twenty-six

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-"Solo perché hai sposato Louis con l'inganno, per ottenere la cittadinanza, credi di avere il diritto di uscire con noi e stargli attaccato praticamente tutto il giorno?" Chiese la ragazza. "Sappi che quando questa storia finirà tu scomparirai e io non dovrò mai più rivederti." Aggiunse.

Louis, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, affiancò il riccio e rivolse la sua attenzione alla ragazza.

-"Tara, se non vuoi più vedere Harry non devi aspettare che lui ottenga la cittadinanza, puoi anche farlo da ora." Disse il ragazzo attirando su di sé tutti gli sguardi dei presenti. "Puoi benissimo alzarti da quella sedia e farti tu degli amici." Aggiunse. "Lui è mio marito e ha tutto il diritto di stare con me e frequentare i miei amici, amici in cui tu non sei inclusa." Continuò. "Puoi scegliere di andartene e non vedere più Harry o restare qui e startene in silenzio, restare e rispettarlo, a te la scelta." Disse. "Sappi però che Harry non andrà via, non fino a quando ci sarò io."

Tara boccheggio più volte, alla ricerca di una risposta da dare al liscio che continuava a guardarla con sguardo impassibile, prima di prendere la sua pochette bianca, scostare la sedia in modo abbastanza rumoroso e uscire dal ristorante con finta aria drammatica che le donavano un atteggiamento teatrale.

-"Tara!" Esclamò Niall e si affrettò per seguirla.

-"Che bel compleanno." Borbottò Helen, il suo bel sorriso si era del tutto spento e la sua energia sembrava scomparsa. "Vado un momento fuori, scusatemi." Aggiunse e senza aspettare una risposta dagli amici, si allontanò da loro.

-"Vado con lei." Disse Liam, l'unico che non aveva parlato fino a quel momento, e seguì la sua amica fuori dal ristorante.

Harry si guardò intorno e si sentì in colpa per aver rovinato la festa di compleanno di Helen e anche le amicizie del più grande.

-"Mi dispiace..." Sussurrò il minore e abbassò il capo. "Non volevo rovinare tutto..." Aggiunse.

Louis, ancora accanto a lui, sospirò e gli mise due dita sotto il mento.

-"Come stai?" Gli chiese.

Il riccio aggrottò la fronte.

-"Eh?"

-"Tu come stai? Stai bene?"

-"Sì, sto bene." Rispose.

-"Allora non hai rovinato niente, Harry."

Aprile stava ormai per finire, solo un paio di settimane e il nuovo mese sarebbe arrivato, erano passati due giorni dalla festa di compleanno di Helen, giorni in cui nessuno dei due ragazzi aveva avuto notizie degli amici, dopo che anche Helen e Liam erano usciti dal locale per prendere una boccata d'aria, Harry e Louis erano usciti dal ristorante e non avevano più parlato con nessuno del gruppo, il riccio credeva di doversi scusare, era stato lui il primo ad ignorare Tara e quindi a sbagliare, ma l'altro gli aveva detto che non doveva farlo, nessuno dei due aveva sbagliato e Tara si sarebbe dovuta scusare con loro.

Era domenica sera, la pioggia fuori batteva fitta e cullava la serata in casa di Harry e Louis, i due avevano da poco finito di cenare e non avevano alcuna intenzione di uscire, preferivano godersi quella serata tutta loro.

-"Lou non hai sentito Helen o Liam, o Niall?" Gli chiese il minore mentre ripuliva la tavola dopo cena.

-"Harry, se mi avessero chiamato te l'avrei detto." Rispose Louis, che non aveva alcuna intenzione di parlare dei suoi amici, se ancora poteva definirli come tali.

-"Quindi non uscirai con loro?" Continuò a chiedergli il riccio. "Neanche questa sera?"

Il più grande alzò gli occhi al cielo e sospirò.

-"No, Harry, non uscirò con loro." Disse. "E anche se mi avessero chiamato non sarei ugualmente uscito con loro." Aggiunse. "Perché preferisco restare con te." Concluse e se ne andò in salotto, dove si gettò a peso morto sul divano bianco.

-"Io però mi sento in colpa." Borbottò Harry. "Hai litigato con loro a causa mia." Aggiunse.

-"Sentiti meno in colpa e vieni qui a farmi compagnia." Replicò il liscio e indicò il salotto, illuminato solo da due abat-jour, che lo circondava.

Il più piccolo sospirò e lo raggiunse in salotto.

-"Louis, credo che tu dovresti chiamarli." Gli disse.

Louis, per tutta risposta, gli prese la mano e lo fece mettere a cavalcioni su di lui.

-"E io credo che tu dovresti pensare di meno." Sussurrò e gli strinse i fianchi tra le mani. "E baciarmi di più."

-"Davvero non ti importa dei tuoi amici?" Gli chiese il riccio e gli circondò il collo con le braccia.

-"Mi importa di te." Rispose il più grande. "E tu sei qui con me." Aggiunse prima di spingere il corpo del minore contro il suo e far unire le loro labbra.

Non passarono molti minuti prima che le mani fredde di Louis si insinuassero sotto la maglia grigia del riccio e la togliessero del tutto, mostrando il petto tonico e tatuato del minore. Subito dopo Harry sbottonò i pantaloni del liscio e lasciò che questo lo facesse sdraiare sul divano e si sistemasse sopra di lui.

-"Come riesci ad essere tanto speciale?" Gli chiese Louis mentre toglieva i pantaloni della tuta nera al riccio, in situazioni del genere non era solito perdere tempo in chiacchiere eppure con Harry non poteva fare a meno di ripetergli quanto fosse speciale in qualsiasi momento.

-"Io non ho nulla di speciale." Borbottò imbarazzato il riccio e inarcò la schiena per permettere all'altro di togliergli i pantaloni. "Sono uno come tanti." Aggiunse e gettò la testa all'indietro quando la mano del più grande si intrufolò sotto la stoffa leggera dei suoi boxer a pois colorati, per poi toglierli poco dopo.

-"Tu non sei uno come tanti, babycakes." Replicò il più grande. "Non pensare mai una cosa del genere."

Harry, velocemente, privò il liscio dei pochi indumenti che gli erano rimasti e gli sorrise imbarazzato.

-"Ora basta parlare." Borbottò Harry e portò l'altro più vicino al suo corpo. "Ora ti voglio." Aggiunse e fece unire le loro labbra.

E Louis lo accontentò, gli diede tutto ciò che aveva, tutto ciò che era.

Nel salotto poco illuminato riecheggiavano ancora i gemiti del riccio, il modo in cui questo supplicava l'altro di non fermarsi, lo schioccare dei loro baci, le loro carezze delicate, in quel salotto riecheggiava ancora il suono di quel loro amore che non volevano ammettere.

-"A che cosa pensi?" Chiese Louis al ragazzo stretto tra le sue braccia.

La testa di Harry era poggiata sul petto nudo del più grande, questo continuava ad accarezzargli il braccio con una mano, i loro arti inferiori intrecciati erano nascosti sotto una grande coperta beige, mentre Blue giocava tranquillo con la sua pallina ai piedi del divano.

-"Non penso." Rispose il riccio. "Semplicemente mi godo questo momento." Spiegò.

-"Stai bene?"

-"Credo di non essere mai stato meglio in vita mia."

Il più grande abbozzò un sorriso e lo strinse di più.

-"Anch'io con te sto bene." Disse. "E spero tu possa restare con me per sempre."

Married? | l.s. ♛Where stories live. Discover now