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Io ero ancora in attesa di una risposta. Quando si voltò verso di me, il suo viso assunse un'espressione mediocre. Forse avevo detto qualcosa di sbagliato.

《 Mi stai prendendo per il culo? 》

Agrottai le sopracciglia e scossi la testa, perché io lo avevo visto per la prima volta a scuola. Si girò, non degnandomi neanche di una risposta e fece la sua strada. Io insistetti, ed era uno degli errori più memorabili che io avessi mai avuto.

《 Che ti ho fatto? Non ti funzionano con le maniere gentili? Allora okay. Adesso mi metto ad insultarti, cazzo. Io non ti conosco, e tu non mi conosci. Non ci siamo mai visti prima della scuola. Che cazzo ho fatto? Non voglio che tu ti metta a picchiarmi a vanvera. Voglio delle spiegazioni 》

Vedevo che stava stringendo i pugni. Mollò la busta per terra, lasciando semplicemente andare le sue dita. Si avvicinò a me, velocemente e mi buttò a terra, tentando di strangolarmi. Prima mi arrivarono delle domande in testa, e da quel suo gesto violento riuscii ad avere un dejavù. Avevo già sentito questa sensazione. Non so come mai, ma nella mia testa, apparve l'immagine di quel misterioso ragazzo che incontrai prima di chiamare mio padre.

Perché mi stavano venendo queste strane immagini nella testa? Sopratutto, perché adesso, in un momento critico come questo? Un mio compagno di classe mi voleva morta. Non mi strangolò nemmeno così forte. Sembrava trattenersi apposta. Non mi fece tanto male, ma mi aveva trasmesso delle immagini strane. Proprio mentre pensavo, Bakugou mi guardò perplesso.

《 Cazzo 》

Sembrava essersi ricordato di qualcosa. Come quando di ricordi di aver lasciato il forno acceso. Io ero ancora a terra, intenta a guardarlo negli occhi. Quando mi alzai lui si stava già allontando, pronto a tornare a casa, riprendendo la busta che aveva lasciato per terra. Pensavo se ne stesse per andare, quando si girò verso di me.

《 Se vuoi sapere perché sono così tanto incazzato con te, ricorda 》

E se ne andò, lasciandomi con un enigma paragonabile a una uscita di un labirinto con centomila corridoi. Non sapevo cosa dovevo ricordare. Non sapevo niente. Lo lasciai andare, anche se volevo correre verso di lui e obbligargli a dirmi del suo bizzarro comportamento nei miei confronti. In quel momento, ero appena uscita dal negozio.

《 Perché ci hai messo così tanto? 》

Vidi Shoto davanti a me. Non me ne ero minimamente accorta. Sentii un sospiro. Mi prese la busta e ci incaminammo verso casa sua. Nessuno dei due disse nulla, a quanto pare. Io non riuscivo a smettere di chiedermi come mai Bakugou mi odiasse. Feci un collegamento con le persone che mi odiavano e in lista c'era anche la mamma. Entrambi mi definiscono "mostro". A quei ricordi, quasi mi mettevo a piangere.

A pensarci sembrava patetico, ma se qualcuno potesse vivere una situazione simile alla mia, magari mi potrebbe pure capire.

《 Appena in tempo! Ho appena apparecchiato. Ti sei persa vero (T/N)? 》

Scossi la testa, ma provai a sorridere.

《 Ah grazie! Ci voleva proprio! 》

Esclamò quando vide il peperoncino. Quando iniziammo a mangiare, Fuyumi mi bombardò di domande. A partire da come mi trovavo in Giappone, se mi piaceva la scuola. Mi sorprese la sua ultima domanda.

《 Come mai stai sempre con la felpa? 》

Granai gli occhi dal fatto che lei lo sapesse. E come se avesse chiesto una cosa inappropriata, Fuyumi aggiunse con essa una spiegazione.

《 Oh, scusami. L'ho saputo perché Shoto continuava sempre a parlarne. È davvero bizzarro che le ragazze stiano con una felpa che le possa coprire tutto il corpo. Di solito vogliono far vedere le loro forme 》

Sorrisi e le spiegai le cento ragioni sul perché mi piacesse indossare felpe larghe e lei si soprese, perché erano davvero cento.

Ti amo anche se non dovrei - TodorokixReader [IN REVISIONE]Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum