twelve

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Harry ci sapeva fare, ci sapeva fare davvero, Louis doveva ammetterlo.

Harry era dannatamente bravo nel tentarlo, nel sedurlo, nel farlo cadere nella sua trappola ma Louis era furbo, sicuro di se stesso e delle sue idee, quando prendeva una decisione era difficile fargli cambiare idea e lui aveva deciso che tra lui e Harry non sarebbe mai nato nulla che andasse oltre l'amicizia, una volta che il riccio avrebbe ottenuto la sua cittadinanza loro avrebbero ripreso le loro normali vite e non si sarebbero più incrociate.

Louis era certo di quella sua decisione ma Harry era una tentazione per lui a cui ogni giorno diventava più difficile resistere, soprattutto per lui che era solito agire d'istinto, soprattutto per lui che aveva voglia di spingere il ragazzo riccio al muro e baciarlo fino a perdere il fiato.

Quella stessa mattina per Louis era stata davvero dura spingere via il minore e uscire da quella stanza senza portare con sé Harry che lo osservava divertito dalla sua reazione, sarebbero voluto restare lì a baciarlo, dimenticare tutto ciò che era successo, le sue idee e convinzioni, voleva semplicemente lasciarsi trasportare dalle emozioni, voleva semplicemente lasciarsi andare, sotto il tocco leggero e dolce di Harry che, nonostante le sue intenzioni, stava ben attento a non fare nulla che potesse infastidirlo.

Quel ragazzo era diventata la sua tentazione e lui non sapeva per quanto ancora sarebbe riuscito a resistere.

Per tutto il giorno Louis era stato ben attento a non avere neppure un secondo libero, nonostante potesse scrivere l'articolo che gli avevano richiesto a casa aveva scelto di andare in ufficio e di restarci fino all'ora di chiusura, gli era stato abbastanza difficile scrivere quelle poche righe perché la sua mente continuava a riportarlo a ciò che era successo quella mattina, si domandava che cosa l'altro stesse facendo pur sapendo che doveva lavorare, aveva un servizio fotografico alle sette del mattino e per quel motivo si era svegliato alle sei ed era successo quel che ero successo, si chiedeva se al suo ritorno lo avrebbe trovato in casa e non riusciva a capire se lo volesse o meno, di certo non poteva ignorarlo per sempre ma non credeva di essere pronto ad affrontarlo quella stessa sera.

Sulla strada di ritorno verso casa il liscio aveva inviato un messaggio all'altro per chiedergli se fosse tornato a casa o, se non l'avesse fatto, verso che ora sarebbe tornato ma non ebbe risposta e il più grande tirò un sospiro di sollievo quando sperò che quella non risposta fosse dovuta al fatto che il riccio stessa ancora lavorando ma quando tornò a casa capì di essersi totalmente sbagliato.

Louis, annoiato, girò le chiavi nella toppa della porta e quando la aprì rimase sorpreso nel vedere che tutti le luci della casa erano accese, eccezion fatta per quelle al piano di sopra, una musica a malapena udibile proveniva dalla cucina unito alla voce di qualcuno intento a lamentarsi.

-"Haz?" Lo chiamò Louis, incerto, mentre si toglieva la giacca. "Haz ci sei tu in casa?" Gli chiese nuovamente e a passi lenti raggiunse la cucina.

-"Ehi, Lou." Lo salutò il riccio, dedicandogli un sorriso, non appena lo vide appoggiato allo stipite della porta della cucina.

-"Ehi." Borbottò il più grande ed entrò nella stanza. "Non pensavo fossi già ritornato." Aggiunse.

-"Il servizio fotografico è finito prima del previsto, la luce non era più favorevole." Rispose Harry e chiuse un cassetto.

-"Ti ho inviato un messaggio, non mi hai risposto."

-"Scusa, niño, ho il telefono a caricare in camera da letto, non l'ho sentito."

Louis sospirò e scostò una sedia, per poggiarci sopra la borsa che reggeva.

-"Che stai facendo?" Gli chiese.

Married? | l.s. ♛Where stories live. Discover now