fourteen

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Ogni volta che Louis si soffermava a guardare il più piccolo non riusciva a fare altro che pensare a quanto dolce potesse essere, non lo conosceva bene, anzi sapeva ben poco di lui, e più di una volta si era ritrovato a chiedersi se fosse stupido per davvero o se gli piacesse interpretare quel ruolo, litigavano per ogni minima sciocchezza ed erano più le volte in cui si urlavano contro che quelle in cui si ritrovavano seduti sul divano a parlare di loro e delle loro abitudini, Louis avrebbe potuto trovare mille lati negativi al riccio ma ne avrebbe trovati il doppio di quelli positivi.

Louis trovava che Harry fosse diverso dagli altri, speciale, e lo capiva ogni volta che lo guardava, non sapeva ancora che cosa lo avesse spinto a dirgli di sì, ad aiutarlo ad ottenere la cittadinanza, non sapeva che cosa lo avesse spinto a farlo vivere a casa sua e a condividere lo stesso letto, non sapeva che cosa fosse ma lo faceva stare bene, quando parlava con Harry, quando riuscivano a non urlarsi di tutto e di più, si trovava bene a stare con lui, sentiva di non avere alcun tipo di preoccupazioni, qualsiasi cosa lui avesse detto Harry non lo avrebbe mai giudicato, anzi, il riccio aveva sempre un sorriso per lui, una parola che potesse metterlo di buon umore.

Harry era unico agli occhi di Louis.

Al liscio era dispiaciuto tanto aver costretto l'altro a dormire sul divano, non sapeva che cosa gli fosse passato per la mente il giorno precedente, sentire quei due ragazzi lo aveva mandato fuori di testa, non voleva che la gente pensasse che Louis Tomlinson era stato incastrato, non voleva che la gente pensasse che avesse perso la sua libertà, anche perché lui non vedeva Harry come qualcuno che potesse togliergli la sua libertà, e quindi aveva agito in quel modo, eppure Louis, da sempre testardo e orgoglioso, non poteva negare che non aveva smesso di pensare al più piccolo neppure per un secondo, si domandava che cosa stesse facendo e quando aveva sentito la porta di casa chiudersi il suo cuore si era fermato per un momento, era stato tentato di mandare via quello sconosciuto che neanche gli interessava, neppure sapeva perché aveva scelto proprio lui, e correre al piano di sotto per stringere tra le sue braccia il riccio. Ma non lo aveva fatto. Aveva lasciato che Harry dormisse senza di lui, aveva lasciato che Harry pensasse che potesse stare bene anche senza di lui.

Louis per tutto il giorno si era amorevolmente preso cura del riccio, gli aveva più volte controllato la temperatura ed era sempre stato sollevato nel vedere che era solo un semplice raffreddore che sarebbe passato presto, se il minore si fosse ammalato probabilmente Louis si sarebbe sentito in colpa per il resto della sua vita.

-"Lou, non mi servono così tante coperte." Disse il minore, appoggiato con la schiena alla testiera del letto mentre osservava l'altro andare avanti e indietro per la stanza, intento a sistemargli addosso il maggior numero di coperte, dalle fantasie assurde, che trovava.

-"Hai già preso abbastanza freddo la scorsa notte." Rispose Louis e gli mise la quarta coperta, bianca dalle decorazioni color lilla. "Questa notte dovrai stare al caldo." Aggiunse e guardò soddisfatto il lavoro che aveva appena concluso. "Direi che può andare bene." Disse. "O hai ancora freddo?"

-"Louis ho più caldo di una donna in menopausa."

-"Allora direi che stai abbastanza caldo." Replicò il maggiore e fece il giro del letto per andarsi a sistemare, anche lui, sotto le coperte.

-"Non credi di aver un po' esagerato?" Gli chiese il riccio e voltò il capo verso di lui per guardarlo. "Questa notte fa meno freddo di ieri e ho solo il raffreddore, un banale raffreddore, una sola coperta può bastare." Concluse.

Il più grande scosse la testa e si sistemò meglio nel letto, anche lui con la schiena poggiata alla testiera.

-"Un raffreddore non va sottovalutato, hai bisogno di molto caldo." Disse e, titubante, gli prese la mano. "Lascia che mi prenda cura di te, babycakes."

-"Obstinado." Sorrise Harry e gli strinse la mano. "E va bene, niño - Louis alzò gli occhi al cielo - lascerò che ti prenda cura di me."

-"Grazie." Sussurrò il liscio e gli lasciò la mano, subito dopo si sdraiò a letto e si sistemò le pesanti coperte. "Dai, vieni." Gli disse.

Il più piccolo non se lo fece ripetere due volte, sorrise come un bambino e si gettò tra le braccia dell'altro, poggiò la testa sul petto dell'altro e chiuse gli occhi per bearsi della sensazione delle braccio del maggiore intorno al suo corpo.

-"Stai comodo?"

-"Comodissimo, grazie." Rispose il più piccolo.

-"Ora riposa perché domani dovremmo alzarci presto." Disse Louis e iniziò ad accarezzare i capelli dell'altro.

-"Alzarci presto?" Ripeté il riccio, alzò il viso per guardare il maggiore e aggrottò la fronte. "Perché?" Chiese.

-"Perché ti porto a colazione fuori, babycakes." Rispose il più grande. "Buonanotte." Aggiunse e abbassò il capo per dare un bacio a stampo al minore.

-"Buonanotte, niño."

Harry potè giurare di non aver mai dormito tanto bene quanto quella notte, con la testa poggiata sul petto di Louis mentre questo non faceva altro che stringerlo a lui, gli sarebbe piaciuto che quella notte non finisse mai, gli sarebbe piaciuto restare tra quelle braccia in eterno ma sapeva che non era possibile, Louis si stava comportando in quel modo con lui solo perché era dispiaciuto che la notte precedente avesse dovuto dormire sul divano e che per questo motivo si era anche ammalato, non c'erano altri motivi.


Proprio come gli aveva detto Louis quella mattina lo portò a fare colazione fuori, Nakava gli aveva detto si chiamasse il posto, situato sulla ventesima strada, nulla di troppo elegante ma più che adatto per una semplice colazione; di sera le luci del bar erano più scure, sole qualche luce attaccata il muro rendeva più allegra l'atmosfera, mentre di mattina la luce del giorno donava un aspetto del tutto diverso a quel luogo, le decorazioni tribali erano messi in evidenza e il bancone nero lucido sembrava scintillare sotto la luce del sole di quella mattina, i tavoli neri erano sistemati in modo abbastanza casuale, coperti da dei copri tavola rosso chiaro, a Harry piaceva quel posto, trovava fosse una bella location per le sue foto ed era dispiaciuto di non aver portato con sé la sua macchina fotografica.

-"Sei pronto per ordinare, Haz?" Gli chiese Louis e chiuse il menù.

-"Voglio che sia tu a farlo per me." Rispose il riccio, con il mento poggiato su una mano mentre si perdeva nell'osservare il ragazzo dal maglione nero seduto davanti a lui.

-"Che cosa?"

-"Ordina tu per me, Louis, vediamo se hai imparato a conoscermi." Disse il minore e sorrise al ragazzo davanti a lui.

Il più grande, che cercava di reprimere un sorriso, alzò gli occhi al cielo e chiamò un cameriere affinché questo prendesse i loro ordini.

-"Ditemi pure, signori." Disse un ragazzo, poco più giovane di loro, con un grembiule rosso.

-"Per me un cornetto alla crema, un succo di frutta alla pesca e un caffè a latte." Disse il maggiorr. "Per lui - lanciò un'occhiata divertita al riccio che lo osservava curioso - dei toast con la marmellata, delle crêpes e un bicchiere di latte al cioccolato." Concluse.

-"Perfetto." Rispose il ragazzo che aveva preso note di tutto. "Tra pochi minuti arriverà la vostra colazione." Aggiunse e girò i tacchi per andare via.

-"Bravo!" Esclamò Harry con aria compiaciuta. "Mi conosci bene, credevo saresti caduto sul latte al cioccolato, mi hai sorpreso." Aggiunse.

-"Ho imparato a conoscerti, bimbo." Replicò il liscio e gli sorrise.

Il più piccolo si morse il labbro inferiore e si passò una mano tra i capelli.

-"Mi piace questo posto." Disse.

-"A me piaci tu."

Married? | l.s. ♛Where stories live. Discover now