eighteen

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-"E poi credi che se non provassi pietà verso di te avrei accettato di restare sposato con te? Con un perfetto sconosciuto che ho trovato nel mio letto una mattina?" Continuò. "Anzi mi chiedo ancora perché l'ho fatto, sarebbe stato meglio per tutti se te ne fossi tornato in Argentina." Concluse con tono acido.

Quello fu per il riccio il colpo di grazia, il Louis che credeva di aver conosciuto era appena scomparso, la sua felicità distrutta.

-"Bene, hai detto ciò che pensi." Replicò Harry e si avvicinò all'ingresso. "La cena è quasi pronta, devi solo spengere i fornelli." Aggiunse e aprì la porta. "Non aspettarmi, anche se dubito lo avresti fatto." Concluse e andò via, chiudendo rumorosamente la porta alle sue spalle.

-"Haz..."

Louis si sentiva tremendamente in colpa per le parole che aveva rivolto al più piccolo, parole che non meritava per niente, e vederlo andare via in quel modo, con il cuore distrutto e senza il suo bel sorriso ad illuminargli il volto, aveva detto quelle parole, del tutto crudeli, solo perché stanco e arrabbiato con il suo datore di lavoro, questo aveva perso l'articolo che il ragazzo aveva scritto con tanto amore e dedizione e lo aveva costretto a riscriverlo in sole poche ore mentre l'uomo continuava ad urlare contro qualcuno e ad incitarlo a sbrigarsi, era colpa di quell'uomo se il liscio era tanto nervoso ma era solo colpa sua se il riccio era scappato in quel modo.

Il liscio aveva atteso fino a notte inoltrata che il più piccolo tornasse ma questo non era accaduto, nonostante fossero quasi le tre del mattino Harry non aveva fatto ritorno a casa e il più grande era finito per addormentarsi.

Harry aveva camminato in lungo e in largo per tutta la notte, non aveva una meta ma a quello era abituato, fin da piccolo aveva sempre girovagato senza sapere dove andare, perso tra i suoi pensieri e quella notte il centro di tutti i suoi pensieri era un ragazzo, un ragazzo che credeva fosse diverso, buono, ma in realtà lo aveva ferito molto più di chiunque avesse fatto, solo la notte precedente il riccio credeva di poter davvero creare qualcosa di bello con il più grande, non credeva potesse nascere l'amore ma almeno instaurare un bel rapporto, ma Louis si era premurato di distruggere ogni sua speranza e anche il suo cuore.

Un forte boato, proveniente dalla cucina, fece svegliare di soprassalto il liscio che, in men che non si dica, si ritrovò seduto al centro del letto con il cuore che gli batteva all'impazzata nel petto.

-"Oddio ci sono i ladri." Disse, in preda al panico, Louis e iniziò a guardarsi intorno nervosamente. "Blue tu resta qui, ci penso io a proteggerti." Disse al suo cagnolino, che si trovava sul letto accanto a lui, che sbadigliò prima di sistemare la testolina sulle sue stesse zampe. "Ricordati che ti voglio bene e chiedi scusa da parte mia a Harry, piccolino." Aggiunse e accarezzò la testolina pelosa del suo cane.

Il ragazzo si armò di coraggio, si tolse le coperte, scese dal letto e prese un respiro profondo prima di aprire la porta della camera e scendere al piano inferiore.

-"Chiunque tu sia sappi che ti pentirai di essere entrato in questa casa!" Urlò Louis, armato con una mazza da baseball mentre, agitato e tremante, entrava in cucina. "Aaaahhh!" Urlò il ragazzo, chiuse gli occhi e fece per colpire la persona presente in cucina ma la voce di questo lo bloccò.

-"Louis ma sei impazzito?!" Urlò la persona presente in cucina.

Louis aprì gli occhi e lasciò cadere la mazza sul pavimento, che provocò un forte rumore.

-"Harry." Disse il ragazzo.

-"Prima mi offendi e poi vuoi colpirmi?" Chiese il riccio e sbuffò.

-"Non sapevo fossi tu." Si giustificò il più grande e abbassò il capo dispiaciuto. "Non sapevo fossi tornato a casa."

-"Tranquillo, sono venuto solo a cambiarmi." Rispose Harry. "Vado via subito." Aggiunse e fece per uscire dalla cucina ma l'altro lo bloccò per il polso.

-"No, Haz, per favore non farlo." Sussurrò il liscio e cercò di tirarlo verso di lui, ci riuscì abbastanza facilmente.

-"Vuoi farmi stare male ancora un po'? Ricordarmi che fai tutto per pietà?"

-"Voglio scusarmi, Harry." Disse Louis. "Mi dispiace averti detto quelle cose ieri e ti giuro che non le penso affatto." Aggiunse. "Ora tu mi chiederei se non le penso perché le ho dette? Perché ero nervoso e quando sono nervoso sono abituato a dire tutto ciò che mi passa per la mente, anche se non le penso, perché non sono abituato ad avere qualcuno che tiene a me al mio fianco e ancor meno ad avere al mio fianco qualcuno a cui tengo." Continuò. "Mi dispiace, babycakes, mi dispiace davvero tanto e farei di tutto per farmi perdonare." Concluse.

Il riccio si prese qualche momento per osservare meglio l'altro, lo guardò attentamente negli occhi e se in quel periodo aveva conosciuto anche una minima parte di lui era convinto fosse sincero, in quel momento Louis gli sembrava sinceramente dispiaciuto.

-"Tu tieni a me?"

-"Tantissimo, Haz, e questo mi spaventa." Rispose il maggiore. "Non sono abituato a provare una cosa del genere verso qualcuno che non sia io." Continuò. "E ancor meno credevo che avrei provato queste emozioni per qualcuno come te, stupido, folle, disordinato, in perenne lotta con i suoi capelli, che non sa collegare bocca e cervello, che..." Stava parlando il ragazzo ma l'altro lo zittì.

-"He entendido, he entendido, no sirve ofenderme." Borbottò il riccio.

-"Stavo per dire che è unico come te, folle ma unico." Rispose il più grande e abbozzò un sorriso. "Speciale." Concluse.

Harry si morse il labbro inferiore e poggiò le mani sulle spalle del liscio, avvicinando i loro corpi.

-"Anche tu non sei male." Disse. "Anche se questi capelli sono un vero disastro." Aggiunse ridendo.

Il liscio alzò gli occhi al cielo ma non poté reprimere un sorriso.

-"Magari potresti sistemarli tu." Replicò.

-"Magari potrei farti le trecce!" Esclamò allegro il più piccolo. "Saresti adorabile!"

Louis aggrottò la fronte ma evitò di replicare, gli piaceva il modo in cui il minore gli stava sorridendo.

-"Posso farti una domanda?" Gli chiese.

-"Dimmi."

-"Perché ti ha ferito tanto sentirmi dire che stavi meglio in Argentina?"

-"Perché in Argentina ha passato dei momenti davvero brutti e il sol pensare di ritornarci mi ha fatto stare male." Rispose il riccio.

-"Ti va di raccontarmi che è successo?" Gli chiese il più grande e si sedette su una delle sedie, per poi far accomodare il maggiore sulle sue gambe.

-"Mio padre non ha mai accettato la mia sessualità, così come i miei fratelli, e non perdevano occasione per sminuirmi, offendermi e picchiarmi, mia madre non ha mai provato a difendermi per paura che mio padre potesse lasciarla di nuovo." Raccontò, molto brevemente, Harry con il capo chino. "Non ho mai potuto presentargli le persone che frequentavo perché sapevo che non lo avrebbero accettato e la cosa peggiore è che davanti agli altri fingevano di amarmi e accettarmi ugualmente. Ecco perché odio le persone false, mi ricordano la mia famiglia." Concluse e serrò i pugni al ricordo dei brutti tempi passati, tempi in cui suo padre riempiva il suo corpo di lividi e i suoi fratelli gli gridavano ogni genere di insulto.

Il liscio gli mise due dita sotto il mento e gli stampò un bacio sulla guancia.

-"Ora sei con me e nessuno ti farà del male." Disse. "Te lo prometto, Haz." Aggiunse e gli regalò un dolce e sincero sorriso.

Il più piccolo abbozzò un sorriso e poggiò la testa sulla spalla nuda del maggiore, chiuse gli occhi e ispirò a pieni polmoni il profumo della pelle di Louis.

-"E a te va di dirmi perché non vai a letto con le persone due volte?" Gli chiese.

-"La prossima volta, Haz, la prossima volta."

Married? | l.s. ♛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora