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Quelle mani calde, che fecero cessare quelle urla, erano del figlio del secondo eroe più forte. Il giorno del disastro, in cui Shoto e Bakugou rischiarono la sospensione, furono chiamati i loro genitori. Endeavor era già nei paraggi, a causa di alcuni documenti che aveva lasciato al preside della scuola. Lui lo sapeva. Era a conoscenza del fatto che quella ragazza fosse la figlia del suo rivale. Tornato a casa, il ragazzo vide suo padre in cucina. La sorella era preoccupata della strana visita da parte del genitore. Era una delle poche volte in cui Shoto dovette stare di fronte alla paura.

《 E ora ti metti anche a picchiare i tuoi compagni di classe? 》

Severo, come sempre. Senza nessuna traccia di disponibilità ad ascoltare il figlio.

《 E da quando una ragazza dovrebbe proteggerti? Sei patetico 》

L'obiettivo di Endeavor era di allontanare suo figlio a quella ragazza. Aveva sentito molte voci a suo riguardo. Ha molte unicità, ma non sa usarle. Per lui, era come un talento sprecato. Quella ragazza, era una persona non educata a essere un supereroe. Voleva assolutamente prendersela e insegnarle a diventare il numero uno, diversamente da come ha fatto con Shoto. Sicuramente, l'azzurra lo avrebbe ascoltato, ma l'eroe si stava facendo troppi sogni, senza conoscerla.

《 Se ti vedo stare accanto a una come lei, sappilo che mi hai deluso più di quanto pensi. In più.. 》

Dalla sua posizione comoda, divenne teso. Non si reggeva più al muro. Aveva le spalle dritte, i piedi che puntavano verso l'uscita.

《 Ho visto che quella ragazza stava con un Villain. Un ragazzo con le cicatrici. Sono più che sicura che fosse lei, anche perché da quando è entrata a scuola, non riesco più a vedere la ragazza con cui stava quel Villain 》

Le sue parole però erano spazzatura per il figlio. Nel momento in cui vide tutto ghiacciarsi, il continuo tremare della terra, aveva capito chi fosse la responsabile. La potenza di (t/n) era indescrivibile, difficile da poter spezzare. Il suo ghiaccio era almeno otto volte superiore alla durezza del suo. In qualche modo, le sue fiamme riuscirono a sciogliersi. Uscito dalla grotta, diede calore a chiunque compagno vedesse, lasciando una percentuale di ghiaccio che si sarebbe sciolta grazie alla loro stessa temperatura. Quando sentì di nuovo quell'urlo, dovette correre. Evitò di scivolare usando una tattica che aveva imparato, e insegnato all'azzurra. Produrre ghiaccio per usarlo nella corsa. Creare una strada sua, dove i piedi erano a pochi centimetri lontani dal suolo.

Vide una figura femminile, con il viso coperto di lacrime. Un'espressione che chiedeva pietà e aiuto. La bocca aperta che si muoveva seguendo i suoi lamenti. Le lacrime che non smettevano di scendere. Non sapeva bene che fare, e dati i suoi attimi di esitazione, lasciò al suo istinto decidere cosa fare per la ragazza. La sua mano sinistra si riscaldò, andandosi ad appoggiare sulla guancia di (t/n). Sorprendentemente anche la mano destra ebbe lo stesso effetto. Calore da entrambe le sue mani, lui non l'aveva mai provato. La bocca della ragazza socchiusa, con movimenti graduali, i suoi singhiozzi erano ancora udibili, gli occhi che stavano per aprirsi. Grigi chiaro, esattamente come quelli della madre di Shoto. Ancora stava piangendo, ma non appena vide il ragazzo stranamente sentì più calore.

《 G..grazie 》

Borbottò imbarazzata. Non si aspettava che qualcuno riuscisse a sentire le sue grida disperate. La felicità la avvolse, la spensieratezza che finalmente era tra le mani di Shoto.

《 G..grazie 》

Disse di nuovo. Pianse e gridò dalla gioia. L'atmosfera divenne più calda dentro l'enorme area di Numero Tredici. Il ragazzo stava ancora seguendo il suo istinto. Vedere la sua amata, piangere in quel modo: le mani che cercavano ti togliere le incessanti lacrime che cadevano come stelle, i capelli sciolti e leggermente spettinati che adesso stavano brillando alla luce dei fari, le labbra leggermente gonfie a causa dei morsi che sfogavano il suo dolore, il naso rosso per il pianto; anche con tutte queste imperfezioni lei sorrise e lo ringraziò una terza volta. Quel sorriso, che nessun'altra aveva se non (t/n) gli diedero la sensazione di avere le ali. Troppo tardi per ripensare a quello che aveva fatto, ormai è successo. Un desiderio colmo di amore aveva finalmente esaudito. Nessun rimpianto. Si sentiva anche fiero di averlo fatto, anche se era la seconda volta.

Con quelle ali, lui adesso poteva volare perché le sue labbra avevano contatto con quelle di (t/n). Le sue mani ancora sul suo viso che lui usò per avvicinare. La freschezza delle sue labbra, mischiate al salato delle lacrime che aveva appena versato l'azzurra. Non aveva impotenza se qualcuno li avesse visti, così vicini, così intimi. Per lui era come se in quel momento ci fosse uno sfondo bianco, e solo loro due a poterlo colorare. Era questo l'amore? Lui non riusciva a dare una risposta. La amava e basta. Non servivano le parole per esprimerlo. Anche se (t/n) ne era sorpresa, non smetteva di piangere. Diceva al suo corpo di smettere, perché bagnava le dita di Shoto e anche le sue soffici labbra che ora erano sulle sue, ma la sua felicità la impediva di cessare. Si godeva il momento, pensando che sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe fatto. Durò come un'eternità, ma per entrambi era giusto che durasse così.

Tutti i membri della classe furono sorpresi nel vederli così vicini. Alcuni volevano provare le loro stesse sensazioni, altri preferivano essere al loro posto, come Momo. Avrebbe tanto voluto che (t/n) fosse lei in quel momento. Persino Bakugou vide la scena, ma non poteva dire niente anche se si stava per alzare, pronto a separare quei due. Per lui sembrava che Shoto l'avesse obbligata a baciarla, ma non era così. Al fine di quel magnifico contatto, la ragazza gli saltò addosso con un abbraccio. Il dolore che provava Bakugou era difficile da descrivere. Allora era vero che quando era amore non corrisposto si provavano coltellate al cuore. Pensò. Gli faceva più male di quella volta in cui dovette lottare con Izuku per un esercizio, la quale il broccolo finì in ospedale.

Aizawa invidiava quei giovani, e fu abbastanza sorpreso che un tipo serio come Shoto -che ritraeva il suo atteggiamento alle superiori, sapesse il significato di amore. Si sbagliava, perché il ragazzo seguiva l'istinto, non c'erano parole adeguate -per lui, che potessero descrivere il significato di amore. Per lui l'azione che aveva fatto era stato spinto in parte anche dall'amore.

.......•••••••••••••••••••••••••••••••.....

I giorni passarono e da quel incidente, Numero Tredici si scusò. Per sua sfortuna l'energia che aveva sprigionato (t/n) era così potente che appena tornò a casa dovette andare in un ospedale specializzato per gli eroi. All Might non poteva venire. Shiori stette con lei giorno e notte. Le visite non erano ammesse. Rimase in coma per giorni, perdendo la sua occasione di apparire in tv, uno dei suoi sogni. Quando riaprì gli occhi era il 31 Dicembre. L'anno nuovo dovette passarlo con un libro in mano, in ospedale. Camminava a mala pena. Le sostanze che i dottori le diedero per mantenere il suo metabolismo basale, almeno finché non si sarebbe svegliata, indebolirono il suo corpo.

Era triste. Non aveva un telefono con cui parlare con Izuku, o con i suoi amici. Shiori in quella notte non era con lei, per qualche strano motivo. C'erano pochi pazienti, quasi nessuno in quel ospedale. In realtà nessuno disponibile per lei. I dottori e le dottoresse di turno erano occupati in una sala dove c'era un grande banchetto dove anche lei si poteva unire, insieme agli altri pazienti. Parenti, famiglie di chi lavorava lì o di chi era ricoverato, passarono la vigilia di capodanno in ospedale. Lei si sentì così sola, si chiedeva chissà con chi avrebbe passato il capodanno. Mancavano dieci minuti esatti per il nuovo anno. In quel attimo, alcune gocce di tristezza caddero dai suoi occhi.

Non li chiudeva stavolta, perché sapeva che nessuno si sarebbe degnato a salvarla. Adesso non sapeva neanche se quel bacio tra lei e Shoto fosse davvero accaduto. E se non fosse così? Se lo era per caso sognato? Probabile. Questo riempì le sue lacrime. L'illusione dell'amato che lascia un bacio era davvero pessima. Il vento spostò i suoi lunghi capelli, che di solito erano raccolti in un elegante chignon. Aveva lasciato la finestra aperta, ma non se ne ricordava. Si voltò, e vide una figura maschile seduta a bordo della finestra. I suoi occhi cupi, pur essendo di un azzurro chiaro, la guardarono a lungo.










Author's Note
Credo sia uno dei capitoli più lunghi che io abbia scritto -almeno in questa storia-. Scusate se per adesso ci sarà molta tristezza, ma vedrete che la luce riesce ad arrivare anche nei posti più oscuri.

Domanda del giorno: chi sarà quel ragazzo?

Secondo voi si sono davvero baciati (t/n) e Shoto?

Perché Bakugou non li ha separati mentre si baciavano?

Momo quanto è gelosa da zero a cento? -la canzone hehe-

Ti amo anche se non dovrei - TodorokixReader [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now