three

1K 51 3
                                    







Louis Tomlinson era un normale ragazzo come tanti altri, aveva quasi ventisei anni e molti sogni e speranze per il futuro e per la sua carriera lavorativa, era nato e vissuto a Boca Raton, figlio unico e due amorevoli genitori che lo avevano sempre accettato per ciò che era, lo avevano sempre accettato più di quanto lui stesso potesse fare.

Louis si era reso conto verso i quattordici anni di non provare attrazione verso le ragazze, non provava le stesse emozioni di tutti i suoi amici e i suoi gusti particolari e la continua ricerca della libertà non erano più dei buoni scusanti, doveva accettare la realtà per quanta paura gli potesse fare; una sera riuscì ad entrare ad Utopia grazie ad una carta d'identità falsa e al suo bel faccino, aveva sempre saputo di essere bello e lo aveva fatto diventare un suo punto di forza, e aveva avuto il suo primo rapporto con un uomo, questo aveva trent'anni e non era davvero interessato a lui ma a Louis piaceva e per lui era quello l'importante, da quel momento decise di vivere la sua vita alla luce del sole e non nascosto tra le luci al LED e il fumo di una discoteca.

Lui voleva essere libero.


Il riccio nella sua vita ne aveva viste tante di cose strane e ne aveva vissute altrettante ma mai, neanche nelle sue fantasie più assurda, aveva immaginato che si sarebbe ritrovato sposato con un ragazzo di cui neanche conosceva il cognome dopo essere stato a letto con lui, Harry non aveva neanche mai pensato sul serio di sposarsi ma era certo che non era quello il modo in cui voleva farlo e il fatto che non ricordasse nulla di quello che era successo glielo confermava ancora di più, l'unico lato positivo era che sarebbe riuscito ad avere la cittadinanza e a ricominciare una nuova vita.

-"Quale hai detto che è il tuo cognome?" Gli chiese, per l'ennesima volta, Harry mentre sistemava delle cose in un cassetto.

-"È Tomlinson." Rispose esasperato il liscio e alzò gli occhi al cielo. "Per l'ennesima volta, è Tomlinson, non mi sembra molto complicato da ricordare." Gli disse.

-"Se il tuo cognome fosse García o Hernández lo ricorderei senza problemi." Replicò il più piccolo e si voltò verso di lui.

-"Qui non siamo in Argentina però e i cognomi non sono argentini, dovrai farci l'abitudine."

-"Il tuo però non mi sembra un cognome molto americano." Disse il maggiore. "Anzi non mi sembra per niente americano." Si corresse.

-"Il mio bisnonno paterno era inglese." Gli spiegò Louis. "Si è trasferito qui durante la prima guerra mondiale." Aggiunse.

-"Perché è rimasto a vivere qui anche dopo la fine della guerra?" Gli chiese il riccio e si sedette sul letto, dove l'altro era già seduto.

-"Poche settimane dopo il suo arrivo ha incontrato la mia bisnonna." Rispose il più grande e abbozzò un sorriso. "Avrebbe fatto qualsisi cosa per lei, era disposto ad imparare anche il cinese se fosse servito." Continuò. "Non avrebbe lasciato quella donna neanche se gli avessero assicurato l'immortalità, ecco perché è rimasto a Boca Raton." Concluse.

-"Sembra una bella storia." Disse Harry e gli dedicò un sorriso sincero, gli era sempre piaciuto ascoltare le storie delle persone ancor di più se erano storie d'amore. "Mi piacerebbe avere la stessa fortuna che ha avuto tuo nonno." Aggiunse.

Il liscio, divertito, si voltò verso di lui.

-"Tu sei appena arrivato, hai trovato me e ti sei sposato." Disse. "Non ti sembra di avere avuto più fortuna?" Chiese ridendo.

-"Beh, tu saresti disposto ad imparare il cinese per me?" Replicò il più piccolo e gli sorrise divertito.

-"Se tu sei disposto ad imparare il mio cognome."

-"Ci proverò." Rise il più piccolo.

-"Da quanto tempo ti sei trasferito qui?" Gli chiese Louis.

-"Sono arrivato tre settimane fa."

-"Dove hai vissuto fino ad adesso?"

-"Un mio amico prima viveva qui, aveva comprato casa credendo che questo sarebbe stato il suo posto per la vita ma così non è stato e mi ha lasciato casa sua." Gli spiegò.

-"Hai tutte le tue cose lì?" Gli chiese Louis e si alzò dal letto.

-"Sì, perché?"

-"Dovremmo andare a prendere tutto e portarlo qui."

-"Qui?" Ripeté il più piccolo confuso e aggrottò la fronte.

-"Se vuoi far credere allo Stato che siamo felici e sposati non possiamo vivere in due case separate." Rispose il più grande. "E io ho un frigo pieno e un cane, non abbandono casa mia." Aggiunse e incrociò le braccia al petto.

-"Davvero hai un cane? Dov'è?" Gli chiese, improvvisamente esaltato e felice, Harry.

-"È da un mio amico, sono stato fuori per qualche giorno e l'ho lasciata a lui, vado a prenderla questa sera." Gli spiegò il liscio. "Comunque dobbiamo stabilire delle leggi."

-"Delle leggi?"

-"Sì, per poter vivere in modo pacifico."

Il minore si mise comodo sul letto e inclinò la testa da un lato.

-"Sentiamo." Disse.

Louis sorrise beffardo e gli buttò giù i piedi dal letto, per farsi spazio e sedersi.

-"Prima di tutto, le mie cose non si toccano, puoi giocare con Blue se vuoi ma per il resto non toccare nulla."

-"Chi è Blue?"

-"Il mio cane." Rispose Louis. "Ora non interrompermi." Aggiunse e fece uno strano gesto con le mani. "Faremo a turni per le pulizie, tre giorni a settimana tu e tre giorni a settimana io, la domenica ci aiuteremo a vicenda." Disse. "Ognuno cucina per sé, io ho dei gusti abbastanza particolari e preferisco farlo da solo, se per qualche assurdo motivo qualche volta dovesse venirmi voglia di cucinare anche per te non sei autorizzato a dirmi che non ti piace, puoi evitare di mangiarlo solo se sei allergico." Continuò. "Non osare, non pensarci neanche, ad usare i miei vestiti. Potresti rischiare la vita e non scherzo." Aggiunse con tono minaccioso.

Il riccio non riuscì ad evitare di ridere per via dell'espressione dell'altro.

-"Non ridere quando io sono serio, mi fa innervosire." Lo riprese il più grande e gli lanciò un'occhiataccia. "Restando in tema vestiti, in questa casa non si può girovagare nudi, devi sempre essere vestito, anche se fa caldo." Gli disse. "Se dovessimo andare in discoteca insieme, tu tornerai quando dico io, se io voglio tornare a casa o vieni con me o, per quanto mi riguarda, puoi aspettare in giardino per tutta la notte. Se tu vuoi tornare prima, libero di tornartene a piedi, la discoteca non dista molto da qui." Continuò. "Puoi dormire qui con me ma se io dovessi portare qualcuno puoi dormire sul divano o nell'altra stanza." Aggiunse. "E per finire, almeno per ora, non invadere il mio spazio nel letto e andrà tutto bene." Concluse e gli regalò un piccolo sorriso.

-"Posso respirare o devo rispettare degli orari per farlo?" Chiese ironico Harry e sbuffò.

Il liscio scosse la testa divertito.

-"Possono sembrarti tante regole ma sono semplici." Disse. "E serviranno per vivere pacificamente." Continuò.

Il più piccolo, incerto, annuì e si morse il labbro inferiore mentre si avvicinava, con gesti lenti e seducenti, al maggiore che lo guardava confuso.

-"Vanno bene tutte le regole che vuoi." Iniziò a parlare e con un dito iniziò a tracciare delle linee invisibili sulle clavicole del liscio. "Potremmo però sfruttare i lati positivi di un matrimonio, non credi?" Chiese con un sorriso malizioso stampato sul volto e inclinò la testa da un lato.

Louis sospirò e ghignò soddisfatto, gli prese la mano e gli sfiorò il dorso delicatamente.

-"Sei un bellissimo ragazzo, Harry, e immagino che l'altra notte sia stata fantastica ma..."

-"Ma?" Lo incitò a continuare il riccio.

-"Ma io non vado mai più di una volta a letto con la stessa persona." Disse Louis. "Anche se mi sono ritrovato sposato con questo."

Married? | l.s. ♛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora