shoto le tolse la benda (t/n) si guardò intorno. Era in un ristorante molto modesto. Pulito, decorato da alcuni draghi disegnati ai muri, piante ai ripiani delle finestre e vasi di ceramica all'entrata. Era davvero un posto modesto, e questo piaceva alla ragazza e la fece sorridere. A sua volta, Shoto era contento di quel sorriso, e la ammirò prendendo quel momento e inserendo l'immagine di lei che sorrideva nel suo cuore e nella sua memoria.

《 Oh Shoto, che bello che sei tornato! 》

L'anziana donna osservò (t/n).

《 Non dirmi che è la tua ragazza? 》

Gli domandò sibilante, per poi sorridere.

《 È davvero bella 》

Concluse lei, per poi dirgli che tra cinque minuti avrebbe preso gli ordini.

《 Che bel posto, grazie per avermici portata! 》

Dopo si scusò, dicendo a Shoto che si sarebbe assentata per andare un attimo in bagno. Non era neanche sporco, aveva un buon profumo di candeggina, però troppo forte per le narici della ragazza. Appena uscita, l'anziana signora le sorrise e lei ricambiò con un leggero inchino. L'azzurra era davvero felice di poter assaporare il cibo di quel ristorante. Quello che portava suo padre andava anche bene, ma era diverso andare a mangiare in un vero e proprio ristorante.

Ti amo anche se non dovrei - TodorokixReader [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora